XX - Non so come farò senza di te dolcezza

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Una settimana dopo

Athena

Era arrivato il momento della partenza, sarei tornata in Italia da mia madre.

Ne avevo parlato con Achille, lui mi aveva assicurato che sarebbe stato pronto a soccorrermi qualsiasi cosa accadesse.
Non avevo paura di mia madre, era stata in comunità per dieci anni, qualcosa doveva averla imparata, ma ero consapevole che non sarei mai stata in grado di perdonarla.

Stavamo inziando ad avere successo come band, e io stavo abbandonando tutti.

I miei amici mi accompagnarono all'aereoporto.
Avrei preferito andare in macchina come all'andata, ma mia madre non aveva una macchina, perciò mi toccava salire su quella scatoletta sospesa in aria.

Iniziarono i saluti. Fu straziante.

"Ciao piccolina, in fondo mi mancherai moltissimo" Disse Karim con un sorriso triste mentre Georg mi abbracciava facendo scendere qualche lacrima.

"Grazie Karim, anche tu mi mancherai troppo. Georg ti prego non piangere, é già abbastanza difficile così" Ridacchiai mentre gli appoggiai una mano sulla spalla.

"Non temere, siete forti Georg, sono certa che il pubblico vi adorerà anche senza di me!" Non avevo torto, ero certa che i 'Tokio hotel' non sarebbero terminati con la mia uscita.

"Athena ti adorano tutti e poi comunque sei una grandissima amica, mancherai a tutta Magdeburgo" Un'altra lacrima scivolò giù dalla sua guancia e Karim gli mise un braccio attorno al busto per essergli di conforto.

"Hai Karim, Laura, i ragazzi, mio fratello, la sua fidanzata, la scuola, hai tanto altro, non lasciare che sia una persona a ridurti così" Terminai io sorridendo.

Poi abbracciai Bill e Dunke. Come avrei fatto senza i miei amici? Piano piano mi rendevo conto sempre di più che loro sarebbero rimasti tutti insieme a consolarsi, mentre io non avevo nessuno in Italia oltre mia madre ad aspettarmi.

"Bill! Dunke! Venite qui!" Dissi aprendo le braccia in attesa del nostro abbraccio di gruppo.
Erano entrambi troppo sensibili, ed erano entrambi in lacrime.

"No vi prego non fatemi piangere!" Esclamai divertita trattenendo il groppo in gola.

"Blum io sono persa senza di te! Cosa farò in classe tutti i giorni? Con chi scherzerò sui prof? A chi racconterò tutti i pettegolezzi?"
"Dunke sei una ragazza fantastica, un sacco di gente ti vuole bene e ti starà accanto. Per quanto riguarda i pettegolezzi però, continua a scriverli a me!" Risi e rise anche lei.

Non volevo vederli stare male e non sopportavo pensare che fosse colpa mia.
Era la mia partenza a ferirli e anche se ovviamente non l'avevo desiderata io, ero io a star lasciando un vuoto in loro.

"Bill, prometti che ti prenderai cura di Laura sempre okay? Lei ogni tanto é un po' testarda e si addossa troppe colpe, tu la aiuterai perché non potrò più farlo io. E promettimi che ti prenderai cura di te e crederai in te stesso, sempre. Sei un cantante ormai, un professionista, e sei il leader del gruppo.
Non lasciare che la mia partenza incupisca tutti, sii forte per loro e ricordagli che siete diventati famosi grazie a voi stessi, non grazie al mio pianoforte o alla mia chitarra chiaro? Mi fido di te, ti voglio bene"
Aggiunsi praticamente sussurandolo nell'orecchio a Bill.

Lui non smetteva di lacrimare, ma annuiva convinto. Aveva capito il suo ruolo. Il suo compito all'interno della band, e sapevo di potermi fidare di lui.

Salutai Achille.
Mi ripeté innumerevoli volte di badare a me stessa e di chiamarlo subito se mamma avesse perso le staffe.
Lui mi avrebbe 'salvata', così aveva detto.
Io lo stringevo forte a me, ma mi imposi di non piangere.
Se avessi pianto anche io, sarebbe stato un problema, tutti si sarebbero sentiti in dovere di consolarmi e sarebbe stato peggio, perciò mi imposi di rimanere composta.
Dispiaciuta, ma composta.

Salvami e DistruggimiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora