3.

183 6 0
                                    


Castor.

Castor.

Aveva il nome di una stella.

Sua madre adorava l'astronomia: il cielo e tutto ciò che ospitava. Pianeti, satelliti naturali, stelle, buchi neri, l'infinito.

L'affascinava, amante del mistero, dell'ignoto, della scoperta. Studiosa dei cambiamenti.

L'undici giugno 2005 diede alla luce due bambini. Nacquero sotto il segno dei gemelli. Castor e Pollux. Pollux e Castor. I grandi gemelli della mitologia greca.

Castor e Pollux, le stelle più luminose della costellazione dei Gemelli.

I figli di Penelope.

Penelope diede la vita per i suoi figli. Voleva che brillassero più di qualsiasi cosa al mondo. Voleva regalargli tutta la luce che lei possedeva, tutta la gioia, la serenità, l'amore con cui li aveva desiderati, con cui li avrebbe accuditi e cresciuti.

Ma Penelope non si rese conto del troppo sforzo.

Così mentre i due pargoli venivano alla luce, ricoperti di polvere stellare, lei, Penelope, la loro madre, si spense. Per sempre.

Insieme a lei si spense tutta la vita di Castor e Pollux, anche se i due non potevano sospettarlo all'epoca.

E tutto ciò non poteva sospettarlo neanche Celeste, ancora immobile davanti a lui.

<<Io sono Celeste>>, riuscì a pronunciare.

<<E' un piacere conoscerti, Celeste>>.

C'era qualcosa di lui che la divertiva, forse le buffe espressioni, forse la tenera fossetta.

Lei sorrise.

<<O forse no, è un grande peccato. Mi hai spaventato a morte, pensavo fosse un infermiere>>.

<<Che ci fai qui?>>, chiese lei.

<<Potrei farti la stessa domanda>>.

<<Mi hai svegliata>>.

<<Ti ho svegliata? E come?>>

<<Hai fatto rumore, forse mentre aprivi la finestra>> gli fece osservare. Poi si incuriosì.

<<Piuttosto, come hai fatto ad aprirla?>>.

Celeste involontariamente si avvicinò.

Si dimenticò dove si trovava.

Si stava bene li fuori, con lui.

Una folata di vento fece ristringere le spalle di entrambi e Castor infilò le mani nelle tasche della felpa.

<<Un mago non rivela mai i suoi trucchi di magia>> rispose lui.

<<Ma tu non sei un mago>>.

Castor si avvicinò rapido a lei. Celeste, presa alla sprovvista, barcollò e lo guardò posizionarle una mano dietro l'orecchio.

Le fece un po' di solletico. Brividi prepotenti partirono dal collo di Celeste, percependo la temperatura gelida della mano di Castor.

Poi lui posizionò la sua mano davanti agli occhi di lei. Due dita stringevano una monetina.

<<O forse lo sono>>.

D'impulso Celeste si mise una mano dietro l'orecchio, tra i capelli. Si sentì una bambina.

A quella distanza poté notare dei dettagli di Castor che prima non aveva colto, come il dorso della sua mano colmo di tanti segni rossi, alcuni con delle croste, altri sembravano più freschi.

COME UNA STELLA CADENTEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora