XVIII - Devilish

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2 mesi dopo

Athena

Bill stava tremando dietro le quinte.
Come già sappiamo bene, Tom lo aveva obbligato ad iscriversi a 'Star Search'. (*1)

Bill lo odiava ogni secondo di più, mentre io tutto sommato la vedevo come un'occasione per mettersi alla prova e pensai che se fosse capitato a me non sarei stata così contrariata.

"Bill, stai tranquillo, canti da sempre, lo farai anche oggi e se non vinci non cambierà nulla a nessuno, terrai conto dei loro giudizi e migliorerai"
"Non ho paura di perdere o di sbagliare, io non lo so nemmeno di cosa ho paura!"
"Okay calmati, la stai rendendo più seria di quello che è. Hai un po' di ansia il che è assolutamente normale, non è una tragedia" Lui mi guardava, ma non riusciva ad ascoltarmi.

"Va bene, ti chiamo Laura"
"No! Non voglio mi veda così!"
"Andiamo Bill, è la tua ragazza, pensi si scandalizzi a vederti con un po' di cagarella?"
Mugugnò qualcosa e io uscii prima che potesse ribattere.

"Dunke, vai da Bill, ha bisogno di te"
"Cos'è successo?"
"Tu vai"

Lei mi ascoltò e io tornai da gli altri.
Mi sedetti vicino a Tom, dopo il piccolo incidente in cui gli avevo salvato la vita, c'eravamo avvicinati molto.

Non era riuscito a dirmi 'grazie', ma aveva provato ad intensificare il nostro rapporto per farmi capire che me ne era grato.

Mio fratello si era trasferito dalla sua ragazza perciò le occasioni di fare i suoi 'discorsetti' a Tom erano diminuite, ma spesso si trovavano a casa nostra dato che lei studiava moda e Bill voleva delle dritte.

"Dici che andrà bene?"
"Ma certo Tom, Bill va sempre bene"
"E se non vince?"
"Non è qui per vincere, è qui per superare la sua paura e convincersi che piace anche agli altri il suo modo di cantare e di apparire. Se non dovesse vincere lo supporteremo e basta"
"Okay" Disse Tom, e la sua gamba iniziò a tremare velocemente.

Non sapevo se stavo facendo la cosa giusta o no, ma gli appoggiai una mano sul ginocchio e gli sorrisi.
Sperai che potesse farlo stare meglio.

Lui mi guardò confuso qualche secondo per poi ricambiare il mio sorriso.
Faceva tanto lo sbruffone, ma quando si trattava di Bill, era un pezzo di pane.

Laura

Blum mi aveva spaventata chiedendomi di andare da Bill, ma vedendolo capii che aveva solo paura.

Tantissima, ma solo paura.

"Bill!"
"Laura!"

Ci corremmo incontro e io lo strinsi forte a me.

"Perché tremi? Vuoi sembrare una pecorella su quel palco? Coraggio ragazzone, dimostra chi sei!" Gli dissi ridacchiando lasciandogli un pugnetto leggero sulla spalla.

Lui rise con me ed annuì.
Sapeva che avevo ragione.

Poi si avvicinò tanto a me e mi fissò negli occhi intensamente.

Sapevo che voleva un bacio, i nostri baci non erano mai a caso, erano sempre chiesti e sempre per occasioni speciali.

In questo momento capivo che ne aveva bisogno.
Aveva bisogno di una dimostrazione concreta di fiducia e supporto da parte mia.

Mi avvicinai un po' anche io e alzai il mento verso di lui, che si abbassò verso di me.
Era così dannatamente alto!

Le nostre bocche si incontrarono e non appena lo fecero, io chiusi gli occhi.

Era un bacio colmo di amore. Come tutti i nostri baci.

Ci staccammo piano e io gli sorrisi più di prima.
Lui ricambiò e chiamarono il suo nome.

Salvami e DistruggimiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora