«Non dovresti farti trattare così» esordì Riven nel bel mezzo della mia spiegazione su Caravaggio.
Rimasi sorpresa da quella sua interruzione, dato che solitamente era completamente concentrato su quello che stavamo studiando e non proferiva mai parola, se non per fare qualche domanda sull'argomento.
«Di che stai parlando? Non capisco» gli dissi con espressione confusa e tono perplesso, dato che non avevo minimamente capito a che cosa si stesse riferendo.
«Secondo te? Sto parlando del tuo ragazzo. Non dovresti lasciare che ti tratti in quel modo» rispose lui, senza smettere di scrivere sul suo quaderno.
Sentii un tuffo al cuore, ripensando a ciò che era successo lo scorso venerdì. Ormai era passata una settimana, e credevo se ne fosse dimenticato.
«La cosa non ti riguarda» risposi seccamente, continuando a sfogliare le pagine del libro.
Con la coda dell'occhio, lo vidi distogliere lo sguardo dal quaderno e sollevare il mento, per guardare me.
«Mi riguarda se quell'idiota ti tratta così perché è convinto che tu lo stia tradendo con me».
Avvampai per l'imbarazzo. Sentii i suoi occhi puntati su di me, e non ebbi la forza di alzare lo sguardo.
«Riven, perché te ne dovrebbe fregare qualcosa? Sei tu il primo che si comporta male con me, e lo fai da dieci anni» ribattei, sforzandomi di tenere lo sguardo fisso sul libro e di non cedere alla tentazione di voltarmi verso di lui. «È passata una settimana, e poi non è successo nulla. Ora va tutto bene tra me e lui».
«Quindi il fatto che non ti abbracci più quando ti vede arrivare, le occhiatacce che ti lancia quando dici qualcosa su di me o ci vede insieme, la freddezza che ha nei tuoi confronti quando ti parla, e il modo in cui ti afferra per il polso e ti strattona per portarti via quando arrivo io nel parcheggio della scuola, sono tutte cose che indicano che sta andando tutto bene tra di voi? Fantastico» rispose lui, con tono sarcastico.
Restai di sasso. Non mi aspettavo minimamente che la conversazione prendesse quella piega e che lui avesse notato tutte quelle cose.
Era vero, non stava andando bene tra me ed Ethan. Per tutta la settimana aveva fatto quelle cose descritte da lui, e speravo che nessuno le notasse.
Istintivamente mi guardai il polso sinistro e me lo chiusi nella mano per coprirlo. Ogni mattina, prima di entrare a scuola, quando Riven arrivava nel parcheggio in sella alla sua moto, mi afferrava sempre per strattonarmi e portarmi dentro alla scuola prima che lui potesse venire verso di noi. Quando gli avevo chiesto il motivo di quell'atteggiamento, lui aveva detto che non voleva che Riven venisse a parlarmi anche prima dell'inizio delle lezioni, e che già era abbastanza il tempo che passavamo insieme in classe e a casa mia per studiare. Io non osai contraddirlo, perché sapevo che avrebbe pensato che lo stessi facendo per difendere Riven.
«Fammi vedere» disse lui con voce profonda, porgendomi la sua mano.
«Riven, lasciami stare. Non ti deve interessare» risposi seccamente, tirando indietro il braccio per nasconderlo ancora di più.
Osservai la sua mano pallida e liscia tesa verso di me, e non riuscii a trattenermi dall'alzare lo sguardo su di lui. I suoi occhi smeraldini, a tratti coperti dai capelli bronzei, sembravano avere una luce diversa dal solito. Avevano un bagliore di tenerezza, di compassione, che non avevo mai colto nel suo sguardo. Rimasi congelata di fronte a quella stranezza.
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Petali e Spine
Romance❤️🥀 COMPLETATA 🥀❤️ Rosaspina ha da poco compiuto diciott'anni, e sta per affrontare l'ultimo anno del liceo artistico della città di Dawnguard, dove abita da anni con la zia Iris. Lei, con un nome così particolare, è la rosa amata da tutti per la...