3. Bentornati...

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Arriviamo in Sala Grande e dal momento che tutti stanno mangiando, capisco che la cerimonia dello smistamento si é già conclusa e quasi mi dispiace, avrei voluto conoscere qualche nuovo volto. Comunque, Luna ci lascia per andare al tavolo della sua casa mentre io e mio fratello raggiungiamo i nostri amici.
Sento i pensieri di Ginny che come fino a poco di tempo fa, come me, si sta chiedendo perché mai Harry sia sempre sporco di sangue. Io ho smesso di farmi questo tipo di paranoie, più che altro perché nemmeno lui sa vermehrte come faccia a trovarsi sempre nei guai e uscirci vivo, ma in questo stato.
«Sembra il suo questa volta però.» le risponde Ron, come se avesse capito.

Sorvolò, reprimendo il mio subconscio che ancora non accetta la barriera di cristallo che c'è tra noi e mi siedo, aiutando Harry a ripulirsi del tutto. L'incantesimo di Luna ha funzionato, ma con qualche danno collaterale.
«Il cappello parlante di questi tempi ci vuole forti e senza paura in questi tempi inquieti. Facile per lui, è un cappello!» ci informa e io non posso far a meno di sorridere. Non gli si può dar torto.

Lui sembra notarlo e io cerco di ricompormi quando mi sorridere di rimando anche se difficile e ancora di più quando da sotto il tavolo sento la sua mano che cerca di catturare la mia. Nonostante, lo vorrei con tutto il cuore, lo respingo e porto l'attenzione a Silente che sta andando sul podio, probabilmente per fare un annuncio, come ogni inizio anno.

«Benvenuti e bentrovati. Due nozioni veloci.» inizia richiamando ogni alunno presente all'ordine con un ambio gesto delle braccia. «Quest'anno, la cattedra di Pozioni, torna al Professor Horace Lumacorno. Difese contro le Arti Oscure invece sarà tenuta dal professor Piton.»
Mi metto le mani nei capelli. Sono la prima della classe in cui la materia e sono certa che quest'anno sarà l'ultima grazie a lui.
Una serie di borbottii si fa strada tra i tavoli, ma vengono subito fermati dal preside che ricomincia a parlare, cambiando argomento. «Una volta, c'era un giovanotto come voi che passeggiava dormiva e sembrava uno studente come tutti gli altri. Il suo nome era Tom Riddle. Oggi ovviamente è conosciuto con un altro nome e per questo mentre sono qui guardo tutti voi stasera mento di un fatto rilevante. Ogni giorno ogni ora forze oscure tentano di entrare in questo castello ma alla fine la difesa più grande siete voi. Una cosa su cui meditare. Ora a letto.»
Grazie professore, così si che mi tira su...
Pian piano il salone si svuota e io insieme ai miei amici, salgo le scale per arrivare al settimo piano dove abbiamo la sala nostra comune.

Siamo così stanchi dal viaggio che quasi non preferiamo parola da un lato anche perché Hermione e Ron non sono per niente convinti della supposizione di Harry fatta in treno. Io credo invece che abbia senso in fondo, ma non voglio dare giudizi troppo in fretta. Che se devo ammettere che drago prima non si sarebbe comportato in quel modo se non avesse qualcosa da nascondere.
Quindi arriviamo e io mi faccio avanti per dire la parola d'ordine. Il quadro della signora grassa finalmente ha capito che non importa a nessuno della sua voce quindi ci fa passare subito e poi riprende a cantare per conto suo.
Saliamo direttamente in dormitorio, io prontissima a lasciarmi cadere sul letto e dormire. «Bene, allora a domani.»
Le ragazze e Harry annuiscono salutando con la mano e si ritirano lasciando soli me Ron. Il mio battito comincia ad accelerare ripensando a poco fa.
Si avvicina, solamente poco più di un metro ci separa e per me è troppo, vorrei che si allontanasse. Mi mette troppa soggezione averlo così vicino per quanto in fondo sia piacevole.
«Spero accetterai.» dice porgendomi un foglio di pergamena piegato in quattro su se stesso. «Buonanotte.»
Se ne va senza dare altre spiegazioni e io appena mi riprendo da questo piccolo shock, entro in camera mia.

«Allora, avete risolto?»
«Vi siete baciati?»
Hermione e Ginny mi corrono incontro gridando come galline impazzite e io cerco di scappare rifugiandomi in bagno, chiudendo la porta alle mie spalle. Ma come ti viene in mente una cosa del genere?
Lo sanno benissimo che la situazione è complicata e onestamente se fosse successo quello che hanno appena ipotizzato, molto probabilmente non sarei nemmeno qui, a subirmi i loro scleri ingiustificati.
Approfitto di questo attimo di tranquillità per leggere il biglietto di Ron che stringo ancora tra le mani.

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