22. Tazze rotte🔴

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Scusate, questo capitolo è un po' corto rispetto agli altri, ma è molto denso.
Spero vi piaccia almeno quanto è piaciuto a me scriverlo.
JJ Maybank prima o poi ci ucciderà, ne sono certa.

Guardo l'orologio ormai per la terza volta dopo che Caroline ha fatto capolino in camera mia intrufolandosi dapprima tra me e Kiara per poi scambiarmi evidentemente per il materasso, visto che ora mi vedo costretto immobile con la bambina completamente sdraiata su di me a pancia in giù. Al mio fianco, Kiara riposa rivolta verso di me, regalandomi la pace che mi serve questa notte con la sua bocca dischiusa e i piedi attorcigliati intorno ai miei.

Sarebbe tutto perfetto se non fosse che devo andare in bagno: ho la vescica piena e il fatto che Caroline mi prema contro la pancia non mi aiuta a trattenermi; sono costretto a spostarla da un lato – pur nella paura di svegliarla – e ad alzarmi, abbandonandomi all'idea che tanto di dormire non se ne parla più. Tra un paio di ore avrei comunque la sveglia, tanto vale restare in piedi e iniziare ad organizzare la giornata.

Faccio una doccia veloce, indosso il pantaloncino del lavoro evitando di mettere già la maglia dato il caldo. Preparo il caffè affinché Kiara possa berlo al suo risveglio e dispongo tutti i biscotti che ho nei mobili sul tavolo, così che si senta autorizzata a mangiare tutto quello che vuole.

Da quando John B mi ha detto che non ha mangiato per un po' di tempo non l'ho più persa di vista, accertandomi di volta in volta che buttasse giù qualcosa almeno ai pasti principali.

Nello spostare le tazze per la colazione verso il tavolo, però, una me ne cade, frantumandosi in mille pezzi proprio ai miei piedi.

"Cazzo" mormoro tra me e me cosciente del fatto che almeno una delle due principesse nell'altra stanza si sarebbe svegliata a causa del trambusto.

Di fatto, dopo qualche istante, Kiara si presenta in cucina.

"Che ci fai già sveglio?" mi domanda avvicinandosi a me.

Non avrei mai giurato di dirlo, ma il fatto che sia così dannatamente sexy le è servito ad evitare di farsi male.

La squadro mentre si avvicina a me con indosso solo il pigiamino sottile: mi concentro sulle spalle, sul seno e scendo giù per le gambe lasciate praticamente nude dal pantaloncino che non è più di una coulotte; man mano che i miei occhi vagano sul suo corpo, mi rendo conto che ha i piedi nudi e i suoi passi la stanno portando esattamente sopra i cocci della tazza che ho appena rotto.

"Attenta" le dico sorpassando con una falcata un po' più ampia del normale la ceramica rotta sul pavimento e spingendola delicatamente all'indietro. Nel farlo, mi sbilancio leggermente da un lato e le sue mani sono subito pronte ad afferrarmi le spalle per aiutarmi a rimettermi sul baricentro.

E le mani restano lì, come incollate alla mia pelle.

Nonostante ora entrambi siamo sicuri che nessuno dei due cadrà, tacitamente concordiamo per trattenere nel tempo e nello spazio il momento.

"Grazie" sussurra ancorando lo sguardo al mio.

"Non volevo svegliarti" rispondo.

Le mani scivolano dalle mie spalle fin dietro la mia schiena, consentendole di avvicinarsi ancora un po'.

"Dimmi che lo senti anche tu" mi dice abbassando gli occhi sulle mie labbra.

"Cosa?".

Il mio petto si riempie di un incontrollabile fame di aria quando appoggia le labbra sulle mie, nel silenzio assoluto della baracca.

In un primo momento resto immobile, rigido con le braccia lungo il corpo e i muscoli della schiena contratti sotto il suo tocco; non apro la bocca, non ricambio il bacio, non chiudo gli occhi. Ma lei resta lì, le sue labbra continuano a supplicare le mie.

Al di là del mare - JIARA💙Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora