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Erano ormai giunte le 19:00, tra poco più di mezz’ora il bus per raggiungere l’aeroporto sarebbe patito.

Bang Si-hyuk stava controllando che ci fossero tutti e che gli strumenti e il resto del team fosse presente e in ordine.

Guardai Taehyung chiacchierare con la nuova ragazza, lui sembrava a suo agio, felice di parlare con lei, mentre la ragazza era in evidente disagio.

Mi avvicinai a loro mettendo un braccio sulla spalla del mio amico, e guardai Dahyun.
«a quanto pare non ti sei tirata indietro» dissi.
«avrei dovuto?» sospirò «infondo io studio per mettere in pratica le mie capacità» continuò leggermente imbarazzata.

«mi sembri ancora piccola per fare questo lavoro, quanti anni hai ragazzina?»

Leggermente offesa, raddrizzò la schiena e mi guardò quasi con aria di sfida.

«non sono una ragazzina, ho 19 anni, sono maggiorenne per la legge, posso lavorare, e inoltre, lavoro molto bene nel campo di tecnico del suono…e poi se non ricordo male tu hai cominciato a fare musica proprio alla mia età. Eri solo un ragazzino, sicuro di essere riuscito a fare bene il tuo lavoro?»

Taehyung rise «a quanto pare la “ragazzina” ti tiene testa Jungkook».

«ma per favore…» sbuffai e mi allontanai.
Incontrai Jimin, il batterista della band.

«ho visto Taehyung provarci con una ragazza di là, chi è?» chiese guardandola e io intuii già cosa voleva fare.

«Jimin la ragazzina è off limits, è il nuovo tecn…» disse continuando a guardarla famelico.

«Jimin non ti consiglio di provarci con lei, quando dico che è una rompiscatole, intendo che se gli stai lontano la tua salute mentale ringrazierà» ribadii.

«disse la volpe che non riusciva ad arrivare all’uva» rise e andò dalla ragazzina.

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(Dahyun’s pov)

«e così tu saresti il nuovo tecnico del suono» mi sorrise un ragazzo avvicinandosi a me.
Era sicuramente il bassista, lo riconoscevo dai capelli tinti di rosso e dal suo sorriso tenerissimo.

I suoi capelli, di solito di colore scuro, erano stati trasformati in una vibrante tonalità di rosso acceso.

Era evidente che aveva dedicato tempo ed attenzione a scegliere quel colore per distinguersi dagli altri.

Il suo sorriso era una delle sue caratteristiche più affascinanti; era un sorriso luminoso e contagioso, che illuminava il suo viso ogni volta che si presentava un motivo di gioia o quando voleva mettere a proprio agio le persone intorno a lui, i suoi occhi si chiudevano leggermente, e i suoi denti bianchi brillavano come piccole perle. Il suo sorriso irradiava calore e gentilezza, facendomi sentire a mio agio in sua presenza.
«a quanto pare» sorrisi imbarazzata
.
Mi squadrò da capo a piedi poi i porse la mano.
«piacere Taehyung»

Gli strinsi la mano e la trovai molto calda e morbida.

«io sono Dahyun»

Ci fu un minuto buono di silenzio perché nessuno di noi due sapeva che dire.

«sei emozionata per questo tour?» chiese poi.
«sì, molto. È il mio primo tour non so cosa dovrei fare, non conosco nessuno e quanto è peggio, non so dove stiamo andando» dissi tutto d’un fiato.

Lui ridacchiò intenerito «tranquilla, ti verrà detto tutto, per ora ti posso dire che stiamo andando a Boston, è una bella città, ma molto caotica…e poi non è vero che non conosci nessuno, ora conosci me» si finse offeso alla conclusione della frase.

Io risi a disagio «hai ragione scusami»

Da lontano vidi Jungkook guardarci quasi infastidito, e poi avviarsi verso di noi.
«a quanto pare non ti sei tirata indietro» disse
con il braccio alla spalla dell’amico.
«avrei dovuto?» sospirai pronta per una discussione «infondo io studio per mettere in pratica le mie capacità» continuai poi rendendomi conto che avrei dovuto abbassare i toni.

«mi sembri ancora piccola per fare questo lavoro, quanti anni hai ragazzina?» disse guardandomi da capo a piedi quasi a volermi studiare.
Leggermente offesa, mi addrizzai con la schiena e assottigliai lo sguardo.

«non sono una ragazzina, ho 19 anni, sono maggiorenne per la legge, posso lavorare, e inoltre, lavoro molto bene nel campo di tecnico del suono…e poi se non ricordo male tu hai cominciato a fare musica proprio alla mia età. Eri solo un ragazzino, sicuro di essere riuscito a fare bene il tuo lavoro?» dissi poi con aria di sfida.

Lui rimase interdetto per un secondo.
Taehyung rise «a quanto pare la “ragazzina” ti tiene testa Jungkook».

«ma per favore…» sbuffò e se ne andò borbottando qualcosa.

«colpito e affondato» risi soddisfatta incrociando le braccia al petto.

«già»

<<non so perché non mi sopporta proprio…non mi sembra di avergli fatto nulla di male» sospirai triste.

«beh, hai interrotto la sua registrazione, siete partiti col piede sbagliato, ma cerca in qualche modo di avvicinarti a lui, o di metterti tra le sue grazie, o ti renderà queste quattro settimane un inferno»

«grazie del consiglio, ma veramente non so come fare…» dissi con voce rassegnata.

«ti potrei aiutare, o potrebbe aiutarti Jimin a quante volte fa innervosire tutti ha sempre un modo per farsi perdonare» ridacchiò Taehyung.
«qualcuno mi ha chiamato?» urlò un ragazzo che si stava avvicinando a noi.

Aveva i capelli tinti di biondo, la sua scelta di colore dei capelli era audace e attraente, catturava l'attenzione di tutti intorno a lui.
I suoi capelli biondi erano setosi e luminosi, contrastando splendidamente con la sua pelle chiara e le sue linee del viso affascinanti.

I suoi occhi scuri e profondi risaltavano ancora di più con quella chioma bionda. L'effetto del suo colore dei capelli creava un'immagine unica e affascinante, che lo faceva spiccare tra la folla.

Nonostante la sua apparizione insolita, era evidente che la sua bellezza non si limitasse solo ai capelli tinti di biondo.

Aveva una grazia naturale nei movimenti e un'eleganza nel modo di presentarsi.
Era davvero un ragazzo affascinante…ma più o meno tutti lo erano in quella band.

«si Jimin, proprio di te parlavamo, qui qualcuno ha bisogno di farsi perdonare da Jungkook»
«ah ma è così semplice…basta comprargli del banana Milk» ridacchiò Jimin.

«è facile per te perché vi conoscete da ormai 8 anni, ma considera che lei è una sconosciuta per lui» gli ricordo Taehyung.

«vediamo…innanzitutto per farti perdonare da qualcuno, è importante assumere una responsabilità sincera per il tuo comportamento e dimostrare che sei disposto a fare ciò che è necessario per riparare alla situazione» cominciò diventando filosofico «Ricorda che il perdono non è automatico e potrebbe non essere garantito» mi ricordò poi.

«Jimin arriva al punto dai» lo spronò Taehyung.
«Cerca di stabilire un dialogo aperto e onesto con Kookie, offrendo il tuo sostegno e la tua disponibilità. Comunica in modo empatico e cerca di capire le esigenze e i suoi sentimenti» mi consigliò infine.

«e come dovrei fare? Gli porto il caffè la mattina? Compro la colazione per tutti e poi lo prendo in disparte e gli chiedo scusa per il fatto della registrazione?» chiesi con sgomento.
«o sono un genio io a spiegare o tu hai capito al volo» sorrise il biondino.

Io lo guardai e poi guardai Taehyung, il quale alzò le mani in segno di resa.

«ragazzi, forza andiamo che dobbiamo avviarci all’aeroporto» gridò un ragazzo dai capelli neri lucidi.

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