Capitolo 15 - Raylai

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Il calore debole del sole mi riscalda il viso e il vento leggero mi rilassa. Amo stare all'aria aperta soprattutto durante la lettura.

Sono seduta a terra con la schiena appoggiata ad un albero e mi guardo intorno, Il giardino del liceo è pieno di studenti in attesa della partita. Li osservo come mio solito e resto delusa dal fatto che nessuno ha un libro in mano.

«Ho una gran fame ma non posso mangiare come mio solito. Dobbiamo giocare» si lamenta Andrea appoggiando il mento sulla testa di Selene.

Jeremy acconsente con la testa e digita continuamente qualcosa sul telefono. Andrea gli tira un calcio. «È inutile che gli scrivi.»

«E tu che ne sai?»

«Gli ho scritto anch'io ben sette messaggi.»

«So già come andrà a finire» si lamenta Jeremy.

Dorian non è venuto alle lezioni stamattina. Ho tentennato nello scrivergli un messaggio per sapere se andasse tutto bene.

Si dice in giro che fa spesso a botte.

Dopo quello che è successo ieri sera la mia mente mi ha fatto dei brutti scherzi. Ho iniziato a credere che non fosse successo davvero. È stato surreale. La sua bocca ancora di più.

Da quando è venuto a sedersi al mio fianco a quando non voleva lasciarmi entrare in casa ho constato che ha un lato dolce, proprio come credevo. Ogni volta cercava di nasconderlo con un modo di fare più prepotente, ma sono sicura che recita una parte.

Il Dorian Forrest che conoscono tutti non è la persona che ho conosciuto io. Una sveglia inizia a suonare e Andrea la spegne dal polso. «Andiamo J! Il coach ci ammazzerà di flessioni se facciamo tardi.»

«Giuro che lo uccido» brontola Jeremy.

Mi tiro indietro i capelli in una coda, poi cambio idea e me la sciolgo, mentre i gemelli si allontanano a passi svelti fino ad entrare negli spogliatoi.

«Sicura che non vuoi venire a vedere la partita?» mi chiede Selene. «Almeno vedrai giocare Dorian.»

Mi piacerebbe vederlo giocare ma sto cercando di tenere i piedi per terra. Dopo il discorso che mi ha fatto mio padre stamattina devo ricordarmi che io non sono come le altre e non devo comportarmi come loro. Ieri sera mio padre sapeva che ero sotto la tettoia con qualcuno e si è accorto che era un ragazzo quando lo ha visto andare verso la macchina. Non mi ha fatto tante domande perché non è da lui, mi ha solo chiesto il perché era lì con me e se si era comportato bene. Quella che si è comportata male ieri sera sono stata io, papà.

«Oh, ci sei? A cosa pensi?» mi chiede.

Al suo bacio. Ai suoi occhi. La sua bocca. I suoi capelli. Le sue spalle. Le sue mani. La sua voce.

Mi schiarisco la voce e Selene insiste accendendosi una sigaretta.

«Cos'è successo poi ieri sera? Sei andata via con lui, no?»

«Mi ha solo accompagnato a casa.»

«Hm hm, sì... ci credo.»

«Che?»

Si avvicina appoggiando il braccio sulle mie spalle. «Ci ho parlato l'altra sera e parlare di te lo ha reso interessato nei miei confronti, altrimenti non mi avrebbe cagato di striscio nemmeno se sono la ragazza del suo migliore amico.»

«Perché mai avete parlato di me?!» stridulo.

E iniziamo un botta e risposta senza respirare.

«Gli piaci.»

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