9-IX storia delle storie

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-di promesse e di futuri, di speranze e di illusioni



Era un pomeriggio di metà primavera quando una giovane e piccola Eldrid decise di scendeva a valle insieme a Vella, la sua capretta, il vento non soffiava troppo forte, il mare sembrava calmo e si infrangeva lungo le coste dell'arcipelago con un sonoro brusio.

La bambina, dalle gambe ancora troppo corte per poter correre veloce, faceva fatica a superare le rocce scoscese e, con lentezza, teneva un passo barcollante e affannoso.

:-coraggio Vella, ci siamo quasi!-: continuava a ripetere alla sua capretta che, con gli zoccoli adatti a quei pendii, era molto più agile e svelta di lei e diffidente la osservava ogniqualvolta le rivolgesse quella frase.

Aveva appuntamento al pascolo degli yak alle sette in punto di quella sera, Tufo non era uno a cui piaceva molto aspettare però era sempre in estremo ritardo; i due litigavano sempre per quel fatto, i loro bisticci più lunghi e divertenti vertevano sull'orario. Ma alla fine, a Eldrid piaceva: piaceva il suo modo impacciato di parlare, i suoi grandi occhioni azzurri che scrutavano ogni cosa incuriositi, a Eldrid piacevano le lentiggini che gli invadevano il volto, il sorriso sghembo, le piaceva il suo modo di camminare barcollante, la sua viva e curiosa personalità, a Eldrid piaceva tutto di lui.

Quando arrivarono alla fine del sentiero, la bambina fu ben contenta di lasciare quei grandi massi per un sentiero più liscio ed erboso. Trotterellò a passo svelto con Vella fino al pascolo, dove già qualche yak si intravedeva, e, con sua grande sorpresa, trovò già ad aspettarla Testa di Tufo: il bambino era girato di spalle, stava giocando distrattamente con un filo d'erba e canticchiava sottovoce annoiato.

Quando Eldrid arrivò non ci fu bisogno di richiamarlo perché Vella gli si avvicinò velocemente e, leccatogli il gomito, lo ridestò dai suoi pensieri.

:-Vella!-: esclamò felice accarezzandole la testolina lanosa; la capra belò allegramente, poggiando la testa sulle gambe del bambino, prima di allontanarsi a passo svelto per andare a brucare l'erba fresca.

Tufo di voltò verso Eldrid, appena arrivata, e la osservò con il suo solito sorriso scherzoso. :-sei in ritardo-: le fece allegramente; la bambina ricambiò il suo sguardo divertito.

:-no invece-: ribatté prendendo posto accanto a lui :-sei tu che sei troppo in orario-: si lasciò cadere sul masso accanto a lui, sedendosi per terra in mezzo all'erba fresca, poi rimase in silenzio ad osservare il panorama che avevano difronte: il vento accarezzava le alte cime di quella collina, il sole era quasi del tutto scomparso, lasciando spazio al buio della notte, da quel punto le capanne del villaggio si vedevano benissimo, i loro tetti in legno e le fiaccole che si accendevano per far luce nella notte, il belato di Vela accompagnava il loro silenzio e riempiva l'aria ventosa.

Quello era il loro posticino segreto, il luogo dove entrambi si rifugiavano la sera dopo una lunga giornata passata al villaggio di Berk, il luogo solitario dove potevano staccar la spina, essere semplicemente dei bambini di dieci anni e non dei giovani vichinghi da addestrare.
La vita a Berk non si poteva di certo dire tranquilla! Un villaggio di vichinghi era il posto meno tranquillo del mondo, si sentiva sempre un assordante rumore di spade nell'aria, le fucine erano accese tutto il giorno a sfornare nuove armi, l'arena era sempre piena, si combatteva, si imparava, non si aveva tempo per essere bambini.

Così i due amici avevano cercato un posto che potesse essere tutto loro, dove potessero chiudere fuori tutte le battaglie, tutti le armi, tutti i doveri per poter essere semplicemente sé stessi.

Tufo sollevò la testa verso il cielo. :-oggi abbiamo fatto una lezione sui draghi-: disse ingenuamente; Eldrid sghignazzò. :-ho sentito che hanno attaccato dei villaggi qui vicino-: aggiunse il bambino serio.

𝓓𝓻𝓪𝓰𝓸𝓷 𝓣𝓻𝓪𝓲𝓷𝓮𝓻||Storie di Cavalieri e di draghiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora