Capitolo 48 - Raylai

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Le giornate a scuola passano veloci. Tra una lettura e l'altra il resto del tempo lo passo con Dorian e il gruppo. Abbiamo creato una famiglia unita che tutti ci invidiano.

Mi sono abituata agli sguardi assassini delle ragazze, dato che hanno ormai compreso che Dorian sta con me. Mi stanno trafiggendo anche ora in biblioteca, fanno finta di studiare o forse lo fanno, ma la maggior parte del tempo lo dedicano a parlare di me.

Iniziano a starnazzare all'improvviso e ne capisco il motivo, Dorian entra in biblioteca e si ferma di fronte a me.

«Possiamo parlare?» mi chiede. «Da soli.»

Mi alzo prendendo i miei libri, mi afferra la mano e mi porta nell'altra stanza aiutandomi ad appoggiare i libri su un tavolino basso. Mi siedo sulla sedia incrociando le gambe e lui si siede di fronte a me spostando la sua sedia fino ad arrivarmi così vicino da toccare le ginocchia con le mie. Ci appoggia sopra le mani e mi regala una carezza dolce e intima, posso sentire il calore delle sue mani oltrepassare il tessuto dei jeans. Sono due giorni che non viene a scuola ed io non gli faccio domande perché so di non potergliene fare. Anche lui pretende risposte da me ed io non mi sento pronta a dargliele.

Una delle sue mani si sposta sul mio viso passando lentamente le dita sulle mie guance, prende una ciocca scappata dalla coda girandosela tra le dita.

«Mi stai nascondendo qualcosa, piccola luce

A queste parole abbasso la gamba che avevo incrociato e stringo le cosce tra di loro, impaurita che lui possa accorgersi della mia eccitazione. Il suo sguardo si sposta sul mio movimento per qualche secondo prima di tornare a guardarmi. Prendo la sua mano allontanandola dal mio viso.

«E quale sarebbe?»

Mi afferra la mano velocemente e la stringe incastrando le dita tra le mie. «Il nome Matt ti dice qualcosa?»

La sua stretta calda non la sento più, sento solo il ghiaccio, il mio.

Cerco di togliere la mano ma lui non mi lascia andare. Il suo viso è impassibile, nessuna emozione gli passa attraverso.

«Ci ha provato con te?» continua.

Sì.

«No.»

Non sono brava a mentire. Sono più brava a farlo con me stessa.

Lo sento sospirare rumorosamente.

«Cazzate!»

Riesco a togliere la mano dalla sua.

«Perché me lo chiedi?»

Guarda le nostre mani dispiaciuto.

«Voleva usarti per farmi del male.»

Si passa una mano tra i capelli e mi guarda. I suoi occhi sono profondi, riescono a scavarmi dentro. Afferro la ciocca e me la metto dietro l'orecchio. «Che male poteva farti? Non ci conoscevamo nemmeno.»

Si avvicina col busto lentamente.

«Ti sbagli.» afferra i braccioli della mia sedia e con un unico scatto la tira verso di lui.

Mi ritrovo intrappolata tra le sue braccia con il suo petto davanti al viso. Avvicina le labbra al mio orecchio e sospira.

«Sei sempre stata il mio punto debole.»

Abbasso il viso per non avere il suo davanti agli occhi.

«Ti ripeto la domanda. Ci ha provato con te?» insiste.

Respiro lentamente mentre il cuore inizia a battere più forte per la sua vicinanza e per quello che desidero fare con lui.

«No.»

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