Avevano organizzato tutto alla perfezione. Avevano deciso il giorno, l'ora, il come. Erano pronti per la fuga.
Sarebbero scappati il primo giorno di Dicembre, il giorno precedente alla loro dimissione ospedaliera.
A mezzanotte in punto si sarebbero incontrati nella sala di ritrovo, per poi attuare il loro piano.
I giorni seguenti alla loro decisione li passarono a pianificare, a osservare, a decidere.
Le sere in cui s'incontravano, Castor portava con sé un quadernino e una penna per scrivere nei dettagli il loro piano. Ogni sera s'incontravano nel terrazzo all'ultimo piano, siccome ormai quello della sala di ritrovo era sorvegliato la maggior parte delle notti.
<<Sono sicuro sul fatto che non possiamo uscire dalle entrate o dal cortile>>, disse una sera Castor, mentre riflettevano sulla parte iniziale del piano.
<<Capisco, quindi dovremmo raggirare le mura di confine dell'ospedale>>.
<<Esatto!>>.
<<Ma come, Castor. E' impossibile>>.
Castor iniziò a camminare lungo tutto il terrazzo affacciandosi ogni tanto oltre il muretto. Sembrava una pallina impazzita che rimbalzava da una parte all'altra.
<<Vieni a vedere!>> esclamò, e Celeste corse immediatamente.
Castor le puntò con il dito un punto sotto i loro occhi, sotto il terrazzo.
<<Lo riconosci?>> le chiese ridendo.
<<E' il terrazzo della sala di ritrovo?>>.
<<Proprio quello>>. Castor continuava a ridere.
<<Non capisco>> disse Celeste confusa.
<<Guarda attentamente: ci sono le scale antincendio>>.
<<Sì, le vedo, ma non capisco ugualmente>>.
<<Una rampa delle scale si trova vicino al muro, basta semplicemente scavalcare>>.
<<E' vero!>>. Ora Celeste riusciva a notarlo benissimo.
<<Come facciamo a scendere lungo il muro? E' troppo alto, Castor!>>.
<<Questo proprio non lo so>>.
I due, quella sera, rimasero un bel po' di tempo a ragionare sul come potessero scendere fino alla strada scavalcando quel muro. Celeste si stava innervosendo sempre di più.
<<Sembra un carcere!>> esclamò spazientita.
<<Un carcere...Est sei un genio!>>. Castor ebbe un'illuminazione fulminea.
<<Eh?>>.
<<Il carcere! Hai presente come i carcerati riescono a fuggire? Il metodo più conosciuto di sempre?>>.
<<Con le lenzuola?>>.
<<Si! Le lenzuola!>>.
<<Che hai in mente?>>. Celeste lo guardava con aria confusa e curiosa.
<<Dobbiamo legare delle lenzuola, le gettiamo oltre il muro e ci aggrappiamo a quelle per scendere!>>.
Celeste scoppiò a ridere.
<<Tu sei completamente impazzito!>>.
<<Lo so, per questo sono chiuso qui dentro>>.
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COME UNA STELLA CADENTE
General Fiction[IN REVISIONE] Celeste ha tentato il suicidio a soli 17 anni. Quando viene ricoverata in ospedale psichiatrico incontra Castor, ragazzo che sveglia la curiosità di Celeste. I due diventano in fretta amici, accumunati dal motivo per cui si trovano in...