34. La fine e l'inizio

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Dopo l'ennesimo festeggiamento, finalmente iniziarono le nostre vacanze estive, quelle più spensierate di sempre.

La sera stessa facemmo le valige e partimmo per Redwood insieme alle zie, loro due in macchina e io e Riven in moto.

Ormai ero diventata brava a guidare, e stare al passo con l'andatura di Riven non sembrava più poi così difficile. L'unico limite era la moto, che per quanto fosse ancora bella e in forma, non sarebbe mai stata veloce quanto la nuova moto di Riven.

Dietro di noi, le zie suonarono più volte i clacson per dirci di rallentare, ma noi rallentavamo per qualche metro e poi tornavamo a sfrecciare senza pensieri.

Ma una volta arrivati a Redwood, ci beccammo comunque una bella sgridata da parte loro, condita con sorrisetti che non riuscivano proprio a trattenere.

«Ragazzi» disse Mirca, fermando me e Riven che eravamo pronti a scaricare i bagagli dalle auto. «Prima di occuparci delle valigie, io e Iris vorremmo parlarvi di una cosa».

Ci guardammo spaesati.

«Venite, sediamoci qui» disse zia Iris, andando verso il vecchio tavolo di legno in mezzo alle nostre due case.

«Quindi?» domandò Riven impaziente, quando fummo tutti e quattro seduti al tavolo.

«Io e Iris abbiamo preso una decisione molto importante. Ci abbiamo riflettuto a lungo, e crediamo che questa sia la cosa migliore e più giusta da fare» iniziò Mirca, guardando Iris con complicità. «Nell'ultimo anno siete cambiati molto entrambi. Sono successe tante cose, e sia io che Iris vi abbiamo visti maturare moltissimo in poco tempo. Vi conoscete da quasi tutta la vita, e ora vi siete anche innamorati. Non che noi non ce lo aspettassimo, ma comunque...» disse ridacchiando.

«Comunque» la interruppe zia Iris, cercando di riportare un po' di serietà al momento. «Per queste vacanze a Redwood, abbiamo pensato che Mirca potrebbe trasferirsi da me...».

«E che voi potreste stare nell'altra casa, da soli» concluse Mirca, sorridendo.

Io e Riven ci guardammo, restando entrambi a bocca aperta.

«Cioè, voi volete lasciarci la casa per tutta l'estate? Solo per noi?» disse Riven, perplesso.

«Esattamente!» esclamò zia Iris.

«E non solo» continuò Mirca. «Ormai siete grandi, e non sappiamo che cosa avete intenzione di fare. Ma nel caso in cui la vostra idea sia di iniziare subito a lavorare, siamo entrambe d'accordo sul lasciarvi la casa, a patto che voi riusciate a mantenervi con le vostre sole forze».

Sia io che lui rimanemmo in silenzio, a guardare le nostre zie senza dire una parola.

«Allora, che ne pensate?» disse zia Iris, attendendo impaziente una risposta.

«Penso che voi siete completamente fuori di testa» dissi io, con gli occhi spalancati.

«Se non volete la casa allora non fa nulla, possiamo sempre...».

«No!» esclamammo io e Riven all'unisono, per poi guardarci con un sorriso.

«Accettiamo. Almeno per l'estate. Poi vedremo come andranno le cose» disse Riven, con un ampio sorriso stampato sulla faccia.

«Siamo fiere di voi, ragazzi. Avete dimostrato grande maturità in questi ultimi mesi. Sono successe tante cose, ma le avete sempre affrontate a testa alta. Vi meritate la fiducia che vi stiamo dando» disse Mirca.

«Grazie di cuore!» esclamai, alzandomi dal tavolo e andando ad abbracciare entrambe le zie.

Riven fece lo stesso, e ci stringemmo tutti in un affettuoso abbraccio.

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