-di vita e destino
A Eret non era mai piaciuto ballare, Noma l'aveva convinto del contrario: chissà perché ad ogni festa del raccolto lei era la prima ad arrivare in pista e l'ultima a lasciarla e chissà perché ogni volta si portava dietro Eret.
Il ragazzo, a tutte le feste, adocchiava sempre il suo angolo preferito, lontano da occhi indiscreti, riservato e distante da tutta la caciara; aveva sempre trascorso così le sue serate, solo e in disparte. Quella sera, però, Noma aveva cambiato le cose: l'aveva trascinato fuori dall'ombra e l'aveva trasportato al centro della pista, dove la musica era il cuore pulsante della festa.Si stupiva ogni volta di come la sua energia potesse coinvolgere tutti, la sua incredibile sensibilità e il suo animo travolgente erano qualcosa a cui si doveva ancora abituare, lui che di vitalità come quella non ne aveva assaporata per tutta la vita. Noma era un turbine di emozioni che scatenava in lui un batticuore troppo accelerato e una felicità insensata.
Erano un po' due anime contrastanti, Eret l'aveva sempre pensato: lui chiuso e schivo, diffidente e riservato, lei esuberante e vitale, aperta e altruista. Ancora doveva capire come erano finiti ad essere amici ma alla fine aveva imparato che nella vita non bisognava fare troppe domande.
:-hai mai ballato in vita tua?-: gli gridò nell'orecchio per superare il suono acuto dei lur che li circondavano. Il ragazzo ridacchiò divertito.
:-non ho mai avuto molto per poter ballare-: disse tristemente. Noma gli sorrise.
:-ora però hai me!-: fece allegra :-ti insegno io-:
Effettivamente ballare era più facile di quel che sembrava: era un gioco di passi e ritmo, coordinazione e precisione, un po' come quando si combatteva, però senza brutalità e violenza. Eret era parecchio impacciato, Noma nella sua precisione era un fortento.
Il ragazzo l'aveva osservata più di una volta, aveva lanciato uno sguardo ai suoi lunghi capelli neri che spazzolavano quelle possenti spalle, al fisico slanciato che si muoveva al ritmo di musica, la risata più melodiosa degli strumenti che risuonavano, gli occhi accesi di qualcosa che lui aveva perso da tempo.
Guardandola si riaccendeva qualcosa in lui, una specie di fiamma spenta per molto tempo che tornava ad ardere violenta, e questo...gli faceva tanta paura.Noma era bellissima, l'aveva pensato dal primo istante in cui l'aveva vista e non aveva mia cambiato idea. Ogni tanto si chiedeva perché passasse tanto tempo con lui, orami così triste e solo da essere di pessima compagnia.
:-perché sei un tipo interessante-: aveva risposto le prime volte.
:-perché sei il mio tipo interessante-: aveva risposto in seguito."il mio" aveva detto, un appellativo insolito perché Eret non era di nessuno da tempo ormai.
Quando la musica alle loro spalle s'interruppe Eret ancora aveva il suo ritmo che scorreva veloce nelle vene, adesso che aveva iniziato a capire come si faceva, adesso che aveva iniziato a piacergli.
Si dispersero nella calca della gente che accorreva, ma Eret non distolse mai gli occhi dosso a Noma, Noma non distolse mai gli occhi di dosso ad Eret. Alla fine il ragazzo rispose al richiamo di energia che lo stava cogliendo, le afferrò una mano e la trascinò lontano dalla calca della festa, infondo alla spiaggia, dove c'era solo il vento e il suono delle onde del mare.
:-balliamo-: le disse iniziando a muoversi al ritmo di una musica che percepiva soltanto lui. Noma l'osservò con uno sguardo allibito e sorpreso.
:-da quando balli?-: gli chiese iniziando ad improvvisare dei passi davanti al ragazzo. Eret tentennò a rispondere a quella domanda: da quando ballava? Da quando aveva imparato a farlo? Da quando aveva trovato il bisogno di farlo?
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𝓓𝓻𝓪𝓰𝓸𝓷 𝓣𝓻𝓪𝓲𝓷𝓮𝓻||Storie di Cavalieri e di draghi
MaceraVi fu un tempo in cui gli uomini riuscirono a cavalcare i draghi, un tempo in cui riuscirono a capirli, vi fu un tempo in cui gli uomini riuscirono ad amare i draghi; e questa, è una lunga storia... ALLERT SPOILER!!⚠️Dragon Trainer e Dragon Trainer:...