Capitolo 14 - Dorian

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Passato

Alzo lo sguardo verso una bambina dai capelli scuri raccolti in due trecce. «Ti va di giocare con me?» mi chiede.

Le sorrido amichevolmente e le passo la palla. Non sono mai stato cattivo con nessun bambino o bambina, mi sentirei in colpa e so che non sarebbe giusto.

Mia nonna mi dice sempre che bisogna essere gentili.

Mi tira la palla ed io gliela ritiro, mi guardo attorno e vedo mia mamma e mia nonna sedute sotto il portico di casa.

Parlano e sorridono. Sono felice che mio padre non ci sia perché con lui mi sento a disagio, è sempre arrabbiato e il suo sguardo mi spaventa terribilmente.

È sempre serio... a dire la verità non ricordo una volta in cui abbia sorriso. Non mi ha mai fatto una carezza, né ha mostrato nei miei confronti alcun segno d'amore paterno. Ho la fortuna di avere mia nonna e mia mamma a compensare quella mancanza.

Mi arriva la palla ed io cerco di riprenderla con le mani ma perdo l'equilibrio e cado a terra, mi metto a ridere e la bambina ride con me. Sento mia mamma chiamarmi preoccupata.

«Sto bene mamma!» la tranquillizzo.

Mi alzo e tiro la palla alla bambina che la prende, ma qualcosa alle sue spalle attira la mia attenzione.

Una bambina dai capelli biondi ci guarda.

È seduta sull'erba da sola.

Le sorrido e lei ricambia, ma noto in lei un senso di confusione. Le vado incontro e, man mano che mi avvicino, il suo viso sembra essere sempre più sorpreso fino a quando non mi siedo di fronte a lei: «Ciao, mi chiamo Dorian. Tu?»

«Io... mi chiamo Gisele».

«Che cosa stavi facendo?»

In mano ha una collana di fiori non ancora finita.

«Una collana.»

Raccolgo dei fiori e inizio a farla con lei. «Non ti ho mai visto da queste parti, dove abiti?»

«Qui.»

«Abitavi nella mia casa?»

«Sì.»

«Possiamo giocare insieme se ti va?»

«Sì.» ripete, «nessuno gioca mai con me.»

«Perché?»

«Sono invisibile».

Improvvisamente mia mamma mi chiama: «Dorian! Ma cosa stai facendo?».

La guardo senza capire la sua domanda, sto giocando con la bambina, che c'è di male?

«Sto facendo una collana per te!» le rispondo.

Indico la bambina di fronte a me «Lei è Gisele, abita vicino a noi, sai?».

La mamma corre verso di me con gli occhi sgranati «Gisele?».

La nonna si mette le mani sul cuore ma rimane ad osservare immobile la scena dal portico di casa.

«Tesoro mio, non c'è nessuno lì» mi dice mamma.

Mi afferra per il braccio e mi fa alzare mentre continuo a fissare la bambina «Mamma! Non la vedi?» la indico ancora.

«No, tesoro. Non vedo nessuno e tu stavi parlando da solo.»

La bambina resta immobile e in silenzio, quasi come se già conoscesse la situazione. La chiamo ancora per nome ma la bambina si alza, in silenzio.

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