CAPITOLO 4

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La scuola era cominciata ormai da più di un mese e già non ne potevo più. Avevo bisogno di un po' di svago per questo era tutta la settimana che tediavo Megumi perché venisse con me e alcuni nostri amici alla sala giochi questo pomeriggio.

"Dai! Anche tu hai bisogno di staccare un po' dallo studio" cercai di convincerlo con la testa appoggiata al suo banco e il resto del corpo stravaccato sulla mia sedia.

"Preferisco restare a casa a leggere qualche libro" rispose serio.

"Ti compro il gelato" biascicai.

"Non sono un bambino, non mi faccio convincere da queste sciocchezze" rispose.

"Il gelato piace a tutti! Non è solo una cosa da bambini" gli feci la linguaccia e gli voltai le spalle. "Sei proprio noioso Megumi!" sbuffai incrociando le braccia al petto.

"Se vengo con te a questa stupida sala giochi la smetti di comportarti come un bambino frignone?" Chiese sbuffando.

Mi voltai di nuovo verso di lui all'istante con un sorrisone gigante in faccia che emetteva luce propria "assolutamente sì!".

Dopo la scuola incontrammo i nostri amici e ci dirigemmo all'Arcade, ovvero la sala giochi più vicina alla nostra scuola. Era un sacco che non ci venivamo e per questo ero ancora più contento. Passammo tutto il pomeriggio a giocare ai videogiochi e stracciai i miei compagni a quasi tutte le sfide. Quando il sole cominciava a tramontare decidemmo di salutarci, così io e Megumi ci fermammo a prendere il gelato che gli avevo promesso prima di dirigerci verso casa.

"Non ne posso già più della scuola, non vedo l'ora che arrivino le vacanze invernali" mi lamentai leccando il mio gelato.

"Fossi in te non ci penserei, sono ancora belle lontane" rispose con la sua solita negatività.

"Forse è solo che quest'anno abbiamo un sacco di materie nuove troppo complesse" constatai "come fisica, non mi piace per niente, è troppo complicata, ne avevo già abbastanza di matematica".

"Strano, non si direbbe" commentò con uno strano tono nella voce.

"Di che parli?" Chiesi sorpreso, guardandolo. Lui non mi guardò direttamente ma mantenne lo sguardo vago.

"Niente, è solo che a lezione di solito ti distrai spesso o addirittura dormi, invece a fisica sei sempre super concentrato sul professore, come se non volessi perderti nulla di quello che dice" rispose placido.

"Beh... è normale. Come ti ho detto non ci capisco niente quindi devo stare super attento per saltarci fuori" non so perché mi sentivo a disagio. "A proposito, cosa ne pensi del professor Gojo?".

"Si comporta come un buffone e non sopporto la sua poca serietà, però è indiscutibile che nella sua materia sia molto preparato e che abbia tanto da insegnarci" rispose.

"Già, è quello che penso anche io. È molto intelligente e perspicace, inoltre ci tratta tutti con estrema confidenza, non sembra nemmeno il nostro professore. Lo stimo molto, credo proprio che sia un ottimo esempio da seguire" dissi tutto con estremo orgoglio e approvazione nella voce.

"Basta, non ce la faccio ad ascoltare tutti questi elogi a quel buffone" si lamentò Megumi spingendomi la faccia con la mano.

"Non è un buffone! Ha solo un umorismo a volte eccessivo" lo difesi.

"Smettila di difenderlo sempre, sembri innamorato di lui" a quelle parole mi bloccai. Io innamorato di Gojo? Ma che stupidaggine.

"Ma che cavolo dici? Non essere ridicolo" risposi nel modo più neutrale possibile. Non so perché mi sentivo in dovere di mostrarmi calmo e tranquillo, non lo ero per davvero? Notai che Megumi si era zittito e mi fissava con un'espressione strana, una via di mezzo tra la sorpresa e la curiosità. Non capivo cosa avesse da guardare e, soprattutto, non capivo perché sentissi così caldo improvvisamente. Da quel momento in poi nessuno dei due disse più nulla. Quando arrivammo al bivio che divideva le nostre strade ci salutammo con un sorriso e il cenno di una mano e ognuno prese la sua strada. Ormai il sole era calato e le strade venivano illuminate dai lampioni. Passai accanto al parco poco distante da casa mia e mi avvicinai al cestino per gettare la cartaccia del gelato che avevo ormai da tempo finito di mangiare. Quando stavo per tornare sulla strada notai qualcosa con la coda dell'occhio e mi voltai di scatto. Sull'altalena era seduta una sagoma scura che guardava il cielo indisturbata. Ci misi qualche secondo ad accorgermi di chi si trattava e decisi di avvicinarmi.

Cursed Love    [Gojo Satoru x Itadori Yuji]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora