«Ti amo anche io, Spina» rispose lui.
E il nodo che avevo allo stomaco si sciolse, il mio cuore smise di tremare, e un sorriso nacque sul mio volto.
Mi ama ancora.
Ma poi un dubbio si fece strada nella mia mente. E allora, perché sparire e poi atteggiarsi in quel modo?
«Lo so che pensavi non volessi più stare con te, e ti chiedo scusa. Mi sono comportato da vero idiota» disse, accarezzandomi la guancia.
Doveva essersi accorto del mio improvviso cambio di espressione.
«Perché lo hai fatto?» gli domandai, aggrottando le sopracciglia.
«È una storia lunga. E tu mi devi ancora raccontare un bel po' di cose» ribatté con un ghigno.
«Mi sembra sia domenica, e mi sembra che abbiamo tempo a disposizione».
«E allora parla».
«No, prima tu. O io non ti dirò proprio un bel niente».
Lui sbuffò rassegnato. «E va bene, accetto la sconfitta».
Sorrisi, e gli diedi un piccolo pugno sulla spalla.
«Due settimane dopo la tua partenza i miei genitori hanno provato a contattarmi. È incredibile, lo so, sembra quasi che i miei e i tuoi si siano messi d'accordo. Non so come, ma hanno trovato il mio numero di cellulare. Mi hanno bombardato di telefonate e messaggi dicendomi che erano cambiati, che volevano avere una seconda occasione, che infondo se la meritavano... Insomma, volevano che tornassi a vivere con loro. Sono stato tanto male per questo, ho passato dei momenti davvero orribili: mi sono tornati in mente tutti i brutti ricordi, tutte le loro parole piene d'odio, le loro botte e la loro cattiveria. Continuavo a fare incubi, ad avere attacchi d'ansia, non stavo per niente bene. Mirca mi ha aiutato molto. E prima che tu me lo dica, non volevo parlartene perché pensavo tu fossi felice con tua madre e tuo padre, e non volevo crearti problemi. E poi, con questo ritorno improvviso dei miei genitori, ho pensato che sparire dalla tua vita fosse la cosa migliore da fare. Loro erano tornati, e con loro anche tutti i ricordi, e credevo che contattandoti in continuazione tu non saresti mai riuscita a separarti dalla tua vita a Dawnguard. Avresti pensato a me, avresti pensato che non saresti mai riuscita ad adattarti a vivere in un posto nuovo, saresti rimasta bloccata nel passato, in un certo senso. Io volevo solo proteggerti, volevo farti vivere in pace. E quando ti sei presentata qui, credevo fossi tornata per me. Ho pensato che comportarmi da stronzo ti avrebbe fatta allontanare e che saresti tornata a vivere la tua vita insieme ai tuoi genitori, dimenticandoti di me una volta per tutte. Ma quando ho visto quanto stavi male, quando ho capito che non eri tornata per me, ma perché con loro non ti sentivi a casa, ho ceduto. Mi dispiace, mi dispiace davvero tanto. Io ti amo, e non ho mai smesso di farlo nemmeno per un secondo. Scusa se ti ho fatto credere il contrario».
Lo ascoltai a bocca aperta. Ora, tutto aveva molto più senso.
«Riven, io... Non so che cosa dire» farfugliai.
«Non serve che tu dica nulla. Capisco che tu sia arrabbiata, insomma...».
«Non sono arrabbiata» lo interruppi bruscamente. «Lo ero, ma ora non più. Sono preoccupata a dire la verità. Mi dispiace che tu abbia dovuto affrontare tutto quanto da solo».
«Non fa niente. Ora va tutto bene. Li ho rispediti da dove erano venuti a calci in culo, quei bastardi» esclamò con un sorriso soddisfatto. «E comunque ora tocca a te, signorina».
«Va bene, va bene. Ma prima, signorino... Eri davvero convinto che fossi tornata qui solo per te? Non sei il centro del mio mondo, carino» dissi scherzosamente, prendendolo in giro.
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Petali e Spine
Romance❤️🥀 COMPLETATA 🥀❤️ Rosaspina ha da poco compiuto diciott'anni, e sta per affrontare l'ultimo anno del liceo artistico della città di Dawnguard, dove abita da anni con la zia Iris. Lei, con un nome così particolare, è la rosa amata da tutti per la...