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"Ancora tu?" sbottò contro il misterioso interlocutore.

Nel tranquillo café calò il gelo ed io, arrossendo di vergogna, mi feci piccola piccola con la testa bassa.

Lui prese con una mano il suo zaino e con l'altra sbattè il bicchiere di Americano sul bancone come a restituirlo al cameriere "la gentilezza prima di tutto.." pensai ironica.

Borbottò ad alta voce altre frasi al telefono ed uscì facendo suonare la campanella della porta.
Tutti, che guardavano la scena come lo spettacolo del giorno, si girarono verso di me e poi confabularono tra loro. Io imbarazzata uscii e tornai diretta a casa.

Quando fui fuori mi resi conto che Yoonho era già spartito; non che avessi intenzione di ringraziarlo per la figuraccia che mi aveva appena fatto fare, anzi. Iniziai a camminare a passo svelto, in quel momento non volevo vedere più nessuno, volevo solo tornare a casa con il mio amato iPod e non pensare più a niente : neanche a quel ragazzo con i capelli menta, né ai suoi occhi neri, né alla sua pelle di porcellana, né alle sue spalle larghe.. Juno smettila!

Assillata da tutti questi pensieri non mi rendevo conto di cosa accadeva attorno a me : come se fossi in una nube od in un sogno. Le uniche cose chiare nella mia mente erano i miei pensieri ed il percorso che stavo svolgendo a ritroso per tornare a casa.

Finché non vidi qualcosa che mi era familiare : "..Yuna.." pensai.
La vidi seduta ad un bar con un ragazzo : lei allegra come una Pasqua, lui civettuolo.
Mi avvicinai piano, scrutandoli come una spia; finché non ero abbastanza vicina da essere riconosciuta anche io e così mi vide, notai la sua espressione calare piano piano di felicità : in quel momento capii che forse non sarei mai dovuta venire.

"Hey.." provai a parlare.
"Ciao Juno" mi rispose imbarazzata.
Tra noi qualche secondo di silenzio.
"Lui..?" le iniziai a chiedere io con un sorrisetto di vergogna.
"Ah giusto, lui è il mio fidanzato : SooTaek.
SooTaek, ti presento Juno."
Lui si alzò stranamente tranquillo e mi strinse la mano sorridente "piacere Juno!" io ricambiai il sorriso ed il saluto.

Il ragazzo era molto alto, in forma ma non troppo muscoloso.
Il suo viso era ovale e gli zigomi alti ne accentuavano l'aspetto scarno; il colorito era pallido quasi cadaverico.
I capelli leggermente stempiati, erano mori e per la quasi totalità rasati. Le sopracciglia dritte, parevano quasi sempre imbronciate nonostante ovviamente le sue espressioni cambiassero con le emozioni.
Gli occhi, grandi e color nero corvino, davano l'impressione di essere sempre sull'attenti.
Il suo naso era sottile, come la bocca poco carnosa.
Addosso, una maglietta nera e jeans dello stesso colore.
Nonostante rispetto ad altre persone riuscissi a distinguere l'aspetto fisico da un buon carattere, dopo averlo visto non mi capacitavo di come avesse fatto tra tutti, a scegliere proprio lui come ragazzo.

Lui si sedette e vedendoci distaccate le disse :" Forse è meglio che vada a pagare, arrivo tesoro" e con questo la baciò sulla fronte.
Io li guardai ancora più pentita di prima di essermi avvicinata. Appena lui se ne andò dentro al locale, presi l'occasione al balzo.
"Yuna, non dovresti essere all'università?" le chiesi io preoccupata.
"Sì, il fatto è che.." si fermò.
".. lui mi ha invitato a prendere qualcosa fuori come avrei potuto rifiutare?" mi rispose guardandomi come per chiedere pietà.
Io guardai prima lui in piedi davanti alla cassa e poi lei e di nuovo non capii cosa ci fosse di così indeclinabile nella sua richiesta; ma lasciai perdere i pensieri intrusivi e mi ricomposi.

"Yuna.. sei entrata in un'Università così importante, l'hai sognata per anni e ti sei impegnata tantissimo come puoi pensare di mandare tutto all'aria solo per un ragazzo?" le chiesi preoccupata.
Lui tornò.
Noi lo guardammo preoccupate.
"Tutto bene?" ci chiese facendo finta di non capire.
"Certo, andiamo." gli disse lei alzandosi e prendendolo sotto braccio.
"Ciao Juno." solo lui mi salutò, sempre con il suo perenne modo allegro di fare cinico... Già non lo sopportavo.
Io li guardai andare via senza rispondere, si fecero sempre più piccoli finché non realizzai, e sconsolata, decisi ancora una volta di tornare a casa sperando che adesso non mi fermasse più niente.

Mi sedetti alla fermata dell'autobus, l'aria fresca del mattino sembrava schiarirmi le idee, avevo così tanto da pensare : l'incontro con Yoonho, il ragazzo misterioso dall'altra parte della cornetta, il cambiamento di Yuna ed il suo fidanzato : strano.
Pensai così che forse venire in Corea, più che una vacanza, sembrava un incubo.
Assorta dai pensieri non mi resi neanche conto di cosa facevo e ben presto, mi ritrovai a casa.

Mi sdraiai a letto ed iniziai a fissare il soffitto di camera "nostra" : osservando le stelline fosforescenti mi soffermai sulle due rosa che di lato sembravano stare da sole e mi rivennero in mente le parole di Yuna:
"Loro non hanno bisogno di stare con le altre : sono coraggiose, indipendenti e belle."
A quelle parole sentii un pochino gli occhi gonfiarmisi di lacrime.
Ad essere sincera, non ero assolutamente contraria che Yuna si trovasse un fidanzato, anzi; però SooTaek mi sembrava non solo portarla fuori strada, ma mi dava anche un cattivo presentimento.

I miei pensieri svanirono appena sentii il telefono squillare, non feci in tempo a vedere chi fosse che risposi.
"Pronto?"
"Pronto Juno?" era Yoonho.
"Ciao" risposi seria : dopo ciò che era successo anche con lui, probabilmente era l'ultimo che avrei voluto sentire.
"Mi dispiace per prima.. non volevo reagire in quel modo.." io sospirai.
"Ce n'era davvero bisogno di sbottare in quel modo?" risposi seria.
"Ti assicuro che era un cretino." mi rispose.
"Va bene, allora sei perdonato." dissi scherzosa; scoppiamo a ridere.
"Ci sono abituata anche io con i cretini, quindi posso capire." gli dissi ridendo cinica.
"È successo qualcosa?" mi chiese sembrando realmente preoccupato.

"Come mai si preoccupa per me?" pensai.
La sua voce calda era persuasiva, ed alla sua domanda mi sembrò quasi di essere in un posto sicuro : così, non avendo nessun altro in quel momento, mi sciolsi.

"A dire il vero sì." continuai
"Ho scoperto che la mia migliore amica si è messa con un deficiente." lui, dall'altra parte della cornetta aspettò pazientemente che io finissi di sfogarmi.
"La mia migliore amica è sempre stata una ragazza responsabile e dedita ai suoi sogni, ma sembra che stia mettendo tutta la sua vita da parte per un.. cretino." scoppiai a piangere.

Lui sospirò sembrando realmente preoccupato.
"Da quello che mi dici penso che in questo momento non ci si possa fare niente..." disse brutalmente onesto, io aspettai che finisse di parlare.
"..se le ha fatto il lavaggio del cervello.." dicendo questo apostrofò.
"..dovrai solo aspettare che lei lo capisca da sola perchè se continuerai a cercare di convincerla che è in errore lei penserà che sei tu quella cattiva che non supporta la sua relazione.. sperando che prima o poi si renda conto." io mi asciugai le lacrime.
"Penso che purtroppo tu abbia ragione" sospirai di nuovo e rimanemmo in silenzio qualche secondo, non sapendo cosa dire.

Sentii la melodia del codice d'accesso e la porta di casa si sbloccò aprendosi.
"Scusa, devo andare." gli dissi mettendogli giù senza dargli diritto di replica.

Guardai verso l'entrata scrutando le mosse di Yuna, per vedere come si sarebbe comportata in mia presenza.
"Ciao." mi salutò.
"Yuna.." ".. non voglio litigare." le dissi tastando il terreno.
Lei però sbottò, non ero abituata a vederla così, sembrava essere cambiato qualcosa in lei.
"Tu.., invece di essere felice per me.."
"Io sono felice per te." risposi trattenendo le lacrime.
"Non sembra." rispose arrabbiata.
"Io sono solo preoccupata per te.."
"Ecco che arriva la supereroina dall'Italia per salvarmi!"
"Yuna, vedi che non sei in te!" le gridai.
"Io non voglio solo che tu abbandoni i tuoi sogni e la tua vita per un cretino del genere!"
"Lui mi ama!"
"Ma se lo conosci da una settimana?!" le risposi, lei riprese la borsa.
"Lascia stare, io volevo fare la pace con te ma mi costringi ad uscire di nuovo."
"Yuna, non anda-" non feci in tempo a rispondere che lei uscì di nuovo sbattendo la porta.
Io feci un verso di rabbia e mi sedetti frustrata.

"Tanto se rompi la porta la devi ripagare tu." borbottai tra me e me."

Spazio autrice :
Ciao a tutti!
Pubblico la sesta parte in occasione delle 1000 letture e delle 500 stelline.
Vi ringrazio a tutti tantissimo per avermi portata a questo traguardo, il vostro supporto conta tantissimo per me.
Lasciate un commentino se vi è piaciuto il capitolo. 🍓
A presto! 🩷

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