5. Relazioni mature🔴

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Osservo a lungo la guancia schiacciata contro il mio braccio e la bocca leggermente socchiusa; sfilo il braccio su cui è appoggiata il più delicatamente possibile per evitare di svegliarla.

È appena l'alba, l'uragano ha lasciato spazio ad un cielo terso, seppure freddo.

Esco dallo Chateau indossando una felpa per coprire la pelle dall'aria pungente tipica dei giorni subito successivi ad un uragano e porto con me il portatile di Pope. Ho bisogno di stare da solo e di concentrarmi per scrivere la mail ai servizi sociali, seppure non sia ancora totalmente sicuro della mia decisione. Spero solo che davvero possa fare la differenza per la bambina.

Mi sto mettendo in guai seri e già lo so: dovrò spiegare la situazione a mio padre e – soprattutto – tenerlo lontano da lei.

Mentre raccatto il portatile del mio amico, la mia attenzione è catturata dall'IPhone di Kiara che si illumina sul tavolo. Resto a fissare il cellulare per un po' fino a che mi convinco a fare l'unica cosa che non avrei dovuto fare; sblocco il telefono con facilità – conosco bene i miei polli – e mi ritrovo davanti un'infinità di messaggi di Rafe: 

 Resto a fissare il cellulare per un po' fino a che mi convinco a fare l'unica cosa che non avrei dovuto fare; sblocco il telefono con facilità – conosco bene i miei polli – e mi ritrovo davanti un'infinità di messaggi di Rafe: 

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Una sensazione di bruciore mi pervade le viscere a ripercorrere la nottata appena trascorsa. Mi sento ancora addosso il calore della sua carne e il mio avambraccio porta ancora i segni dei suoi denti stretti intorno alla mia pelle per sopprimere i gemiti di piacere. Il piacere che io le ho procurato e che lei si è lasciata procurare. Ho tante domande ma una mi attanaglia particolarmente: perché?

Lascio il telefono sul tavolo e, volontariamente, decido di non bloccarlo – così che risulti online.

Esco sul porticato e scrivo la maledetta email, ponendo fine al primo problema di questa giornata.

Senza aspettare che gli altri si sveglino infilo un costume da bagno e prendo la tavola da surf dal capanno di John B.

La spiaggia è un totale disastro; passeremo sicuramente tutta l'estate a pulire mentre quei kook del cazzo staranno con i culi al fresco nei loro salotti a Figure Eight, a godersi i drink e l'aria condizionata dei generatori. Noi? Noi resteremo senza corrente per mesi probabilmente. Ma chi siamo noi, in fondo? Pogue di merda, lo dice anche Rafe.

Al contrario della spiaggia, l'oceano è cristallino. La tempesta ha portato tutti i pesci a riva e di tanto in tanto se ne vede qualcuno saltare fuori dall'acqua.

Non ci sono grandi onde stamattina, ma un paio sono riuscito comunque a prenderle. Tuttavia, prima di prendermi un'ipotermia penso sia il caso di tornare allo Chateau, bere qualcosa di caldo e poi andare a lavoro. Oggi farò qualche straordinario, magari mi tiene impegnato a non pensare.

Quando rientro in casa di John B, il sole è ormai alto.

"Non so dove sia, John B. Non l'ho sentito uscire questa mattina: deve essersi svegliato all'alba" sento la voce di Pope.

Al di là del mare - JIARA💙Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora