Vidi Lila e Matilda venire verso di me, mentre ancora stavo cercando di incastrare tutti i miei tubetti di acrilico nell'astuccio già straripante e Riven incartava con cura la sua tela.
«Ciao, Rose!» esclamò Lila, con la sua voce squillante.
«Ciao ragazze! Come state?» chiesi loro, dato che quella mattina dovevamo ancora parlarci.
Prima dell'inizio delle lezioni ero stata con Ethan, e quando io e Riven eravamo entrati in classe la professoressa Cobello era già seduta alla cattedra in attesa del suono della campanella d'inizio, perciò non avevo ancora avuto modo di scambiare qualche parola con loro.
«Tutto bene» risposero all'unisono con lo stesso tono di voce, per poi scambiarsi uno sguardo complice e ridacchiare.
«Buongiorno, ragazze. Non mi presenti le tue amichette del cuore, Spina?» si intromise Riven con tono beffardo, mettendo la tela sotto braccio e lo zaino in spalla.
«Riven, sono nella nostra classe. Le conosci già» risposi duramente, facendo avvampare le mie due amiche.
«Che maleducata!» disse lui, con un ghigno.
Sbuffai e alzai gli occhi al cielo. «E va bene. Riven, loro sono Matilda e Lila. Matilda e Lila, lui è Riven. Noi tre ci conosciamo dal primo anno e da allora siamo amiche. Contento?».
«È un piacere conoscervi» esordì Riven, sorridendo amabilmente.
«È un piacere anche per m...» iniziò Matilda, quando venne interrotta da una mano dalla pelle olivastra e con le unghie laccate di rosso che si infrappose tra di noi.
«Piacere, io sono Ambra» trillò lei, con una voce lenta e melodiosa.
I suoi occhi di colori diversi fissavano intensamente Riven. Non stava badando neanche minimamente a noi tre, era totalmente catturata da lui.
«Ho visto che siamo in vena di presentazioni oggi, quindi ho pensato di aggiungermi, dato che sono impaziente di conoscerti, Riven».
«Sai già il mio nome, quindi non ti devo dire altro» rispose lui, senza togliersi quel sorrisetto dalla faccia.
Non ricambiò il gesto, e la mano di Ambra rimase appesa a mezz'aria.
Una quasi impercettibile scintilla di delusione si fece strada sul volto di lei.
«Allora ci vediamo» disse, e si ritrasse lentamente facendo ricadere il braccio lungo il suo fianco.
Prima di andarsene, lanciò un'occhiataccia a me e a Matilda e Lila, per poi guardare di nuovo Riven con uno sguardo che sembrava dire "sarai mio".
Guardai le mie due amiche, e anche loro, come me, non riuscirono a trattenere una risatina.
«Andiamo in classe, Spina?» mi chiese, tornando serio.
«Andiamo» risposi seccamente, mettendo sulla spalla la mia borsa di tela e portando con me il mio quadro perfettamente impacchettato.
Odiavo quando mi chiamava "Spina" davanti alle altre persone.
Era una cosa nuova per me, che non avevo mai dovuto sopportare, perché a Redwood c'eravamo solo io, lui e le nostre zie, e in presenza di quest'ultime lui si rivolgeva a me con il mio nome completo. Lo faceva anche davanti ai professori, ma quando eravamo insieme ai nostri compagni di scuola, non si tratteneva dal chiamarmi con quell'odioso nomignolo.
E andando di pari passo con il modo che sceglieva per rivolgersi a me, cambiava anche il suo atteggiamento. Con le zie e con i professori continuava a voler tenere in piedi il teatrino dei grandi amici, ma quando eravamo con i nostri compagni, oltre a fare qualche dolce sorrisetto, non si tratteneva più di tanto. Certo, manteneva la sua maschera di educazione e cortesia, ma non si faceva problemi a lasciarsi andare a qualche parola o qualche gesto che in realtà dimostrava quanto astio provasse nei miei confronti.
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Petali e Spine
Romance❤️🥀 COMPLETATA 🥀❤️ Rosaspina ha da poco compiuto diciott'anni, e sta per affrontare l'ultimo anno del liceo artistico della città di Dawnguard, dove abita da anni con la zia Iris. Lei, con un nome così particolare, è la rosa amata da tutti per la...