Salvali tutti

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Avevamo girato tutto il south senza trovarli, stavamo perdendo le speranze quando a Melody venne un idea.

"Mel"

Ci fece cenno di aspettare, io e Meredith la guardammo e ci ammutolimmo, iniziò a smanettare con il telefono e dopo un paio di minuti ci guardò.

"Sono al Duke"

Meredith si irrigidì e io la guardai con fare interrogativo

"È il nome della pista, sono lì, stanno per gareggiare"

Annuì e dopo esserci prese un minuto per assimilare il tutto, salimmo in macchina e ci avviammo.

Arrivate al parcheggio, capí subito che c'era qualcosa di diverso dall'ultima volta, l'aria era carica di tensione e c'era molta più gente dell'altra volta.

"Stiamo vicine, stasera diventerà un inferno"

Attraversammo lo spiazzale e ci ritrovammo al centro della pista, c'era un tumulto generale che non faceva altro che accrescere la mia ansia.

Mel non ci aveva detto con chi aveva parlato e noi avevamo fatto cadere l'argomento.

Ci avvicinammo allo stand delle scommesse e a pochi metri da noi li vidi.

Blake era appoggiato su una macchina rossa, dalla forma e dai fari sembrava una Bugatti ma non riuscivo a vederla bene, era di profilo e parlava animatamente con Peter, mentre Kyle era al suo fianco.

Aveva una giacca nera che gli fasciava perfettamente le spalle e sotto portava una semplice maglietta bianca con un jeans scuro sotto, era bello da togliere il fiato, le gambe mi iniziarono a tremare e feci un respiro profondo per calmarmi.

"Cass"

Melody mi appoggio una mano sulla spalla e io la rassicurai con lo sguardo.

Il primo a vederci fu Kyle che richiamò l'attenzione degli altri due, appena ci videro Blake iniziò a camminare a passo di marcia verso di noi, lo sguardo torvo e le mani strette a pugno mi fecero irrigidire.

Mi prese per una spalla e mi portò in un angolo più appartato

"Che diavolo ci fai qui, Cassandra"

"Che sta succedendo?"

"Cassandra te ne devi andare, tu e le tue amiche"

Il suo tono era freddo, primo di emozioni, non mi voleva lì e non riuscivo a capire il perché, mi sembrava di essere tornata ai primi giorni ad Harvard, e odiavo la sensazione di vuoto nello stomaco che la sua freddezza mi procurava.

Non mi sarei mostrata debole, non gli avrei consegnato di nuovo il mio cuore

"Non puoi dirmi dove stare e cosa fare Finnigan"

"Non ho tempo per pensare a te, devo giocare"

Mi indicò la carta incastrata nel taschino della giacca, che fino a quel momento non avevo notato.

Era un jolly, una carta da poker, e in quel momento avevo troppe domande che mi affollavano la testa per capire il nesso tra il poker e la corsa.

Non mi allontanai e non lasciai il suo sguardo nemmeno per un istante.

"Io non me ne vado Blake"

Mi prese il mento e mi costrinse a guardarlo negli occhi, si avvicinò fino a far sfiorare i nostri nasi

"Questo non è un maledetto gioco"

Stavo per rispondergli quando Kyle lo richiamò, la corsa stava iniziando e lui doveva prendere posto, si allontanò da me e senza degnarmi di un altro sguardo se ne andò.

Ricordami chi eroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora