11. Horcrux

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Arriviamo all'ufficio di Silente e gli mostriamo la fiala, che lui immerge all'istante nel pensatoio per rivelarla.

Immergo il viso e l'immagine riprende dal punto in cui si è interrotta l'ultima volta: Tom intanto a parlare con Lumacorno vicino al camino.
«Ero in biblioteca l'altro giorno, nel reparto proibito e... ho letto una cosa alquanto strana riguardo una rara magia. Si chiama, se ho ben capito, Horcrux.»
«Come hai detto scusa?»

Il professore è terrorizzato e sebbene tenti di nasconderlo, è evidente che ne sa qualcosa.
«Horcrux. Mi sono imbattuto nel termine leggendo ho capito appieno.»
«Non so che cosa tu abbia letto Tom ma questa è roba molta oscura, davvero.»
«Perciò adesso sono da lei.»
Il ragazzo, sicuro si avvicina, deciso a sapere.

Lumacorno alla si arrende. «Un horcrux è un oggetto in cui una persona ha nascosto parte della sua anima.»
«Ma non capisco come funziona, signore.»
«Uno divide la sua anima e ne nasconde parte in un oggetto. Così facendo, saresti protetto se venissi aggredito e il tuo corpo distrutto.»
«Protetto?»
«La parte nascosta della tua anima continuerebbe a vivere. In altre parole, non puoi morire.»

Ton ha un sussulto e gira verso il camino. «E come si divide la propria anima?» chiede, cominciando a girare l'anello al dito.
«Credo che tu conosca già la risposta, Tom.»
«Omicidio.»
«Si. Uccidere fa a brandelli l'anima, è una violazione della natura.»
«Si può dividere l'anima solo una volta? Per esempio, sette non...»
«Sette?! Per la barba di Merlino, tom. Non è abbastanza orrendo pensare di uccidere una persona? Strappare l'anima in sette pezzi. Ma sono tutte ipotesi, non è così Tom? Da Accademia.»
«Certo signore. Sarà il nostro segreto.»

La visione finisce e Harry balbetta mentre Silente si prende un momento per sedersi. Io sto abbastanza bene, tutto sommato...credo.

«Va oltre ogni mia immaginazione.» ammette il preside dopo aver preso un po' di fiato.
«Vuol dire che ci è riuscito, signore?» domanda mio fratello.
«Oh si ci è riuscito e non una volta.»
«Cosa sono esattamente?»
«Potrebbero essere qualsiasi cosa. Un oggetto di uso comune...» Silente si avvicina con calma alla sua scrivania «Un anello per esempio o un libro.» ci mostra mettendo gli oggetti sul tavolo.»

«Il diario di Tom.» sussurro, un po' scossa. Ricordo perfettamente l'ansia che mi corrodeva il cuore al pensiero che la mia migliore amica fosse in quella galleria sotterranea che il ricordo di Tom a succhiarle le energie.

«È un horcrux. Quattro anni anni fa, quando avete salvato la vita di Ginny Weasley, tu Harry mi hai portato questo. Capii che era un diverso tipo di magia, molto oscura e potente. Ma finora non avevo idea di quanto lo fosse.»
«E l'anello?»
«Era della madre di Voldemort. difficile da trovare e ancor di più da distruggere.» allunga la mano destra, è nera e sembra presa una maledizione propensa a espandersi.

Harry allora ragiona un momento e parla. «Ma se si riuscisse a trovare tutti gli horcrux...»
«Si distruggerebbe Voldemort.» ribatte il preside, capendo all'istante dove vuole arrivare.
«Ma come trovarli? Potrebbero essere d'ovunque no?»
Silente annuisce. «Vero, ma la magia oscura...»

Mi prendo la libertà di sfiorare l'anello e vengo attraversata da una scarica elettrica. Vedo immagini sfuocate, tutte riguardanti Tom, tra le quali lui bambino nella sua stanza di orfanotrofio. Io non ci sono mai stata perché i Smith mi ha preso con loro appena nata, ma non credo sia un posto felice. Specie se sei un bambino solo e con abilità speciali.

«...lascia tracce.»
«Ecco dove andava vero, signore? quando lasciava la scuola.»
«Si...e credo che forse ne ho trovato un altro ma questa volta non posso sperare di distruggerlo da solo. di nuovo, io devo chiederti molto Harry.»

Mi ricompongo, sbattendo le palpebre. Silente ora è affianco a mio fratello e come sempre, gli chiede di compiere sfide impossibili.

«D'accordo signore.» accetta Harry, spinto da un senso di dovere innato che non sa da dove venga.
L'uomo lo ringrazia con un cenno e si rivolge a me. «Ester, tu dovrai rimanere qui così che possa intervenire se sentissi che si mette male. Puoi sempre contattare tuo fratello, no?»

Harry mi guarda con un sopracciglio alzato, ignaro. Io non dico nulla e mi limito ad annuire al preside, sapendo esattamente che intende. Quindi, ci lascia andare.

«Sorellina, che intendeva Silente?» mi chiede in corridoio Harry.
«Non te ne ho parlato prima perché non era necessario tu sapessi...»

Non essendo capace di leggermi, mi incita con uno sguardo incuriosito. «Posso capire dove ti trovi con i miei poteri.»

Harry sbarra gli occhi e arresta il passo. «Come ci riesci?»
«Siamo fratelli, semplicemente. L'ho letto l'altro giorno. Il nostro legame è così stretto che ho questa possibilità.»

«Quindi, puoi vedere se sono in pericolo?»
«Si. L'ho fatto anche quando la Tana è andata a fuoco.»

A questo punto, accenna un sorriso. «Io l'ho sempre saputo.»
«Cosa?»
«Che sei la mia fortuna.»
Gli poggio un braccio intorno alle spalle e sorriso. «Pure tu lo sei, fratellone.»

Arriviamo alla torre di Grifondoro e spieghiamo agli altri cosa vuole il preside da mio fratello.
«Ma, Harry, è follia pura. Non sai nemmeno dove ti porterà.»
«Si, invece. In un posto, a trovare un ho
«Ok, ma dove?»
Lui non risponde, concedendo il punto a Hermione che sospira con le braccia incrociate.

Ron allora si alza al sofà con le mani in tasca. «Herm, senti. Silente è in gamba, sarà al sicuro.»
La ragazza lo fulmina, per niente d'accordo e in effetti non ha tutti i torti.

Silente dà missioni piuttosto suicide ogni tanto ai suoi studenti. Tuttavia, questa volta Harry non deve cavarsela da solo quindi...dovrebbe andare meglio delle altre volte.

«Sentite, ho dato la mia parola. Non posso rimangiarmela.» afferma infine Harry deciso.
Ha ragione e nessuno di noi più obietta. Perciò ci avviamo alle scale per andare in dormitorio. Lui ha bisogno di riposare e noi altri anche, per le lezioni dell'indomani.

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