35 - l'inaspettato henry

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"Speciale è chi ascolta le tue paure e le trasforma in coraggio

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"Speciale è chi ascolta le tue paure e le trasforma in coraggio."

H a r p e r

Il mese di dicembre è sempre stato il mio mese preferito. È l'unico mese in cui il freddo diventa gestibile, poiché si è troppo impegnati a pensare al Natale ed a preparare i festeggiamenti già dalla prima settimana del mese. Il Natale è una festività che tutto il mondo ama e, in un modo o nell'altro, riesce a rasserenare chiunque. Anche se in America abbiamo delle tradizioni che forse nel resto del mondo non ci sono. Ed io, da brava cittadina Americana, ho sempre seguito le classiche tradizioni: le decorazioni in tutta la casa, lo shopping ai mercatini di Natale, riempire l'albero e renderlo ogni anno sempre più bello...

Pur avendo sempre vissuto da sola, ed essendo stata protagonista di un'infanzia non proprio piacevole, nel Natale ci ho sempre visto qualcosa che riuscisse a migliorare l'ennesimo anno orribile passato. Pur non avendo nulla da festeggiare, per me il Natale è sempre stata la festività della speranza. Ogni anno, a Natale, ho sempre chiesto una sola cosa: una vita migliore, diversa, in cui anche io possa dire di essere felice.

C'è stato solo un Natale, circa due anni dopo essere entrata nell'FBI, che per me è stato un Natale pieno di sconforto. Forse lo stress di quegli anni non ha giocato a mio favore, forse nemmeno il costante pensiero di non avere nessuno con cui parlare di ciò che provavo dentro, forse... Forse quello è stato l'unico anno, dopo tanti anni, in cui avrei voluto mia madre con me.
Quell'anno l'unico desiderio che avevo con tutto il cuore, era incontrare qualcuno che riuscisse a capirmi come, da bambina, mia madre capiva me.

Qualche mese dopo ho conosciuto Dale.
E dopo sette anni, lui è ancora l'unico in grado di capirmi fino in fondo nonostante tutto.

Quest'anno, invece, il Natale sarà diverso. In primo luogo perché non sono a Cleveland, in secondo luogo... Perché non lo vivrò proprio in modo reale. Qui a Towanda è tutto diverso, noi per primi siamo diversi. E pur ripetendomi che dentro casa sono libera di essere Harper Young senza problemi, ammetto che il peso della missione inizia a farsi sentire sempre di più dopo le ultime cose accadute. Talmente tanto che, se Emma ed Henry non stessero qui a ricordarmi ogni giorno che il Natale si avvicina, probabilmente avrei già dimenticato questo periodo dell'anno.

Mi distraggo dai solo quando mi rendo conto che, sul bancone accanto a me, non ci sono più piatti sporchi da lavare. Per cui richiudo il rubinetto e risollevo lo sguardo, guardando fuori dalla finestra. Qui le case non sono addobbate con le decorazioni, non tutte almeno. Qualcuno ha già iniziato i preparativi, altri non ancora. Anche questa è una cosa che rende già diverso questo periodo dell'anno in questa città.

«Perché fissi lì fuori?»

Mi giro. Henry è seduto a tavola da almeno un'ora e mezza con libri e quaderni sparsi sul tavolo, sta facendo i compiti. Non ha parlato molto finora, ma perché so che quando fa i compiti preferisce non essere disturbato. Tanto che quando gli ho chiesto che se il rumore del lavabo e dei piatti gli desse fastidio, ero decisa a rimandare di lavare i piatti pur di non disturbarlo. È stato Henry a dirmi di restare e che per lui non era un problema rimanere lì a fare i compiti.

Weakness. Fino alla fine.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora