XIII - Regali

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Athena

Eloise arrivò.
Sculettò fino alla piscina, neanche stesse facendo una sfilata.
Il suo costume non la copriva praticamente per niente.
Il sedere era completamente esposto dallo stuzzicadenti che spacciava per mutanda, mentre sopra aveva un reggiseno a triangolo troppo piccolo per lei.

Oh Tom quanto sei banale.

"Eccomi!" Strillò.
Poi salii la scaletta continuando a sculettare e raggiunse Tom.

Lui sollevò un angolo della bocca facendo scintillare il suo piercing, mentre la fissava stregato.
Io e Dunke alzammo gli occhi al cielo per poi ricominciare a parlare di altro.

La piscina era veramente piccola e non ci stavamo tutti.
Eloise si sedette su Tom ovviamente, ma dato che serviva ancora un po' di spazio, chiesi a Bill di far sedere Dunke su di lui.

"Per me non é un problema, ma sei sicura non ti dia fastidio?"
Bill era davvero una persona speciale, mi capiva sempre e si preoccupava per me prima che per se stesso.
"No non ti preoccupare Bill" Gli sorrisi e feci l'occhiolino a Dunke, che in fondo non aspettava altro, ma stava evitando solo per me.

"Athena!" Mi chiamò l'ochetta dopo qualche minuto.
La guardai infastidita dato che mi aveva interrotta mentre chiaccheravo con Karim.
"Mi chiedevo se tua nonna ti avesse prestato volontariamente quelle mutande, o se gliele avessi proprio rubate tu!" Disse scoppiando a ridere.
Rise solo lei, mentre Tom accennò un sorriso, probabilmente solo per infastidirmi.

"E tu quel filo interdentale lo hai rubato al tuo dentista o lo hai sedotto per fartelo dare gratis?"
Quella non si sarebbe mai presa gioco di me, mai.

Smise di ridere e mi lanciò uno sguardo assassino, che io ignorai ricominciando la conversazione con Karim.

"Io non sono una puttana Athena!" Aggiunse Eloise.
"Son contenta" Risposi continuando ad ignorarla.

Non accettava che non avessi voglia di avere a che fare con lei e ricominciò a parlare.

"Io almeno ho della gente che vuole stare con me!" Urlò.
"Io almeno ho degli amici che vogliono stare con me per il mio carattere e non per il mio fisico"
"Io almeno ho un bel fisico!"
"Io almeno ho un cervello!"
"Io almeno ho un padre!" Sbottò stringendosi a Tom.

"Cos'hai detto scusa?" Chiesi alzandomi in piedi e stringendo i pugni.

"Ho detto che almeno ho un padre a differenza tua!"
"Neanche io ho un padre Eloise" Disse Tom dopo un po', spostando l'attenzione di tutti su di lui.

Dunke approfittò della distrazione di Eloise per tirarmi giù e farmi rimettere a sedere prima che facessi cose di cui mi sarei pentita.

"Come? Ehm si... si lo so! Ma voglio dire... il suo é morto! Capisci é morto e non tornerà mai! Il tuo invece..."
"Il mio invece mi ha abbandonato insieme a mia madre e mio fratello perché non ci voleva più. Perché eravamo un peso.
Avrei preferito che fosse morto, così non avrei mai dovuto pensare che fosse colpa mia la sua scomparsa" Tom spinse Eloise giù dalle sue gambe, mentre si alzò ed uscì dalla piscina.

"No Tom! Perdonami! Aspetta!"
Ma Tom non si fermò. Nemmeno si girò. Prese un asciugamano e si diresse all'interno della casa, ignorandola completamente.

"Tu! É tutta colpa tua! Hai visto cos'hai fatto!" Mi indicò Eloise arrabbiata.
"Colpa mia? E cosa avrei fatto esattamente per farlo arrabbiare con te, io?"
"Tu... Tu... Vaffanculo!" Urlò, per poi uscire anche lei in cerca del suo telefono.

"Si brava chiama tua padre e fatti venire a prendere, tu almeno ce l'hai!"
Non era un intervento necessario, ma avevo voglia di sfogarmi.
Lei per fortuna non proseguì oltre e dopo essersi vestita si avviò verso la strada aspettando suo padre sul marciapiede.

Salvami e DistruggimiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora