CAPITOLO 1

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La luce accecante che attraversa la mia finestra mi destò dal mio sonno, insieme al cinguettio degli uccellini. Lentamente aprì gli occhi e osservai la mia stanza da sotto sopra. Mentre dormivo devo essere caduto dal letto, infatti la testa, le spalle e la parte alta della schiena erano stese per terra mentre il mio fondoschiena e le gambe erano ancora appoggiati al materasso e attorcigliati al lenzuolo. La luce inondava la stanza riempita dal mio letto, dalla mia scrivania, dal piccolo armadio e dalla libreria piena di manga e riviste sportive. La stanza era in ordine e pulita, ma solo perché mio nonno si preoccupava di dargli una sistemata mentre ero a scuola. Chissà se aveva trovato i porno che nascondevo sotto al letto. Passai in rassegna tutti i poster che avevo incollato alle pareti ormai da anni, raffiguravano tutti ragazze in bikini. Lentamente iniziai a strisciare giù dal letto mettendomi seduto sul tappeto al centro della stanza, passandomi una mano tra i capelli scompigliati, sbadigliai ancora mezzo nel mondo dei sogni. Mi misi a fissare il cielo limpido fuori dalla finestra e un sorriso sornione mi riempì il viso. Aahh che bella la primavera.

Di colpo un pensiero improvviso mi svegliò completamente, come una secchiata di acqua gelata dritta in faccia.

"CAZZO!! MA CHE ORE SONO?!" urlai lanciandomi contro il comodino e afferrando la sveglia che o non aveva deciso di suonare o, più probabilmente, avevo spento senza nemmeno rendermene conto. Mi infilai la divisa scolastica il più in fretta possibile e corsi in bagno per darmi una lavata e una sistemata alla meno peggio. Mi pettinai i capelli, che risultarono forse più scompigliati di prima, e mi sistemai il più possibile la divisa composta da pantaloni neri, una maglia bianca e una giacca a maniche lunghe nera a collo alto e con tre bottoni color oro sul petto per tenerla chiusa. Scesi le scale di corsa ed entrai in cucina dove mio nonno stava finendo di preparasi la colazione.

"Nonno! Perché non mi hai svegliato?! Oggi comincia la scuola!" mi lamentai addentando al volo una fetta di pane tostato e lanciandomi sulle spalle la borsa con i libri di scuola.

"Yuji, non ci sarò sempre io a sistemare i tuoi sbagli" disse con un vago cenno di divertimento nella voce.

"Sì, sì lo so, però finché ci sei dammi una mano. Lo sai che ho il sonno pensante" continuai a lamentarmi a bocca piena mentre correvo da una parte all'altra della casa afferrando le ultime cose. Corsi poi alla porta voltandomi un ultima volta verso la cucina "io vado! A più tardi nonno!" e corsi fuori alla velocità della luce senza nemmeno aspettare una risposta.

Per fortuna la corsa era il mio forte, ero velocissimo, detenevo il record nei 100 metri in tutte le scuole che ho frequentato fin dall'asilo. Di sicuro in questo campo non avevo rivali. In pochi minuti percorsi tutto il quartiere in cui abitavo da quando ero nato, risalì la collina che divideva la periferia dalla città di Tokyo e saltai sulla metro un attimo prima che chiudessero le porte. Presi un profondo respiro e lanciai un urlo di vittoria a braccia alzate, il tutto smorzato da un colpo che mi arrivò dritto in testa che sicuramente mi avrebbe fatto venire un bernoccolo entro fine mattinata.

"Vedi di fare silenzio di prima mattina, idiota" una voce severa e annoiata accompagnò il colpo.

"Ahia! Megumi mi hai fatto male!" piagnucolai coprendomi con entrambe le mani il punto dolorante sulla testa. Mi voltai verso il mio migliore amico in piedi dietro di me con una mano stretta in torno al palo della metro per tenersi in equilibrio.

"Sei entrato come un tornado e ti sei messo a urlare infastidendo tutti, soprattutto me, un pugno in testa è il minimo che ti meriti" rispose con sufficienza rivolgendo la sua attenzione fuori dal finestrino davanti a lui.

Io e Megumi eravamo migliori amici da sempre, ci siamo conosciuti all'asilo e siamo rimasti sempre insieme fino ad ora. Lui è completamente diverso da me, è molto serio e freddo con le persone e lo è sempre stato fin da piccolo. La prima volta che lo vidi pensai subito che era un figo incredibile, il degno eroe in una storia d'azione che riesce a sconfiggere l'orco cattivo con un pugno in faccia. Lo ammiravo così tanto che ho iniziato a stargli sempre in torno fino a quando non si è arreso e non ha accettato la mia presenza indiscutibile nella sua quotidianità.

Cursed Love    [Gojo Satoru x Itadori Yuji]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora