Il campanello trillò facendomi sobbalzare sul divano.
Infilai il segnalibro tra le pagine del libro che stavo leggendo, Memorie dal Sottosuolo di Dostoevskij, lo appoggiai sul tavolino di vetro e rattan insieme ai miei rotondi occhiali, e mi alzai per andare ad aprire la porta, sbuffando rassegnata.
Il solo pensiero di dover passare quasi tutti, se non tutti, i pomeriggi insieme a Riven mi angosciava.
I suoi occhi verdi, un po' nascosti dai fili bronzei dei suoi capelli che gli ricadevano sulla fronte, erano proprio lì davanti a me, a fissarmi.
Vederlo lì, sulla soglia di casa mia, mi provocò uno strano effetto. Tutto avrei pensato, ma mai di vederlo in casa mia, a Dawnguard.
Notai la sua espressione di sdegno, che gli faceva arricciare leggermente il naso pieno di lentiggini.
«Ciao. Potevi almeno mandarmi l'indirizzo» mi disse lui con tono infastidito e arrogante.
Sentii le guance accendersi per l'imbarazzo.
Che stupida, non ci avevo nemmeno pensato.
Come poteva sapere dove abitavo? Era la prima volta che veniva a casa mia.«Ciao. Scusa, non ci ho pensato» dissi, e gli feci cenno di entrare in casa. «E come sei riuscito a trovare la casa?»
«Mi ricordavo del tuo orrendo giardino. Quando siamo venuti qui, Mirca me l'ha indicato. È talmente osceno che è impossibile non riconoscerlo» rispose con un ghigno di scherno, pensando di offendermi.
«Lo so» risposi indifferente, scatenando in lui uno sguardo perplesso.
In realtà mi dispiaceva avere un giardino così incolto, ma nel weekend avrei dovuto sistemarlo con zia Iris, quindi il problema si sarebbe risolto a breve.
«Rose? Chi è?» chiese zia Iris da camera sua.
«È Riven, zia».
«Oh, Riven, tesoro!» esclamò lei, uscendo dalla sua stanza e andando ad abbracciare Riven, che ricambiò stringendola calorosamente.
«Come stai? Ti trovi bene qui? E a scuola come va?».
«Sta andando tutto benissimo. E sono contento di avere al mio fianco Rosaspina» rispose lui, sciogliendo l'abbraccio.
«Ne sono davvero felice, caro!» disse lei sorridendogli. «Ora io ho molte cose da fare, sto sistemando il guardaroba! Rose, fai vedere la casa a Riven!».
«Certo, zia, ci vediamo dopo» le dissi.
«A dopo, ragazzi!» ci salutò lei.
Zia Iris sparì di nuovo dietro alla porta di camera sua, lasciandoci soli. E appena mi voltai verso Riven, riuscii a vedere il suo falso sorriso da angioletto che abbandonava il suo volto, lasciando spazio alla sua solita espressione cupa e graffiante.
«Allora? Mi fai vedere la casa o vuoi startene qui a non fare niente per tutto il giorno? Cerchiamo di sbrigarci, prima me ne vado e meglio è» ringhiò, fulminandomi con lo sguardo.
Trasalii appena i miei occhi incontrarono i suoi, ancora più taglienti del solito. Era evidente quanto desiderasse non trovarsi lì, insieme a me.
«Oh, certo... si, scusa» farfugliai, camminando verso il salotto.
Lo sentii seguirmi con passo leggero.
Nonostante il suo carattere insolente e scontroso che mostrava in mia presenza e raramente anche con i compagni di scuola, le sue movenze erano davvero composte ed eleganti. Sembrava un ragazzo raffinato, educato, gentile, garbato. Ma l'apparenza inganna, e lui ne era la prova più concreta.
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Petali e Spine
Romance❤️🥀 COMPLETATA 🥀❤️ Rosaspina ha da poco compiuto diciott'anni, e sta per affrontare l'ultimo anno del liceo artistico della città di Dawnguard, dove abita da anni con la zia Iris. Lei, con un nome così particolare, è la rosa amata da tutti per la...