cinquantadue

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Carlos non parlava, guardava davanti a sé e basta. Non sapevo cosa dire.

<< Carlos, ti prego di qualcosa. >> dissi io.

<< Ho...Ho bisogno di tempo. È tanto da metabolizzare. Ho una figlia di 5 anni e non lo sapevo. >> disse lui.

<< Lei non sa che tu sei tuo padre. Quando mi chiedeva chi fosse suo padre le dicevo sempre che era lontano per lavoro e che non poteva stare qui con noi perché era un astronauta. >> sospirai.

<< Non mi chiedeva altro e mi andava bene ma sapevo che un giorno prima o poi avrebbe capito che suo padre non era un astronauta e mi avrebbe chiesto chi era realmente suo padre ma per ora non ci avevo pensato. >> dissi io.

<< Capisco perché le hai mentito e al tuo posto avrei fatto lo stesso ma vorrei passare del tempo con lei, se posso. >> disse lui.

Voleva passare del tempo con Chiara? Non volevo che Carlos rientrasse nella mia vita ma so che è il padre di Chiara e che non importa se lo volessi o no nella mia vita lui ne fa parte ed io devo accettarlo.

<< Si certo domani pomeriggio, dopo la scuola va bene per te? >> chiesi.

<< Si domani è perfetto. È allergica a qualcosa o c'è qualcosa che non mangia? >> chiese lui.

<< Mangia tutto solo non farle mangiare troppo gelato o troppo dolce altrimenti le viene mal di pancia. Ti mando poi l'indirizzo della scuola, puoi andare a prenderla tu stesso alle 16. Se per te va bene domani avviso la segreteria che passerai tu a prenderla così non faranno problemi. >> dissi io.

<< Si va bene aspetto un tuo messaggio allora, il mio numero è sempre lo stesso. A domani allora. Ciao Rebe. >> disse lui andando via.

<< Ciao Carlos. >> dissi io.


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