9 - dipendente di un bastardo

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"Ho guardato molti occhi, ma mi sono perso solo nei tuoi"

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"Ho guardato molti occhi, ma mi sono perso solo nei tuoi"

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D a l e

Girare in una città che non conosco con la macchina fa schifo. E mi fa innervosire a tal punto che vorrei tornare già alla mia vita vera solo per recuperare la mia moto. Non me ne frega proprio niente che Jordan ci abbia dato un'auto di tutto rispetto, detto con molta sincerità.

Non so se considerarlo un difetto ma, a differenza di molta altra gente, ho sempre odiato le macchine. O meglio, ciò che ho sempre odiato è il traffico che è una persona è costretta a subire quando è in auto. Sotto questo punto di vista, mia sorella diceva sempre che sono come mio padre. Anche lui si innervosiva facilmente quando rimaneva bloccato nel traffico in auto e ammetto di fare lo stesso anch'io. Stare in macchina per troppo tempo mi innervosisce e mi stanca facilmente.

Ecco perché ho sempre preferito le due ruote piuttosto che quattro. Fin da giovane, la mia preferenza per le moto è sempre stata grande anche quando i miei genitori si mostravano contrariati. Non mi importava del loro pensiero, specialmente dopo la loro separazione, ho sempre fatto di testa mia e non ho mai chiesto un dollaro ai miei. Come ogni persona che si rispetti, ho iniziato a lavorare seriamente a diciotto anni e ho risparmiato i soldi per la moto.

Che ho comprato qualche anno dopo la morte di Martha. Consapevole che, dopo il suo incidente, il mio odio per le auto sia aumentato a dismisura.

Negli anni in cui mi sono ritrovato da solo, senza mia sorella, mi sono perso talmente tanto in me stesso che non riuscivo mai a mettermi su una macchina. Quelle poche volte in cui accadeva, per una qualsiasi ragione, dovevo stare attento a non chiudere gli occhi per troppo tempo. Altrimenti, l'incidente di mia sorella mi si sarebbe ripresentato davanti fino a farmi perdere il fiato.

Non lo nego: quegli anni sono stati un vero incubo. E nel momento in cui mi sono convinto ad uscirne, perché volevo smettere di sprofondare nel dolore, ho cercato di farlo gradualmente: prendere la mia moto, una Yamaha Fazher nera, è stato il primo passo. Entrare nell'esercito, il secondo passo. Entrare nell'FBI, il terzo passo.

Innamorarmi di Harper, il quarto. Ed ultimo.
Perché con lei, sono tornato a respirare. Sono tornato a vivere.

La mia opinione sulle auto, però, di certo non è cambiata. Ho solo imparato a non avere più timore di salirci e di mettermi alla guida, pur avendoci messo un po' prima di riuscirci. Harper è stata paziente, non mi ha mai forzato a guidare, ricordo ancora che spesso era lei a prendere l'iniziativa e mettersi alla guida. Lo faceva perché rispettava il mio dolore e, pian piano, mi ha aiutato ad uscire dal trauma.

Se oggi guido senza essere circondato dai demoni, è grazie a lei.

Ma lo faccio ancora con malavoglia, pregando sempre di non ritrovarmi bloccato nel traffico per ore intere, altrimenti rischierei di diventare nervoso. E negli ultimi tempi, basta davvero poco per far sì che ciò accada. Ne sono consapevole, soprattutto perché tutte le volte in cui accade finisco sempre per scagliarmi contro qualcuno.

Weakness. Fino alla fine.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora