quattordici

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E' passata una settimana. Tra me e Sere le cose non sono cambiate, lei ha cercato di chiedermi ancora scusa più volte a scuola ma io continuavo per la mia strada. Mi sto comportando da stronza ma sono ferita.

Ieri ho visto Luca entrare in mensa mano nella mano con Sere, devo ammettere di essere felice che abbiano avuto il coraggio di dirlo a tutti. Vorrei solo avessero avuto lo stesso coraggio di farlo con me.

<< Wow ragazzi. Da quanto state insieme? >> chiese Carlos ai due.

<< Da un po'. >> disse Luca baciando, poi, Sere.

E quindi neanche Carlos era a conoscenza della loro storia. Devo ammettere che mi sento un po' meglio ma ciò non cambia la mia delusione nei confronti di Sere.

Continuarono a parlare tra di loro mentre io ero immersa nei miei pensieri, talmente profondamente che non sentii la campanella che segnava l'inizio delle ultime ore di lezione.

<< Rebe, vuoi restare qui o venire a lezione? >> chiese Carlos risvegliandomi dai miei pensieri.

<< Mi piacerebbe restare qui ma ho una verifica. >> dissi annoiata.

Così presi il mio zaino e mi diressi verso la mia aula per quelle ore.

Non avevo proprio voglia di fare quella verifica ma come appunto stava dicendo la professoressa, questa verifica valeva il 65% del voto finale. Ciò significava che dovevo impegnarmi e prendere un bel voto.

La professoressa ci diede i fogli e iniziammo.

Iniziai a leggere la prima domanda, quando mi sentii chiamare da qualcuno seduto dietro di me. Mi voltai e Giorgia, la ragazza seduta dietro di me, mi passò un bigliettino.

Ci vediamo sul tetto appena finita la scuola.

Non c'era un nome o altro , solo questa frase. Chissà chi mi avrà scritto questo bigliettino.

Non ci pensai più e mi concentrai sulla verifica, che man mano avevo quasi finito.

Mi aspettavo una verifica molto difficile e invece era abbastanza semplice.

Le due ore di verifica passarono velocemente così come anche l'ultima ora di lezione.

L'ultima lezione della giornata era Arte, una delle mie preferite. Mi piace molto disegnare, lo faccio sin da piccola e vorrei che da grande diventasse il mio lavoro.

A risvegliarmi dai miei pensieri fu la campanella che segnava la fine delle lezione e che segnava l'ora di incontrare la persona che mi aveva scritto quel bigliettino.

Uscii dall'aula e mi diressi verso le scale che portavano al letto. Aprii la porta guardandomi intorno cercando la persona ma nulla non c'era nessuno. Mi sedetti su una panchina e nell'attesa che qualcuno arrivasse, iniziai a disegnare il panorama fin quando non sentii qualcuno dire

<< Non sapevo sapessi disegnare, sei molto brava. >>







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