28 - la vera missione

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"È facile stare insieme quando va tutto bene

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"È facile stare insieme quando va tutto bene. Il difficile è quando si devono superare le montagne, fa freddo e tira vento. Allora, forse, per trovare calore, uno si deve fare un poco più vicino."

❀ ❀ ❀

H a r p e r

Entro in casa di corsa e, quando la richiudo alle mie spalle, mi ci poggio contro per diversi secondi. Ho il respiro corto, un senso di nausea forte e vomitevole incresce dentro di me, e per un attimo ho di nuovo l'istinto di piangere. Ma non lo faccio, blocco ogni lacrima e nonostante l'agitazione cerco di ricompormi.

Mi stacco dalla porta e mi affaccio verso il salotto, dove intravedo la televisione accesa. Mi aspetto di vedere, come al solito, Henry ed Emma che guardano la televisione e sospiro di sollievo. Ho bisogno di vedere loro due, adesso, solo così posso calmarmi. Raggiungo il salotto a passo spedito sentendo le mani e le gambe che tremano con forza.

Ma quando arrivo, però, scopro che in salotto non ci sono i bambini. C'è Dale, seduto sul divano mentre guarda la televisione. Non appena si accorge di me mi guarda, fa per aprir bocca, ma la richiude e corruga la fronte.

Tremo di nuovo, questa volta più forte, ed il battito cardiaco va ad aumentare così tanto che il rimbombo di esso risuona in tutto il mio corpo fino a tapparmi persino le orecchie. Non mi sono mai sentita così tanto impanicata in vita mia, mai. E non ho mai desiderato piangere così tanto come lo desidero adesso.

«Dove sono i bambini?» chiedo a Dale, ma mi guardo intorno pur di vederli comparire magicamente sul divano. O in qualunque altro punto della stanza. Ma più mi guardo intorno e più constato che non ci sono.

Nel frattempo, Dale si alza con uno scatto. L'espressione preoccupata che mi rivolge mi fa capire che abbia percepito il mio stato d'animo agitato ed impaurito. Mi viene incontro, ed incastra i suoi occhi nei miei.

«Che cosa è successo?» mi domanda e, quando poggia la mano sul mio braccio, si accorge che sto tremando. «Harper, cosa è successo? Qualcuno ti ha fatto qualcosa? Parlami.»

Scuoto la testa con forza. «Dove sono Henry ed Emma, Dale?» domando ancora e, stavolta, alzo la voce.
Forse ho proprio gridato, ma sono troppo agitata e confusa per rendermene conto.

Le mani di Dale, adesso, si posano sulle mie. Mi tiene vicina cercando di capire cosa è successo. Lo scanso velocemente, ripetendo di nuovo la stessa domanda, e lui si corruga ancora di più. Sento un dolore lacerante al petto e il respiro non cenna a regolarizzarsi. Ma ignoro anche le peggiori delle sensazioni.

«Sono al piano di sopra, Harper. Mi dici che cazzo sta-»

Non lo lascio terminare, o almeno... Non ascolto fino in fondo quel che dice. Mi allontano con uno scatto, quasi correndo, fiondandomi sulle scale. Ho bisogno di vedere i bambini e di accertarmi che stiano bene. Sono rimasti tutta la mattina in casa con Dale, lo so, ma non sono comunque tranquilla. Non dopo quello che ho appena scoperto. Non dopo aver finalmente capito quale cazzo sia il motivo della loro presenza qui.

Weakness. Fino alla fine.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora