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⚠️ questo capitolo sarà spinto, perciò lo consiglio ad un pubblico consapevole⚠️

Jungkook's pov
Quella sera decisi che non sarei andato alla festa.
Ero sotto pressione, mi dissi che ero solo stanco, ma la verità era che non volevo andare a quella perchè era stata organizzata da Miles, quel viscido verme che ci provava con Dahyun.

Quella ragazzina mi avrebbe fatto impazzire, nel nostro gioco di sguardi c'era tensione sessuale, c'era imbarazzo, c'era eccitazione, c'era insicurezza e c'era un fuoco che ci avrebbe presto bruciati.
Non volevo rinunciare ad un bagno però, quindi decisi di utilizzare la piscina dell'hotel, aveva sentito parlare Dahyun e Taehyung sul fatto che ormai da quando ci trovavamo lì, la piscina era il passatempo preferito di Dahyun.
Mi misi un costume e mi diressi alla piscina.
Amavo nuotare, nuotavo da quando ero piccolo, mi aveva insegnato mio padre.
Mio padre non era mai stato un uomo molto espansivo, e soprattutto non c'era quasi mai a casa, perciò non ho molti ricordi, ma uno che invece è rimasto indelebile nella mia mente fu un giorno in cui mi portò insieme a mio fratello al lago.
Mio fratello più grande sapeva nuotare, ma io no, avevo solo quattro anni, e avevo paura dell'acqua; mio padre mi prese per mano e mi fece entrare senza paura, insegnandomi a galleggiare, a nuotare e a trattenere il respiro sott'acqua, quello fu il giorno più bello con mio padre di cui io abba memoria, l'unico forse.
Mi gettai in acqua iniziando a nuotare e pensare.
Chissà cosa stava facendo Dahyun, chissà se aveva indossato il costume che gli avevo regalato, perché si, avevo deciso di comprargliene uno, precisamente quello bianco che lei sembrava detestare.
Risi alla faccia che aveva fatto quando glielo avevo mostrato.
Pensai a lei, era perfetta, dannatamente perfetta, mi mandava in pappa il cervello, non capivo come, ma aveva risvegliato delle sensazioni ormai morte dentro il mio cuore.
Pensai a lei, scenari di ragazzi che ronzavano attorno a lei mi si palesarono nella testa, e rimasi infastidito.
Pensai a lei, pensai se si stesse divertendo, se mi avesse pensato.
Pensai a lei, ma improvvisamente mi venne in mente quel Miles, quel viscido senza spina dorsale, la festa era sua, e sicuramente ci avrebbe provato con Dahyun.
Immaginai la sua risata che risuonava nell'aria, un suono che riusciva a tagliare attraverso il frastuono della musica e delle voci, immaginai la luce soffusa che accentuava i suoi lineamenti, rendendola ancora più affascinante.
Immaginai Dahyun, circondata da quella folla scintillante, e Miles che avrebbe cercato di avvicinarsi con il suo atteggiamento da "macho". La sua voce sarebbe stata intrusiva, e il suo sguardo sarebbe sicuramente scivolato in luoghi indesiderati.
Decisi di riscuotermi da quei pensieri indesiderati e di uscire dall'acqua.
Presi un telo, me lo avvolsi attorno alla vita lasciando il petto scoperto, poi mi diressi al telefono per chiamare i ragazzi, ma mi accorsi che non prendeva; perciò, uscii fuori dal balcone per provare a vedere se almeno lì ci fosse segnale.
E con mia piacevole sorpresa finalmente sentii squillare il telefono, era Jimin che mi chiamava.
«Jimin dimmi...non ti ubriacare...si, se vuoi portare una ragazza in hotel posso coprirti...no io non voglio nessuna ragazza nel mio letto oggi...ciao» chiusi la chiamata sbuffando.
Quando tornai alla piscina notai che c'era qualcuno in ammollo nell'acqua, d'istinto mi nascosi dietro la colonna, sperando che non fosse un fan dalla quale dovessi proteggermi.
Mi guardai intorno cercando una via d'uscita veloce, ma il mio sguardo venne catturato da un paio di pantaloncini che conoscevo molto bene, di jeans chiaro con dei fiori ricamati sulle tasche posteriori.
Quelli erano senz'altro di Dahyun.
Mi avvicinai e vidi anche il suo telefono.
Non sono uno stalker ok? Semplicemente presto attenzione ai dettagli.
Gettai uno sguardo alla piscina e notai con estremo piacere che nella vasca c'era Dahyun con indosso il costume che le avevo comprato.
Cercai di entrare in acqua nel silenzio più totale in modo da non farle notare la mia presenza, mi avvicinai a lei e la avvolsi tra le braccia.
Lei in risposta urlò spaventata dimenandosi come una pazza, strusciandomi il sedere addosso.
«Dahyun calmati sono io, Jungkook» risi divertito e lei si fermò immediatamente.
Riuscii a percepire il battito accelerato del suo cuore.
«stai tranquilla gattina, non ti mangio mica» ridacchiai.
«prima koala, poi gattina, deciditi Jeon» mi appellò con il mio cognome.
«hai ragione koala» sorrisi continuando a tenerla stretta tra le mie braccia, sembrava così piccola ed esile.
«Jungkook mi infastidisci, perché sei qui?» chiese poi.
«ma dai, non farmi credere che non sei contenta di vedermi»
«non proprio, avrei preferito rimanere tranquilla e sola»
«si, talmente sola che non mi hai ancora chiesto di spostarmi e stai tenendo il tuo bel culetto sul mio-»
«ALLONTANATI IMMEDIATAMENTE!» strillò terrorizzata ricominciando muoversi come una biscia.
Ero divertito non poco da quella situazione, ma l'attrito che si stava formando là sotto mi faceva pensare ad altro.
«Dahyun ti conviene stare ferma» la ammonii, ma lei ignara di tutto continuava a cercare di liberarsi dalla mia presa peggiorando le cose, poiché continuava a strusciare quel morbido sedere su di me.
«Dahyun stai... Dahyun!» alzai la voce spazientito voltandola.
Ora la situazione si sarebbe fatta interessante, lei si trovava con la schiena poggiata sul bordo della piscina, e io ero davanti a lei che la sovrastavo.
Misi le mani sulla sua vita stretta e la guardai negli occhi.
Aveva degli occhi così belli, color nocciola, con qualche puntina di verde, delle ciglia folte che incorniciavano quello sguardo magnetico.
Le guardai le labbra carnose, sembravano morbide e invitanti, rosa e lucide, quanto avrei voluto baciarla.
Avvicinai il mio viso al suo e i nostri respiri si mischiarono.
«Jungkook...» sussurrò lei in un modo così sensuale che non resistetti e la baciai.
Quelle labbra erano una droga, così dolci, così soffici.
Il suo corpo si avvicinò al mio, i suoi seni si scontrarono con i miei pettorali, e sentii i suoi capezzoli duri attraverso il tessuto sottile del costume.
La sollevai e lei allacciò le gambe attorno al mio busto, quelle gambe così lisce e morbide.
Ci continuammo a baciare con passione, intrecciando le nostre lingue in una danza sensuale, mentre le sue mani giocavano con i miei capelli, io poggiai le mie sul suo fondoschiena sodo stringendolo leggermente, lei in risposta gemette e mi morse un labbro.
«Jungkook ti prego...»
«ti prego cosa Dahyun?»
«ti prego non smettere» sibilò in preda all'eccitazione.

