Capitolo 50 - Dorian

7 1 0
                                    

Passato

Tutto questo sta accadendo perché ho paura.

Ho paura di affrontare mio padre.

Ho paura di ciò che sono e della mia natura. Ho paura che mio padre abbia ragione quando dice che sono pazzo. Ho sempre ammirato Matt per il suo coraggio, non è mai stato incoerente con ciò che diceva e faceva, ha sempre mantenuto quella forza che ci teneva tutti uniti.

Io non sono come lui, sono solo un codardo.

E lui è morto per colpa mia.

Non avrei dovuto lasciarlo solo quella fottuta sera.

Stamattina quando sono tornato al liceo, molti sguardi erano puntati su di me, come se la morte di Matt fosse meno importante, e questo mi fa incazzare. Ho litigato con i gemelli perché si comportavano come se Matt non fosse morto, li ho offesi e me ne sono andato.

Ma ho capito che sono io il problema, mi sento in colpa per la sua morte ma non posso pretendere che loro piangano un amico della cui morte non sono loro la causa.

È colpa mia, cazzo.

«Mi dispiace Matt.»

Non so da quanto tempo non piango, credo da quanto ho dieci anni per non dare piacere a mio padre nel vedermi sofferente e debole. Ora invece non riesco fare altro.

Sono seduto su un muretto davanti al campo da basket esterno, completamente spopolato. Gli alberi sono spogli, vuoti.

Proprio come mi sento io.

Non faccio in tempo ad asciugarmi le guance che si bagnano di nuovo, mentre tutti vivono come se niente fosse successo.

Continuo a scusarmi con lui perché so che mi sta ascoltando.

Il senso di colpa fa male, più di un pugno in faccia. Quello passa.

Il senso di colpa non se ne andrà mai.

Non avrei mai dovuto ascoltare mio padre. Ho preso a Matt l'unica cosa bella della sua vita. La cosa più importante.

Poi lo vedo.

Mi fissa, la sua pelle è chiara, tanto da vederci attraverso.

So che è solo un suo gemello, le anime li usano per farsi riconoscere da noi vivi. Le anime non hanno una forma precisa, sono come l'aria, si sentono ma non si vedono.

Lo sto fissando, mi alzo di scatto dal muretto.

«Matt.»

Ha gli occhi sgranati e resta in silenzio per un po' mentre gli vado incontro. Mi guardo attorno sperando che nessuno mi veda e lo guardo di nuovo.

«Ti stavo aspettando.» gli dico.

È vero. Sapevo che lo avrei visto prima o poi.

«Come cazzo fai a vedermi?» mi urla contro.

«È una lunga storia Matt, ma devo dirti una cosa.»

«Porca puttana, sono morto o non sono morto?»

«Le emozioni troppo forti ti tengono in bilico.»

Lo vedo in preda alla rabbia che cerca di prendere qualcosa da tirare ma non ci riesce, urla, scalpita. E mi si spezza il cuore.

«Matt, basta!»

«Mi prendi per il culo?»

«Devo dirti una cosa.»

Guarda il cielo e ride di gusto. «Vuoi torturarmi anche da morto? Devo vederti vivere la mia vita?»

«Io... riesco a vedervi sin da piccolo e mio padre mi odia per questo. Dice che sono un malato di mente.»

Niente Paura #1 | Survivor Series 🔥Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora