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«Dahyun, provi qualcosa per me?» ripetei.

«sì Jungkook mi dispiace, lo so che ora dovrei andarmene, sparire da qui, licenziarmi, ma io amo questo lavoro, più dell'attrazione che provo nei tuoi confronti» continuò.

«Dahyun nascondere quello che provi non è una soluzione»

«tu provi qualcosa per me?»

Io sospirai.

«ho capito, non c'è bisogno che me lo dici, non provi nulla, va bene, scusami per tutto, devo andare» disse velocemente lei per poi correre via senza farmi dare spiegazioni.

«sì Dahyun, provo qualcosa per te» sibilai triste.

Il cuore mi pesava mentre pronunciavo quelle parole, confessando la verità che avevo tenuto nascosta. Dahyun, con gli occhi pieni di delusione, si allontanava velocemente, come se avesse bisogno di fuggire da quelle parole che avevo appena pronunciato.

Guardai Dahyun allontanarsi, sentendo un nodo stringersi nella gola.

La verità era finalmente stata detta, ma il peso della situazione si faceva sentire.

«Jungkook oggi ti ho visto un po' teso tutto ok?» mi si avvicinò Jimin alla fine delle prove.

«vorrei poter dire di sì, ma mentirei, sto vivendo il post-sbronza peggiore della mia vita»

Jimin annuì comprensivo «noi pensavamo di andare a mangiare fuori questa sera, ti va di venire?» chiese poi.

«no, credo che rimarrò in hotel per prendermi cura di me, e riposarmi, in modo da essere al 100% delle forze domani»

«d'accordo Kookie, se cambi idea dimmelo» fece l'occhiolino e raggiunse il resto della band.

Io decisi di ritirarmi nella mia stanza, in modo da potermi rilassare, fare un bagno e fare una bella dormita.

Appena entrato nella stanza cominciai a sentire la voce di Dahyun nell'altra stanza che si trovava probabilmente in chiamata.

«voglio andare a casa...no Jihyo... amo questo lavoro, ma sto fisicamente malissimo, i crampi alla pancia mi stanno uccidendo, in questo momento ho solo bisogno di succo alla fragola e di qualche dolce al cocco per riprendermi...mi mancano i tuoi biscotti al cocco e cioccolato...si mi manchi anche tu...come stai?... capisco...col bar?... se hai bisogno chiama...ti voglio bene amica» seguì il silenzio, segno che la chiamata si era interrotta.

Aveva detto che voleva succo alla fragola e biscotti al cocco e cioccolato magari avrei potuto prepararglieli.

I lavai velocemente, mi vestii e scesi nella cucina dell'hotel chiedendo l'accesso ai fornelli.

Sapevo cucinare molto bene, avevo imparato con il fratello di Jin, il quale aveva un ristorante.

Il ricordo risaliva a molti anni prima, quando il profumo di spezie e il sibilo dei fornelli erano diventati la colonna sonora delle mie giornate.

Era stato il fratello di Jin, a introdurmi al mondo della cucina, trasmettendomi la passione per i sapori e gli aromi che possono danzare insieme su una tavola imbandita.

Le nostre lezioni di cucina erano più che un semplice apprendimento di ricette; erano un viaggio attraverso i segreti della gastronomia, un'arte che la famiglia di Jin trattava con rispetto e devozione.

Ricordo le prime lezioni, quando le mani goffamente tentavano di riprodurre delle ricette, avevamo imparato a conoscere gli ingredienti, a rispettarli, a sentire il loro profumo e a capire come ognuno di essi potesse contribuire all'armonia del piatto.

Anche il resto della band si univa a noi in queste avventure culinarie; Eravamo una squadra affiatata, esplorando nuovi piatti, ridendo delle nostre disavventure culinarie e creando ricordi che avrebbero resistito alla prova del tempo.

Ogni volta che rivisitavo quei momenti in cucina, il calore dell'ospitalità di Jin, il sorriso incoraggiante di Yoongi, la curiosità di Jimin, la determinazione di Namjoon, la dolcezza di Taehyung, e l'entusiasmo di Hoseok risplendevano nella mia memoria.

Dopo due ore, ero soddisfatto del risultato: avevo 20 biscottini al cocco ricoperti di cioccolato e una bottiglietta di succo alla fragola.

Mi avviai verso la sua stanza e bussai, mi aprì qualche minuto dopo.

La vidi pallida, ma bellissima.

Aveva i capelli raccolti in uno chignon disordinato, portava degli occhiali da vista, indossava una maglietta della mia band che le arrivava fino a metà coscia, e dei calzini con dei panda disegnati sopra.

Quella visione mi intenerì non poco, perciò non potei fare a meno di sorridere dolcemente.

Lei invece come mi vide sgranò gli occhi e per poco non si strozzò con la sua stessa saliva, poi si portò una mano ai capelli e quando sembrò rendersi conto delle sue condizioni mi chiuse la porta in faccia.

Io ridacchiai e bussai di nuovo.

«aspetta» urlò.

Dopo qualche minuto, mi riaprì la porta, ora indossava anche dei pantaloni, aveva i capelli sciolti sulle spalle e si era tolta gli occhiali.

«entra» disse freddamente senza accennare neanche un sorriso.

Io entrai e poggiai i biscotti e il succo sul comodino.

«qualcuno mi ha detto che volevi questi» dissi imbarazzato.

Lei guardò cosa le avevo portato, poi guardò me, poi guardò di nuovo il cibo, prese velocemente un biscotto, se lo portò alla bocca e lo assaporò chiudendo gli occhi.

Mi beai di quella visione, Dahyun che apprezzava i biscotti che io avevo preparato apposta per lei.

«grazie» disse poi.

«di nulla, mi sembrava il minimo dopo tutto quello che ho fatto, mi dis-»

«lascia stare Jungkook, è tutto ok, non hai bisogno di chiedere scusa e soprattutto non voglio rovinare questo così dolce momento in cui assaporo queste meraviglie, con questi discorsi» disse lei per poi prendere un sorso di succo alla fragola.

«va bene Dahyun, quando vorrai parlare sai dove trovarmi» dissi dispiaciuto per poi uscire dalla camera.

«mai Jungkook, mai...» mi accompagnò fuori dalla stanza, sorrise imbarazzata e sul punto di piangere e mi chiuse la porta in faccia.

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