Dahyun's pov
Mi sentivo strana, avevo un formicolio su tutto il corpo e sentivo una fitta al basso ventre, come se le farfalle allo stomaco fossero volate più giù.
Quando gli dissi di non smettere lui si fermò, mi sollevò e mi fece sedere sul bordo della piscina, aprendomi le gambe.
Aveva letteralmente la faccia tra le mie gambe, con un dito mi scostò il costume da un lato guardando la mia intimità come se mi volesse mangiare.
Quella consapevolezza mi fece arrossire a dismisura, e per istinto cercai di chiudere le gambe.
Lui inchiodò i suoi occhi nei miei come per spronarmi a riaprirle e a fidarmi di lui.
«stai tranquilla koala, non ti faccio nulla, ti farò assaggiare un pezzo di paradiso» sussurrò per poi poggiarmi un bacio sul mio centro.
Venni percorsa da un milione di brividi e da un calore improvviso.
Iniziò a muovere la lingua facendo tanti piccoli cerchi, poi allungò la mano iniziando a giocare con la mia entrata, quando inserì la punta del dito tirai un urletto.
«fa male?» chiese fermandosi.
«un po'» dissi strizzando gli occhi.
«non l'hai mai fatto? Neanche sola?»
Imbarazzata scossi la testa, lui annuì comprensivo, poi mi fece scendere dal bordo piscina e mi risistemò il costume.
«che fai?» chiesi confusa.
«è la prima volta che ti affacci al mondo del sesso Dahyun, non deve accadere così» mi disse posandomi un bacio sulla fronte.
Io mi accigliai.
«non fare quella faccia, bimba, ci sarà un'altra occasione» mi rassicurò.
Mi stava lasciando in balia di emozioni che mi bruciavano dentro, non poteva, non volevo che mi lasciasse così.
Presa da un istinto folle mi avvicinai a lui, cercando di restare quanto più attaccata possibile.
«stai cercando di farmi prendere il controllo?» sorrise intenerito.
«ti prego, per favore, non mi lasciare così» supplicai.
Non mi ero mai trovata a supplicare, ma quelle sensazioni mi stavano facendo impazzire, mi veniva improvvisamente da piangere.
«che fai? Stai piangendo?» chiese sorpreso vedendo i miei occhi farsi lucidi.
«no, mi sento in imbarazzo, sono stata rifiutata, per la seconda volta dallo stesso ragazzo nel giro di una settimana...ho qualche problema credo» sorrise triste ed imbarazzata.
«per l'amor del cielo non sai quanto ti desidero, sto tentando in tutti i modi di trattenermi, ma così non mi aiuti» disse guardandomi famelico.
«se mi desideri prendimi allora» dissi coraggiosamente.
«fanculo tutto, vieni qui» disse afferrandomi per la vita baciandomi focosamente.

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