Capitolo 30 - Raylai

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Quando vedo Dorian entrare con il braccio di mio padre sulle spalle, capisco che è riuscito ad ottenere la sua fiducia.

In così poco tempo.

Non è affatto facile ottenerla da lui, è stato tanto in guerra dove guardarsi le spalle era normalità.

Sto apparecchiando e quasi mi cade il bicchiere dalle mani quando Dorian mi guarda. Si rattristisce per qualche secondo prima di regalarmi un gran sorriso. Le ferite sul viso vanno in secondo piano. L'ho visto raramente sorridere e questo mi fa capire che mio padre è riuscito a far stare meglio anche lui.

È la sua natura. Così grande e grosso, ma buono come un pezzo di pane. Un uomo che potrebbe spezzarti ma invece non vuole farlo.

Ti guarisce. Mio padre è un grande uomo di cuore.

Si lavano le mani nel lavandino mentre io e mia madre serviamo le lasagne al forno. Lei mi guarda compiaciuta quando Dorian mi si avvicina accarezzandomi la vita e baciandomi sulla fronte.

«Allora, dove mi siedo?» chiede gentile.

Gli prendo la mano e lo guido fino a farlo sedere accanto a me.

Mentre mangiamo la sua gamba tocca la mia e capisco di quanto mi sia stancata solo dei suoi baci. Me ne sono resa conto proprio ora, quando lo sguardo di mio padre non ferma i miei pensieri sconci su Dorian. Non so se è stata la fatica fisica ma stasera i suoi muscoli guizzano più del solito ad ogni forchettata.

Si sente osservato così mi guarda compiaciuto e sorride divertito, mi appoggia una mano sulla coscia e con l'altra continua a mangiare. Lo sguardo di mio padre è attendo alle sue mani ma non dice niente, come se gli stesse dando il permesso.

«Sai Dorian, ho scoperto una cosa che non mi hai detto.» dice mio padre all'improvviso diventando serio.

Cavolo. Il suo segreto. È riuscito a scoprirlo in due giorni? Come?

Dorian si ferma di botto e alza le sopracciglia.

«Sarebbe?»

«Mi hai detto di essere un playmaker.» continua mio padre.

Un play-cosa?

Mio padre beve un sorso di vino e continua. «Hai lasciato indietro un piccolo particolare.»

Dorian ha la bocca piena e non risponde, mi stringe la coscia ma sorride con le labbra divertito.

«Sei il capitano.»

Dorian acconsente bevendo anche lui il vino.

«Non mi pareva così importante.»

«Ah no? Sai anche tu quanto impegno ci vuole per diventarlo e oltre a questo... devi riuscire a essere un leader per far sì che i giocatori ti scelgano.»

«Non mi dire che lo eri anche tu?» continua Dorian sbattendo il bicchiere sul tavolo sorpreso.

Gli dà del tu? Da quando?

Mio padre apre le braccia: «Lo ammetto e grazie alla borsa di studio sono riuscito a studiare medicina. Senza non ce l'avrei mai fatta e chissà cosa farei ora. Forse sarei morto in guerra, non lo so.»

Gli tiro un calcio da sotto il tavolo. «Cosa stai blaterando, papà?»

Lo vedo sorridere divertito e farmi l'occhiolino.

«Cosa andrai a studiare, Dorian?»

Ecco l'interrogatorio. Ci siamo.

Lo sento al mio fianco irrigidirsi, toglie la mano dalla mia coscia solo per prendermi la mano e appoggiarle entrambe sul tavolo.

«Non ne ho la più pallida idea.»

Mio padre acconsente lentamente osservandolo. «Hai mai pensato di giocare come professionista? Non ti ho ancora visto giocare, ma se hai la stoffa dovresti approfittarne.»

Dorian torce il naso. «No, non ho mai voluto.»

«Ah. E cosa pensi di fare? Manca poco.»

«Lo so, magari mi prendo un anno sabbatico e sto con il mio fratellino. Resterà solo e non voglio che succeda.» lo dice accarezzando la testa di Ryan che mangia con gusto.

Mio padre fa per parlare, ma mia madre salta su curiosa appoggiando il gomito sul tavolo e tenendosi il viso con la mano.

«Come resterà solo? I tuoi genitori?»

Lui si appoggia alla sedia con la schiena stringendomi la mano, guarda il piatto per qualche secondo, poi le risponde senza alzare lo sguardo.

«Mio padre è sempre via per lavoro, Ryan sta sempre con Iris che è la nostra tata e con me. Se me ne vado non avrà più nessuno.»

Mamma si mette i capelli dietro le orecchie appoggiando entrambi i gomiti sul tavolo, la vedo dispiaciuta e curiosa mentre continua.

«Non voglio essere inopportuna ma... tua madre?»

«É morta.»

Tutti spalanchiamo gli occhi. I miei stanno per uscire dalle orbite.

Non ci avevo mai pensato. Sua madre è morta.

Gli accarezzo la mano e lui sposta lo sguardo su di me. «Ma sapete, quello che la vita toglie poi ti ridà.» lo dice fissandomi negli occhi.

Ed io mi sciolgo.

Non riesco a non avvicinarmi alle sue labbra per un lieve bacio. Davanti a mio padre che non dice una parola.

Anzi, ci sorride e acconsente.

«Hai proprio ragione, ragazzo.»

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