Estranei a partire dai ieri

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Vibeke

"Io non capisco veramente cosa stia succedendo!" esclamò Vibeke, guardando Alessio seduto sullo sgabello della cucina.

"Non lo capisco neanche io, semplicemente le cose in questi giorni stanno andando così" le rispose lui, fissandola con quegli occhioni color ghiaccio.

Stavano discutendo, ma in maniera più tranquilla rispetto al solito.

Probabilmente quelli erano i tipici "litigi da coppia" e lei non riusciva a capire come fossero finiti in quella situazione, dato che loro non erano una coppia.

O almeno non veramente.

"Ho capito, ma non è che io mi sogno le cose allora."

"Stanno succedendo troppe cose insieme. In questi giorni è un casino"

"è per questo che tu sei sempre così di cattivo umore? Sento che mi eviti, che non tolleri quasi la mia presenza."

"Questo non è vero bubi"

Ultimamente aveva iniziato a chiamarla con quel soprannome, davvero sdolcinato, forse troppo, come era lui.

"Invece sì, sei sempre distante. Io ti cerco e mi sento stupida perché sembra che stai con me, mi abbracci, mi baci così perché sei costretto"

"Non dire queste cose perché non è assolutamente vero. Piuttosto sono io che sento che qualcosa non va da parte tua: sei tu quella distante Vib"

Lei si fermò a guardarlo.

"IO mi sento di troppo, mi sento allontanato da TE! Sei tu che metti le distanze tra di noi, stai facendo tutto tu e non capisco perché. Non ti va bene quello che siamo?"

"Come puoi solo pensare una cosa del genere? Se io ti cerco è perché mi piace stare con te, mi sei sempre accanto, non mi sembra di averti allontanato, soprattutto perché non voglio."

"Allora non te ne rendi conto, ma io sento che ogni momento libero che potresti dedicare a me, a noi, lo riempi per pensare alla musica. Capisco che è la tua carriera, il tuo sogno, la tua ambizione, capisco che vivi per quello e non potrebbe essere altrimenti, perché tu sei musica Vib, ma vorrei essere anch'io parte del tuo mondo, non solo un accessorio che puoi utilizzare solo perché ti piace la mia compagnia, non voglio sentirmi così. E mi sto allontanando perché anche io ho un sogno, ballare e vivere di danza, e non posso permettere che con i tuoi sbalzi d'umore mi faccia perdere anche questa occasione."

"Va bene, ho capito, ti sto facendo perdere la tua occasione."

Alessio si pentì subito di quelle parole.

"Bubi, non intendevo dire questo lo sai"

"No no, ho capito. Non ti preoccupare. Ho scaricato la colpa su di te, quando sono io che non mi rendo conto delle situazioni."

Si alzò dallo sgabello, prendendo il giubbotto e il pacchetto di sigarette.

"H-ho bisogno di stare un po' da sola...scusa" le si offuscava la vista, ma non voleva piangere davanti a lui, si stava comportando da vittima, ma era lei che aveva causato tutta quella situazione.

Alessio aprì la bocca per parlare, ma poi la richiuse subito, osservandola mentre gli passava accanto, raggiungendo il cortile.

Si mise il cappuccio, sedendosi sul divanetto e osservando il sole ancora alto nel cielo.

Si accese una sigaretta e ispirò profondamente, alzando poi lo sguardo verso il soffitto.

Rimase così, a fissare il vuoto per un periodo di tempo interminabile, con il fumo che le riempiva i polmoni e le lacrime che le offuscavano la vista.

Had og kærlighed | Alessio Cavaliere Amici 22Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora