16. Buon quattro luglio 🔴

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Sono sdraiato sul letto a guardare Instagram quando entra in camera con indosso solo una mia t-shirt che la copre fin poco sotto le natiche. Ha i capelli raccolti in uno chignon disordinato e qualche ciocca ribelle le ricade sul viso, donandole un'aria stanca ma terribilmente dolce.

Resto lì a guardarla come un babbeo mentre appoggia i vestiti usati su una sedia in camera, provando a non inciampare tra le mille cose riversate sul pavimento.

"Che c'è?" mi domanda intercettando il mio sguardo su di lei.

"Nulla" dico abbassando gli angoli della bocca "mi aspettavo di vedere Pope" dico riprendendo a scorrere le storie di Instagram.

"Ho rovinato qualche programma?" chiede ridendo, venendosi a sedere sul bordo del letto.

"Oh, ci puoi scommettere. Ero già pronto per una sveltina con Pope" dico non togliendo gli occhi dal cellulare.

"Va bene per te se resto qui stanotte?" domanda tornando seria.

Mi metto seduto, abbandonando l'IPhone sul materasso e appoggiandomi con la schiena nuda contro la spalliera del letto.

"Se russi ti mando a dormire sull'amaca".

"Io non russo!" dice a voce un po' troppo alta.

"Sh, sh!" ridacchio mettendomi un indice di fronte la bocca e il naso.

"Scusa, scusa" ride a sua volta tappando la bocca con entrambe le mani.

Ci stendiamo uno accanto all'altra senza che nemmeno un centimetro del nostro corpo sfiori quello dell'altro; non mi sento a mio agio e non so se sia dovuto al fatto che mi sembri strano starle lontano o che mi dia ancora inconsciamente fastidio la discussione dell'altra sera. So che la situazione è strana e le nostre vite un totale casino, ma siamo sempre stati sicuri di esserci l'un l'altro; da quella notte, invece, è come se questa mia certezza avesse iniziato a vacillare, facendomi sentire per lei solo uno dei tanti modi per scappare dai problemi. Sia ben inteso, voglio essere il suo lascia-passare verso momenti di tranquillità, ma mi ha fatto male sentirmi cadere dalle nuvole che la mia illusione mi aveva fatto creare, in cui mi sentivo diverso e speciale per lei rispetto a tutti gli altri.

Kiara lascia andare un sospiro profondo per poi prendere parola.

"Jay mi dispiace".

Le sue parole librano nell'aria umida della camera.

"Non fa male, non preoccuparti" dico riferendomi alle botte causate da Rafe. In realtà, so benissimo che non si sta riferendo a questo, ma ho bisogno che mi dica ciò che vuole e ciò che sente senza che sia io a servirle le frasi su un piatto d'argento. Deve almeno sforzarsi di comunicarmi le sue emozioni nel modo giusto.

"Sì, sì certo" conclude.

Resto in silenzio e – frustrato – mi giro sul fianco in modo da darle le spalle.

"In verità, non parlavo di questo" dice dopo un po'.

Chiudo gli occhi preparandomi alle sue prossime parole, cercando di mantenere la calma e non farle notare che sto per andare in iper-ventilazione.

"E a cosa?" chiedo schiarendomi la gola.

"Per l'altra notte, sai: giù al molo".

Non rispondo in un primo momento, limitandomi a girarmi nuovamente e a mettermi a pancia in su.

"Dimmi tre cose che odio" dico ad un certo punto, ripercorrendo mentalmente il nostro bagno notturno.

Sento il rumore del suo volto girarsi verso di me.

Al di là del mare - JIARA💙Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora