CAPITOLO 19

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Quando la lezione finì mi cambiai in fretta e furia nello spogliatoio e corsi di nuovo in palestra a cercare Gojo. Mi fermai al centro della palestra con il fiatone per la corsa e mi guardai intorno. Era già andato via.

"Merda" sussurrai, tra me e me. 

Le lezioni erano finite, probabilmente era venuto lì per aspettarmi e poi tornare a casa insieme. Senza perdere altro tempo iniziai a correre per cercare di raggiungerlo nel parcheggio, ma nel cortile c'erano un sacco di alunni e insegnanti a bloccare il passaggio, quindi ci misi più del previsto. Quando arrivai nel parcheggio riservato agli insegnanti iniziai a cercare la sua auto, ma non era nel solito posto in cui la parcheggiava. Come ultimo tentativo disperato tirai fuori il cellulare dalla tasca dei pantaloni e provai a chiamarlo, ma rispose la segreteria.

Yuji: "Chiamami appena leggi questo messaggio, per favore" aspettai qualche secondo sperando di ricevere una risposta, ma non arrivò nulla.

"Cazzo!" imprecai ancora, tra me e me. Sospirai rumorosamente per la frustrazioni e mi passai le mani tra i capelli. Non riuscivo a togliermi dalla testa quel suo sguardo gelido e, senza dubbio, arrabbiato. Non ho idea di cosa stesse pensando, o se potesse aver frainteso qualcosa da quella distanza. In un primo momento pensavo fosse infuriato con Toji, dato che era evidente stesse esagerando con me, ma alla fine era a me che aveva rivolto quello sguardo e ora era sparito e non riuscivo a contattarlo. Forse ha visto Toji toccarmi il collo e poi mi ha visto arrossire e ha pensato che tra noi ci fosse qualcosa. Ma è assurdo, inoltre perché dovrebbe prendersela tanto per una cosa del genere? Del resto non stiamo insieme, oltre a essere uno studente e un insegnante che ogni tanto scopano non so esattamente cosa siamo. Quello a essere innamorato sono io, non lui.

Tornai a casa, triste e sconsolato. Mi feci una doccia e mangiai in silenzio con mio nonno, per poi coricarmi a letto. Continuavo a fissare il telefono, sperando in una sua chiamata o in un suo messaggio, ma non ricevetti nulla. Era veramente così arrabbiato? Era tutto finito? Non sapevo cosa avrei fatto se mi avesse ignorato anche a scuola, se avesse deciso di mettere la parola fine alla nostra strana relazione. Il pensiero di non ricevere più il suo sorriso e di non sentirlo più chiamarmi piccolo Yuji mi faceva stringere lo stomaco. Non volevo perderlo, non volevo perdere quello che avevamo e sentirlo allontanarsi sempre di più. Non lo avrei permesso.

Lanciai via le coperte e balzai giù dal letto. Mi tolsi il pigiama e mi infilai al volo una felpa e un paio di jeans e corsi fuori casa, dirigendomi verso il suo appartamento alla massima velocità possibile. Nella fretta avevo scordato di prendere la giacca e ora il freddo mi penetrava fin nelle ossa, ma non volevo fermarmi e tornare indietro. Continuai a correre per il quartiere buio e deserto, illuminato appena dai lampioni.

Quando arrivai davanti al suo appartamento iniziai a suonare il campanello e a battere il pugno contro la porta con insistenza. Aspettai diversi minuti con trepidante attesa, ma non ricevetti nessuna risposta dal citofono e la porta non si aprì. Non era in casa? Oppure aveva visto che ero io e mi stava ignorando? L'adrenalina e l'agitazione sparirono e lasciarono il posto alla tristezza e allo sconforto. Abbassai la testa e le spalle, sentivo un peso allo stomaco impossibile da gestire e alcune lacrime scivolarono lungo il mio viso, fino al mento, per poi schiantarsi per terra lasciando delle macchioline scure sul pavimento.

Mi misi a sedere per terra, stringendo le ginocchia al petto e appoggiandomi alla porta di casa sua. Prima o poi sarebbe tornato a casa, o avrebbe aperto la porta per uscire. Lo avrei aspettato anche tutta la notte, se necessario. Strinsi più forte le gambe cercando di riscaldarmi, nascosi il viso tra le braccia e aspettai... aspettai... aspettai...


"Ma che succede? Un momento... Itadori Yuji?" non so quanto tempo fosse passato, forse mi ero addirittura addormentato, ma quando sentì il mio nome sollevai subito lo sguardo. Davanti a me c'era il professor Geto che mi guardava dall'alto con uno sguardo sorpreso e confuso allo stesso tempo. Ero ancora intontito dal freddo e dal sonno perché ci misi qualche secondo di troppo ad accorgermi che accanto a lui c'era Gojo, mezzo incosciente e che lo stava sorreggendo per evitare che cadesse per terra.

Cursed Love    [Gojo Satoru x Itadori Yuji]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora