26 - sensi di colpa

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"Perché, per rendere gli altri felici, ci si dimentica di far felici se stessi e di vivere seguendo i propri desideri"

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"Perché, per rendere gli altri felici, ci si dimentica di far felici se stessi e di vivere seguendo i propri desideri"

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H a r p e r

La mattina seguente mi sveglio ancor prima che la sveglia suoni. Molto prima. Sia perché ho ancora l'abitudine di svegliarmi presto, in un orario al di fuori del normale, sia perché sento il mio corpo particolarmente rilassato come quando dormi talmente bene che riesci a svegliarti senza il minimo sforzo. E mi sento riscaldata, oltre che riposata ed apparentemente comoda. Da quando sono qui, a Towanda, mi capita raramente di sentire il letto così comodo. In genere lo paragono al letto di casa mia, definendolo il peggiore tra i due, ma oggi è diverso.

Con ancora gli occhi chiusi, mi muovo leggermente e mi rannicchio un po' di più sotto le coperte. Nel farlo, però, sento qualcosa sotto la mia testa. Capisco che non sia il cuscino e, nello stesso momento, percepisco qualcosa accanto a me. Dei respiri lunghi, profondi e altrettanto rilassati fanno riempiono la stanza. Riesco a percepirli ancora di più quando mi rendo conto che la mia mano continua ad alzarsi ed abbassarsi regolarmente a quel respiro. E, infine, riesco a sentire un profumo. Un profumo che conosco fin troppo bene.

Apro finalmente gli occhi con uno scatto. E per un momento resto immobile cercando di mettere a fuoco quel che mi circonda. Sono nel mio letto, come da consueto, ma non sono sola. Ho la mano poggiata su un petto, un braccio mi sostiene la testa ed una mano mi sfiora la spalla... Alzo lo sguardo, ed i miei occhi incrociano dei capelli medio lunghi ed una barba particolarmente folta. Il cuore prende a battermi con forza ed agitazione quando, in un istante, riesco a collegare ogni frammento della sera precedente.

Accanto a me, nudo e dormiente, c'è Dale.
Ed io sono altrettanto nuda, avvinghiata a lui.

Sono andata a letto Dale. Di nuovo.
Merda. Merda. Merda.

Vengo assalita dal panico dentro di me, ma cerco di rimanere calma all'esterno. Lui sta ancora dormendo, se iniziassi a dare di matto lo sveglierei. Non deve vedermi entrare nel panico. Ma più lo guardo, più le immagini della notte scorsa mi tornano in mente e più il cuore mi batte con prepotenza nel petto. Stavolta è il mio respiro che si fa più pesante, ma non è per niente rilassato. A dirla tutta, non riesco più a sentirmi rilassata adesso. Come se la consapevolezza di ciò che ho fatto abbia appena spazzato via quella sensazione di calma che sentivo stando vicina a lui.

Questo non è un bene. Mi sono addormentata con il pensiero che forse non sarei nemmeno riuscita a prendere sonno, invece mi sento come se avessi fatto la dormita migliore della mia vita. E che l'affluenza di Dale abbia contribuito, soprattutto. Ho dormito da Dio dopo aver fatto sesso, del buon sesso, con il mio ex.

Non va bene. Non va bene. Non va per niente bene. No. Sono un cazzo di casino: sono nel panico perché stare con Dale è stato dannatamente bello.

Ed è la seconda volta che mi sento così nel giro di pochi mesi. Sempre per lui. E sempre dopo aver fatto sesso con lui.
Respira, Harper.

Weakness. Fino alla fine.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora