Il silenzio della notte

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Vibeke

Vibeke non riusciva a dormire.

Si sentiva in colpa.

In colpa per aver raccontato il suo passato ad Alessio e soprattutto a mezza Italia.

Era una stupida!

Non doveva crollare in quel modo.

Non le era concesso soffrire così per un paio di tacchi.

C'era gente in tutto il mondo che pativa la fame e lei stava così male per una stronzata.

Era una cretina.

Cretina, perché aveva raccontato tutto quello ad Alessio, il ragazzo che lei non sopportava.

Sicuramente l'avrebbe presa in giro.

Si rigirò nel letto continuando a rimuginare su quella situazione.

Osservò l'orologio smart che era a caricare sul comodino.

Erano le 4.06.

Neanche troppo presto in realtà.

Decise di alzarsi dal letto, facendo attenzione a non svegliare le sue compagne.

Non gliene fregava niente in verità, ma sentire gli strilli di quella spocchiosa di Maddalena di prima mattina era l'unica cosa che voleva.

Non la sopportava proprio.

Era solo una ragazzina impertinente e viziata.

Si capiva che fosse interessata ad Alessio e glielo avrebbe anche lasciato se non fosse stata legata a lui da un contratto.

Quanto avrebbe voluto tornare indietro e non mettere quella firma.

Eppure c'era qualcosa di molto allettante: i soldi.

Quelli le interessavano.

Poteva sembrare una stronza e lo era senza ombra di dubbio.

Si diresse in cucina e accese la macchina del caffè.

Doveva svegliarsi un po' e il ginseng era sempre stato il suo migliore alleato.

Si sedette sull'isola della cucina, versandosi un po' di latte nella tazzina, quando un rumore la fece sobbalzare.

"'A fregna 'e mammat'" a parlare era stato Alessio, che borbottava saltellando su un piede, mentre si teneva l'altro con la mano.

Vibeke si trattenne dallo scoppiare a ridere, ma poi esplose, facendo cadere il ragazzo per terra dallo spavento.

"Buongiorno anche a te" lo sbeffeggiò mentre lui si rialzava da terra.

"Quanto sei simpatica" sbuffò lui, aprendo il congelato per cercare un sacchetto di ghiaccio.

Il ballerino si fermò dietro di lei, strappandole la tazza dalle mani.

"Ginseng! Che merda!" osservò disgustato dopo averne bevuto un sorso.

"La tua delicatezza di prima mattina mi sorprende" scherzò lei, continuando a bere incurante dalla tazza.

"Sono serio. Come fai a berlo? è terribile! Sembra di mangiare l'inchiostro"

Vibeke si girò sullo sgabello, fronteggiandolo.

"Non ti rispondo neanche guarda. Tu che vieni da Napoli e lo bevi decaffeinato"

Alessio non rispose, ferito nell'orgoglio.

"Tornatene a mangiare il tuo pane con la marmellata" le disse avvicinandosi di più a lei e facendo toccare le loro gambe.

Had og kærlighed | Alessio Cavaliere Amici 22Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora