Coccole

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Alessio

Alessio stava rientrando da lezione.

Era andato tutto bene, come al solito.

Quella settimana stava procedendo per il meglio e non poteva essere più felice.

Vibeke aveva incontrato i suoi genitori, che già l'adoravano e sembrava che tra di loro si stesse stabilendo una connessione sempre più forte.

Si sfilò il giubbotto, appendendolo sull'attaccapanni vicino alla porta, lasciandosi trasportare dalle melodie del pianoforte che inondavano la casetta.

Era la prima volta da quando era entrato che gli capitava di sentirlo suonare così bene.

Togliendosi anche la felpa, si avvicinò alle gradinate, per capire chi fosse il musicista misterioso.

Riuscì a scorgere un'esile figura bionda che muoveva la testa a ritmo delle note: Vibeke.

Senza disturbarla, Alessio camminò verso di lei in punta di piedi, beandosi di quella dolce canzone.

Quando fu dietro di lei, che non si era ancora accorta di nulla, la osservò suonare.

Le dita scorrevano delicate sui tasti d'avorio, mentre i piedi battevano sul pavimento come un metronomo per contare il tempo.

Alessio rimase per un po' a contemplarla.

Sembrava un angelo: il "suo" angelo.

Sospirò pesantemente: Vibeke non sarebbe mai stata realmente sua.

Tanto valeva godersi quei momenti, che alla fine dell'estate sarebbero stati solo un lontano ricordo.

Delicatamente, l'afferrò per la vita, prendendola in braccio.

"Ma che cazzo..."

Proprio un angioletto, eh?

Alessio si sedette sullo sgabellino, poggiandola sulle sue gambe.

Lei si girò, rilassandosi vedendo la sua espressione divertita.

"Ma sei normale? Mi hai fatto spaventare a morte"

Alessio le lasciò un bacio sulle labbra.

"Niente è più normale da quando ti conosco"
"Stai dicendo che sono pazza?"

"Mmh nah, solo a volte..."

"Beh grazie. Tu per me sei pazzo sempre"
"Sono pazzo sì...ma di te"

Alessio poggiò la testa sulla sua spalla.

La ragazza rimase per un attimo interdetta, poi gli prese il viso tra le mani, baciandolo.

"Che fai?" domandò il ballerino, allacciando le braccia intorno alla sua vita.

"Suono un po', per tenermi allenata"

"Posso stare qui mentre suoni? Sei bravissima"

"Certo che puoi." rispose lei, prima di starnutire.

Alessio sorrise intenerito.

Poi afferrò la felpa buttata malamente per terra.

La fece voltare e poi gliela infilò dalla testa.

La testa della ragazza spuntò da quella massa informe di tessuto nero e Alessio le prese piano un polso, inserendolo delicatamente in una manica.

Fece la stessa cosa con l'altro braccio.

Vibeke intanto se ne stava lì, ad osservarlo con quegli occhioni verdi.

"Che fai?" domandò, avvolta dalla felpa.

Had og kærlighed | Alessio Cavaliere Amici 22Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora