Arrivammo a Redwood in poco meno di un paio d'ore, e quando entrammo nella vecchia casa di Riven e Mirca la trovammo come l'avevamo lasciata il weekend prima: spoglia, ordinata, pulita, e sapeva un po' meno da chiuso.
«Sei stanca? Ti vuoi riposare?» mi chiese Riven, non appena mi sedetti sul divano abbandonando lo zaino a terra.
«No, mi fa solo male la schiena» risposi, appoggiandomi le mani sui fianchi e inarcando la schiena all'indietro per cercare di alleviare il fastidio.
«Risposati e rilassati un po'. Più tardi avrò del lavoro da fare, e tu mi aiuterai» disse lui, in tono serio e deciso, come se non fosse disposto ad accettare il minimo compromesso.
Appoggiai la testa all'indietro sullo schienale del divano, guardai il soffitto e sbuffai.
«Vado in città a prendere qualcosa da mangiare. Hai voglia di qualcosa?» domandò, prendendo il cellulare della tasca.
«Mh...» mugugnai pensierosa, picchiettandomi l'indice sul mento. «Facciamo gli spaghetti aglio, olio e peperoncino per cena?».
Lui aggrottò le sopracciglia, perplesso e stupito, e iniziò a scrivere sul telefono. Probabilmente si stava segnando una lista della spesa.
«Hai altre richieste, puzzona?» disse ridacchiando.
Spalancai la bocca in un'ironica espressione offesa e incrociai le braccia. «Scusami?» gli domandai in finto tono indignato.
Lui scoppiò a ridere, e io feci lo stesso.
«Va bene così, non voglio altro. Scegli tu che cosa prendere per il pranzo e per domani».
«Ti porterò l'aglio buono, quello del contadino del paese. Se proprio dobbiamo puzzare, almeno facciamolo bene» disse sorridendo.
Ricambiai il sorriso e poi arricciai il naso in una smorfia, facendo una linguaccia.
Lui ride di nuovo, e tornò ad annotare altre cose sul telefono, e io rimasi a guardarlo.
«Bene, torno tra poco» disse alzando lo sguardo su su me e infilando il cellulare nella tasca. «A dopo».
«A dopo» risposi, mettendomi più comoda sul divano.
Riven raccolse il suo zaino da terra, se lo mise in spalla, e uscì di casa lasciandomi sola.
Sospirai, pensando a quanto fosse surreale quella situazione.
Era bastata una notte al lago a parlare a cuore aperto per far cambiare drasticamente il nostro rapporto e la nostra vita, e ancora non riuscivo a crederci.
I nostri pomeriggi di studio erano ancora di routine, ma non erano più ore e ore lente e noiose passate tra le mie spiegazioni apatiche e il suo silenzio attento, erano ore di leggerezza, di sorrisi ricambiati e di risate, con pause tra un argomento e l'altro fatte di chiacchiere a volte frivole e a volte più profonde.
A scuola aveva iniziato ad essere più amichevole con Lila e Matilda, cosa che mi riempiva il cuore di gioia, e anche con Thomas e Mike riuscì ad iniziare ad instaurare un'amicizia.
Riven mi aveva detto che già il martedì mattina, Ethan gli aveva mandato un messaggio per annunciargli che si sarebbe trasferito in un'altra città e avrebbe cambiato scuola. Temevo che con l'improvviso cambio di città di Ethan, Thomas e Mike sarebbero stati molto diffidenti nei nostri confronti, e invece Ethan doveva aver confessato loro ciò che era successo, perché furono loro ad avvicinarsi a noi per primi e a comportarsi come se nulla fosse successo.
La mia vita aveva preso una piega totalmente inaspettata, ma andava bene così, perché mi sembrava quasi di star iniziando a guarire da tutte le mie ferite del passato: con Riven al mio fianco, che mi ricopriva di piccole attenzioni e gesti che mi scaldavano il cuore, era semplice non pensare ad Ethan e a ciò che mi aveva fatto, ed era diventato facile non precipitare nella sensazione di vuoto che prima avevo sempre nel petto quando ripensavo ai miei genitori, perché sapevo benissimo che anche lui aveva avuto un passato difficile e molto simile al mio, e che dentro stava soffrendo tanto quanto me.
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Petali e Spine
Romance❤️🥀 COMPLETATA 🥀❤️ Rosaspina ha da poco compiuto diciott'anni, e sta per affrontare l'ultimo anno del liceo artistico della città di Dawnguard, dove abita da anni con la zia Iris. Lei, con un nome così particolare, è la rosa amata da tutti per la...