20. Una cosa che non ti piacerà

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Ci ho messo più tempo del dovuto a capire come pagare le bollette ma, finalmente, sono riuscito ad inviare il pagamento. Spero che riattacchino presto il gas, altrimenti sarà difficile gestire la bambina tra le docce e i pasti.

Mentre sono nel cortiletto davanti casa, intento a scartavetrare un vecchio tavolino da sistemare in veranda per le serate più fresche, Kiara arriva alle mie spalle tenendo tra le mani le mie vecchie chiavi dello Chateau.

"JayJ" dice per attirare la mia attenzione.

Alzo la testa dal legno chiaro che sto lavorando per incrociare il suo sguardo colpevole che, tuttavia, non riesco a reggere – tanto è vero che riprendo a fare quello che stavo facendo.

"Possiamo...possiamo parlare?" domanda.

Mi rimetto in posizione eretta, alzando il viso verso l'alto per liberare il più possibile la gola e consentire un flusso dell'aria più veloce data l'agitazione che mi pulsa nel corpo.

"Cosa ci fai qui, Kiara?" rispondo superando il tavolino che mi divide da lei.

"Ti avevo scritto che sarei venuta" abbassa lo sguardo e inizia a giocare con le pellicine delle mani.

Tutto quello che vorrei fare ora e avvicinarmi a lei e attorcigliare le mie dita con le sue; vorrei dirle che va tutto bene, che sono innamo... no, non siamo ancora arrivati a questo punto della storia.

"Ok, come puoi vedere sono vivo. Puoi anche andare ora" controbatto fermo.

"JayJ ti prego...".

Anche da discretamente lontano, noto che le si iniziano ad appannare gli occhi di un sottile strato di lacrime.

"Cosa, Kiara? Mi preghi di cosa? Di dirti che va tutto bene e che possiamo riprendere a baciarci e a scopare la notte allo Chateau mentre gli altri dormono? No, non te lo dico, perché non è vero" rispondo sorprendendomi della calma che riesco a mantenere nonostante la furia che mi risale dello stomaco.

"Io non volevo in nessun modo ferirti, Jay! È successo anni fa, eravamo piccoli e io sono stata stupida, io-io non sapevo cosa stessi facendo ed era la prim..."

"Non...non andare avanti, per favore. Non voglio sapere cosa avete fatto e perché lo avete fatto" dico stringendo gli occhi provando a scacciare, per la milionesima volta in 48 ore, le immagini di loro due.

"Mi devi credere, JayJ, ti prego" le guance le si rigano di grossi lacrimoni che scendono giù veloci dagli occhi "non voglio perderti".

Ti prego, non piangere Kiara...

Accorcia la distanza che ci divide con qualche passo, arrivando a stare giusto di fronte a me. Cerca disperatamente il mio sguardo che, però, cerco di vincolare alle mie scarpe per evitare di perdere il controllo.

"JayJ..." sussurra appoggiandomi un palmo sulla guancia e spingendomi leggermente il viso verso l'alto per costringermi ad incontrare il suo viso.

Sento la fronte corrugarsi in un'espressione di dolore. Sì, è proprio dolore quello che sento, un dolore emotivo talmente forte da diventare fisico. Sento male al collo, alle braccia, alla pancia. Mi formicola la testa tanto che sto provando a restare distaccato da questa situazione, mi fa male l'interno della bocca tanto mi sto mordendo le pareti delle guance per provare a trattenermi dall'assumere espressioni di qualsiasi tipo. L'esofago mi si stringe al punto che persino deglutire è difficile. Ho paura stia succedendo la stessa cosa capitata durante la serata cinema, ma non voglio crollare di fronte a lei. Non voglio darle questo potere. Non voglio più dare questo potere a nessuno.

"Che stiamo facendo, Kie? Cosa stiamo diventando? Questa è tutta una cazzata, abbiamo fatto una cazzata" le dico non riuscendo, tuttavia, a staccare gli occhi dalle sue labbra.

Al di là del mare - JIARA💙Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora