Ricordi dolorosi

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Vibeke

"Buongiorno" Vibeke entrò in sala, dove ad attenderla c'erano i professionisti di ballo.

"Ciao Vibeke, finalmente ci conosciamo" disse Giulia Pauselli avvicinandosi al plexiglass.

"Allora oggi iniziamo con la prima prova della coreografia che dovrai fare per il compito. Non è difficile, la cosa importante è l'espressione del viso, mi raccomando." le spiegò la professionista mentre Vibeke si riscaldava.

"Nella scatola trovi le scarpe, mettitele e poi te le riporti a casa così ci cammini un po' e ti abitui a portarle, ok?" la bionda annuì sollevando il coperchio.

Alla vista di quelle scarpe, con tacco tutt'altro che comodo e confortevole, scoppiò in una risata isterica.

Si sedette per terra e le indossò, alzandosi poi in piedi, senza nemmeno un traballamento.

"Vedo che sei già abituata, questo è un grande passo avanti" la cantante sorrise.

"Iniziamo con una camminata iniziale, poi andiamo avanti con la performance e poi ci mettiamo la voce e proviamo." Vibeke annuì.

Ma, mentre provava con la donna le tornarono in mente ricordi talmente dolorosi che sentì l'aria nei polmoni venir meno e un senso di angoscia salirle fino alla gola.

Si fermò per bere un goccio di acqua sperando che quella sensazione si bloccasse, ma niente, anzi, sembrava essere peggio di prima.

"Tutto ok?" le chiese Giulia fermando la musica.

Vedendo che la ragazza non rispondeva si sedette per terra.

"Siediti un attimo e riprenditi poi andiamo avanti" Vibeke annuì sedendosi contro lo specchio, con le ginocchia al petto.

"Avanti muovi sto culo Vibeke!" le gridò sua madre battendo le mani.

La scena risaliva a molti anni prima.

La Vibeke bambina annuì tentando di muoversi come voleva la madre.

"No no no! Che cazzo fai? Ti sembra questo il modo di ballare?" gridò la madre bloccando la musica e tirandole un sonoro ceffone che le fece bruciare la guancia.

"Prima eri obesa e ti muovevi come un tricheco, ora sei magra e sembri una giraffa sui tacchi, ti sembra questo il modo? Sei un'incapace, una buonannulla, non farai mai niente nella vita! Come pretendi di sposarti e trovarti un uomo se continui così, eh? Spiegamelo"

Vibeke ebbe un giramento di testa, mentre Maria Luisa (la sua mamma) continuava a strillare.

"Avanti!" la scosse fortissimo prendendola per un braccio.

"Spiegamelo ho detto!" continuò sempre più arrabbiata.

Vibeke voleva rispondere, ma sembrava che le parole le si fossero bloccate in gola a causa del mal di testa lancinante che aveva ormai da un paio di giorni.

Sua madre le assestò un altro scapaccione, ma quella volta non sentì il dolore perché l'ultima cosa che vide fu il buio e l'ultimo rumore che udì fu quello del suo corpo che cadeva pesantemente a terra.

...

Quando Vibeke riprese conoscenza si trovava all'interno di una camera spoglia e fredda: una stanza di ospedale.

Accanto a lei c'erano i suoi genitori intenti a litigare e un medico che stava sistemando quella che sembrava essere la sacca di una flebo.

"Si è svegliata" disse piano lui.

Had og kærlighed | Alessio Cavaliere Amici 22Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora