Capitolo 45 - Dorian

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Passato

Le congratulazioni di Matt riguardo la mia proclamazione come capitano mi tranquillizzano, ma non del tutto.

«Sapevo che sarebbe successo amico, te lo meriti.» mi dice.

La sua mano è ferma sulla mia spalla ma così diversa, così fredda e rigida, il calore che mi ha sempre dimostrato è svanito.

«Grazie, Matt.»

Cerco di sorridergli e comportarmi con lui come se niente fosse cambiato, ma l'imbarazzo e il senso di colpa che provo è come veleno. Da quando ho messo piede in questa scuola, mi sono ripromesso che sarei diventato capitano e avrei fatto di tutto: anche usare le persone.

O sarei morto di botte.

La soddisfazione di mio padre è impercettibile: riesce a dimostrarmi tutto il suo odio ma non riesce a dimostrarmi la sua soddisfazione.

Mi preparo per la serata, tutti dicono che sarà "la mia serata".

Io sono convinto di non volere tutto questo.

Le ragazze improvvisamente mi soffocano, non faccio in tempo a smollarne una che un'altra mi salta addosso. Ne bacio una dopo l'altra consapevole che è questo che vogliono da me: spettacolo.

Il viso di Raylai mi passa davanti ogni volta che la lingua di qualcuna tocca la mia, mi viene automatico farlo. Perché mi piace lei. Smetterò di baciare, sta iniziando a farmi schifo.

«Ciao Dorian.»

Una voce mi sveglia dai miei pensieri, mi volto ed ecco un'altra bella ragazza, mi prende per la nuca e mi bacia sulle labbra, i miei occhi non riescono a chiudersi per godersi il momento, perché una chioma scura è a pochi metri da me.

Mi stacco dalle labbra della ragazza.

«Raylai...»

Lei si volta e mi rendo conto all'istante di averla scambiata.

Porca puttana.

«Non mi chiamo così», mi dice alterata.

«Scusa, ti ho scambiato per qualcun'altra.»

Impreco a voce bassa e le scanso entrambe. Quando penso a Raylai, immagino cosa penserebbe delle mie azioni, vorrei non avere rimpianti e sensi di colpa per essere stato un bastardo approfittatore come mio padre.

Sono orgoglioso di me stesso? Per niente.

Quando avrò il coraggio di parlarle, cosa penserà di me? Mi guardo attorno e cerco Matt: il senso di colpa mi sta divorando e ho intenzione di dirgli la verità. Vedo i gemelli e chiedo di Matt.

«È in bagno da un po'.» mi risponde Andrea.

«Dovresti parlargli.» continua Jeremy.

Appena arrivo al bagno maschile mi rendo conto che è chiuso, busso, lo chiamo ripetutamente e lui mi risponde subito.

«Vattene, cazzo!»

Busso ancora più forte mentre il ricordo degli ultimi giorni del suo viso sciupato e appassito mi fa rendere conto di essere stato un gran bastardo: non avrei dovuto farlo, sono stato egoista e senza palle.

«Porca puttana, te ne vuoi andare?!» mi intima.

«Matt, devo parlarti» gli dico.

Silenzio.

«Matt! Apri questa cazzo di porta!»

Altro silenzio.

«Mi dispiace per quello che ho fatto.»

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