11 - il comitato di benvenuto

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"Perché se incontrarsi resta una magia,è non perdersi la vera favola"

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"Perché se incontrarsi resta una magia,
è non perdersi la vera favola"

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H a r p e r

«Ma dobbiamo andarci per forza?»

Riconosco la domanda fatta in modo ingenuo, più per curiosità che per altro. Lei mi continua a guardare attentamente attraverso lo specchio mentre le sistemo i capelli e continua a non lamentarsi nonostante ogni tanto io le tiri i capelli per sbaglio. Non sono abituata a sistemare i capelli di una bambina, ma non sono riuscita a dirle di no quando mi ha chiesto una mano. Ed ora, eccomi qui.

Sospiro. «Purtroppo sì.» Rispondo e, legando i capelli di Emma in una coda alta, la guardo anch'io attraverso lo specchio. «Staremo un paio d'ore e poi torniamo. Dobbiamo farci conoscere»

«Sarete tutti grandi. Mi vergogno un po'.»

Non so cosa risponderle. Se c'è una cosa di cui mi sono accorta all'istante è che, quando abbiamo visionato i dossier di ogni vicino in questo quartiere, non c'è stato nessun accenno a dei bambini. Non so se sia stato per mantenere la privacy di minorenni o perché la presenza o no di bambini non sia rilevante ed importante per la missione, ma sembra comunque strano. Magari non devo dargli peso, magari stasera salterà fuori che in realtà c'è qualcuno che ha dei figli, o magari qualcuno accennerà qualcosa in riguardo a ciò. Non ne ho idea. Non voglio subito saltare alla conclusione che l'assenza di bambini sia ovvia e che, di conseguenza, sia strano, ma... Vedremo.

Mi consola sapere che, almeno a scuola, Emma abbia bambini con cui giocare e fare amicizia. E anche Henry.

Tuttavia, non dico di certo ad Emma i miei dubbi. Ne parlerò con Dale quando ne avremo l'occasione. Ma per questa sera, intanto, la cosa importante è fare bella figura con tutti e non essere considerati dei vicini strani o sospetti. Emma e suo fratello sanno come devono comportarsi, gli abbiamo fatto non so quante raccomandazioni in un solo pomeriggio. Henry non ha fatto domande, ha tenuto il solito sguardo indifferente, ma ha annuito. A differenza di sua sorella, a cui qualche domanda è scappata, ma anche lei ha affermato di aver capito.

Faccio voltare Emma non appena termino di sistemarle i capelli e, per un attimo, la osservo. I suoi lineamenti così semplici e dolci mi catturano tutte le volte, così come i suoi occhi grandi e brillanti. È una bellissima bambina, ed il fatto che sorrida sempre la rende ancora più bella. Non la conosco ancora sotto molti aspetti, eppure sento una certa empatia con lei. Sebbene io e lei siamo diverse – perché io non sono così sorridente e piena di vita come lo è lei, lo riconosco – so che riusciamo a trovarci. Giova il fatto che lei, fin dal primo momento, abbia riposto in me un'enorme fiducia e questo mi permette di sentire di meno il peso di dover fare il mio lavoro e badare al contempo a due gemelli.

Forse sarebbe ancora più facile se avessi con Henry lo stesso rapporto. Ma non posso pretendere tutto quel che voglio; lui non mi parla, mi guarda a stento ed è maledettamente presuntuoso. Cerco sempre di giustificare i suoi atteggiamenti, è pur sempre un bambino. Ma ammetto che vorrei davvero che le cose fossero diverse.

Weakness. Fino alla fine.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora