XII - Inconveniente

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Qalche ora dopo

Tom

Laura mi aveva obbligato ad andare a comprare qualcosa alla sua amichetta perché chiederle scusa a parole non era sufficiente per la principessa sul pisello.

Andai controvoglia verso il supermercato vicino casa nostra, accompagnato da Bill.

Gustav e Georg, quando gli avevo chiesto se avessero voluto accompagnarmi, mi avevano guardato stralunati e, senza rispondermi, avevano continuato a fare ciò di cui si stavano occupando.
Mi avevano abbandonato, infami.

"Questo va bene?" Chiesi annoiato prendendo in mano la prima cosa che mi capitò.

"Tom, vuoi regalarle una spada di spugna per farti perdonare o per fartici trafiggere? Che razza di regalo é!"

Sbuffai.
Sbuffai molte volte quel giorno ad essere onesti.

Mi avvicinai alla sezione giocattoli.
"Questo qua?" Presi in mano un peluche di topolino.
"No, non l'ho mai vista con un peluche in vita sua.
Prendiamole qualcosa di cancelleria dato che ama disegnare"

Annuii fingendo di essere interessato e seguii Bill verso la sezione dedicata.

Scelsi dei pennarelli strani che dicevano essere fatti ad alcol. Magari si ubriacava disegnando.
Mi facevano ridere e, anche se sapevo che non era ubriacare il disegnatore il loro scopo, mi piaceva immaginarmela così.

"Prendi quelli? Va bene, quanto costano?"

Non avevo pensato al prezzo ad essere sinceri.
Costavano quaranta euro e rappresentavano la mia paghetta di una settimana. Erano fuori discussione.

"Magari puoi prendere quelli" Disse lui indicandone alcuni.
"Sono gli stessi pennarelli ma a gruppi da tre colori invece che da venti come avevi trovato tu. Costeranno meno immagino"

Controllai il prezzo ed era decisamente più ragionevole, anche se per me rimaneva esagerato.
Costavano dieci euro e li comprai.

Una volta tornato a casa mia mamma aveva cucinato i biscotti.
Io amavo i suoi biscotti ed anche Athena.

Ne presi una manciata e li misi sul piattino insieme ai pennarelli che poi portai di sopra.

Bussai alla sua porta in modo brusco come facevo sempre e dissi il mio nome.

"Non ho intenzione di parlare con te" Mi rispose decisa.
"Beh io si, quindi aprì" Bill mi tirò un coppino e mi guardò male.

Io riformulai la frase.
"Mi dispiace per come ti ho trattato, ma vorrei chiederti scusa faccia a faccia" Recitai quasi come se stessi leggendo un copione.

La sentii alzarsi e aprire la porta controvoglia. Era buffo che nessuno di noi due fosse minimamente interessato a risolvere la questione.

Le sorrisi forzatamente e le feci vedere il piatto di biscotti alzando le spalle.

"Posso entrare?"

Ci pensò su, ma poi si spostò dalla porta e mi lasció entrare, mentre Bill se ne andava di sotto con gli altri.

"Ti hanno detto di portarmi dei biscotti per corrompermi?" Disse lei ridacchiando.

"No, questi sono stati una mia aggiunta personale, ma quest'altro pacchetto mi é stato imposto da Bill e dalla tua amichetta" Dissi reggendole il gioco e lanciandole i pennarelli.

"Ma sei pazzo? Costano un occhio della testa" Esclamò stupita dopo aver scrutato attentamente la scatola.

"Credimi, lo so" Dissi infastidito.

Salvami e DistruggimiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora