Capitolo 54 - Raylai

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I miei occhi non riescono a credere a ciò che stanno vedendo. Schin, così diverso da come immaginavo, sembra un demone e inferisce su Dorian con un'aggressività insostenibile.

Lui è a terra sdraiato su un fianco, attorno a lui c'è un misto di sangue e legno. Non riesco più a capire niente.

Il rumore delle nocche che colpiscono il viso di Dorian mi fanno sentire tutto il dolore che prova ed è insopportabile.

Devo fermarlo.

Corro in macchina e afferro il fucile, il destino è davvero incredibilmente preciso. Ho il fucile in baule perché oggi io e mio padre siamo andati a tirare al poligono.

Corro di nuovo in casa e non mi interessa se inizierà a colpire anche me, basta che la smetta di colpire lui. L'adrenalina mi scoppia dentro mentre corro verso Schin puntandogli il fucile e gli urlo di smetterla. Finalmente smette di colpirlo e non riesco più a trattenere le lacrime mentre mi prega di non sparare.

Lo spingo con una sicurezza che non credevo di avere.

Come può un padre fare questo?

Appena Schin sente la parola polizia se la dà a gambe e continuo a urlargli contro mentre scompare in macchina. Corro verso Dorian inerme e steso a terra, gli prendo il viso insanguinato tra le mani.

È quasi irriconoscibile, gonfio e violaceo.

«Amore, ti prego guardami. Guardami!»

Apre gli occhi e mi si gela il cuore. Gli sposto i capelli insanguinati dal viso mentre sento che cerca di alzarsi ma lo fermo. Mi siedo con lui e gli pulisco il viso dal sangue con la manica, gli bacio i capelli e gli accarezzo leggermente il gonfiore dolorante.

Non mi interessa del sangue e nemmeno di quanto dolore io stia provando nel vederlo così, voglio solo che stia bene.

Stiamo così per un po' mentre sento che si sta riprendendo.

«Dobbiamo andare all'ospedale»..

«Chiama la polizia.» mi supplica.

Fa per alzarsi ma lo fermo. «Non vuoi andare all'ospedale?» gli chiedo.

Si alza in piedi e resto sconvolta dalla sua forza. Dopo tutte le botte che ha ricevuto è in piedi e vuole camminare da solo.

Lo afferro cingendogli la spalla e si fa aiutare.

Lo seguo e ci dirigiamo verso il salotto.

«Dov'è Ryan?»

«L'ho chiuso a chiave in camera mia. Chiama tuo padre.»

Lo vedo sedersi sul divano e passarmi il telefono con la chiamata già avviata. Faccio esattamente quello che mi dice.

Lui con una mano si massaggia la testa e lo guardo senza sapere cosa fare. Lui incontra i miei occhi. Una fitta di dolore lo prende improvvisamente e impreca.

«Merda!»

Tira un calcio al tavolino con rabbia. «Hai visto tutto?»

Ecco il suo segreto, ciò che non voleva dirmi.

Si alza di scatto e si appoggia al tavolo da pranzo vicino al divano, inizio a tamponare leggermente le ferite. Geme per il dolore a denti stretti, mantiene la testa bassa e respira profondamente. Sistemo come posso, ma ci metto tutto l'amore che posso dargli. In viso ha un taglio sul sopracciglio e uno sulla bocca, lo zigomo è gonfio, così come l'occhio. Gli accarezzo la guancia sana con tocco delicato e lui socchiude gli occhi godendosi la sensazione.

Vive ogni giorno con tutto questo ed io non lo lascerò più solo.

«Non ti lascerò mai più.» gli prometto tra le lacrime.

Con uno scatto mi afferra la vita e mi attira a sé stringendomi. Lascia andare la testa appoggiandola sul mio petto e ci lasciamo cadere sul divano, inermi. Restiamo così per un po' e gli lascio tutto il tempo per sentirsi meglio. Alza la testa e mi guarda e i suoi occhi rendono magico persino un momento come questo.

«Non volevo vedessi...» sussurra.

Continuo ad ascoltarlo. «Ti ho mentito per non immischiarti in questa faccenda, e ora ne fai comunque parte.» continua.

Ciò che mi dice mi divora il cuore.

Ha sofferto per non mettermi in pericolo. Gli occhi mi si riempiono ancora di più di lacrime mentre gli accarezzo i capelli insanguinati.

«Calmati.» gli sussurro.

Mi guarda mentre i suoi occhi tremano. «Mi dispiace, piccola.»

Perché si sta scusando?

Tutto questo è solo per colpa di Schin.

Lui è stato forte e coraggioso.

Collego ogni cosa, anche il fatto che non lasciasse mai il fratello a casa da solo. Proteggeva Ryan oltre che sé stesso.

«Non devi scusarti.» gli dico.

«Ti ho mentito.» continua mentre mi metto comoda su di lui. «Sei la cosa più bella che potesse capitarmi.»

Sorrido mentre le lacrime mi rigano le guance. Gli accarezzo il viso, i capelli e gli poso un dolce bacio sulla fronte.

«Non mentirmi più.» gli dico.

Sorride con fatica, visibilmente stanco.

Inizia ad alzarmi il maglione. «Sei così bella, cazzo.» mi sussurra.

Non riesco più a resistere e lo bacio sulle labbra, sussulta al contatto e sospira. La sua lingua entra con prepotenza nella mia bocca... proprio come solo lui sa fare. La sua mano mi stringe i capelli fino a tirarli, geme nella mia bocca appena la mia mano gli accarezza il rigonfiamento sotto i pantaloni. In questi istante mi rendo conto di cos'ha bisogno e intendo darglielo.

«Grazie.» mi dice.

«Basta ringraziarmi.» gli ordino.

Fa per parlare ma non glielo lascio fare. Torno a baciarlo e questa volta non pone resistenza. «Ti farò dimenticare tutto, di nuovo.»

Chiamo la polizia e mentre la aspettiamo ci stringiamo a vicenda, vittime di due vite completamente diverse ma dallo stesso risultato. Dolore, angoscia. Ma anche forza di volontà e voglia di vivere. Dorian mi guarda prima che i soccorritori chiudano le porte dell'ambulanza. Il poliziotto scorta me e mio padre nell'abitacolo.

«Vi faremo solo qualche domanda.»

Ripenso al suo sguardo. Lo stesso sguardo. Mi stava chiedendo aiuto.

Io e lui, insieme, possiamo stravolgere il mondo.

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