Cap. 31 Gli incontri

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Le tremavano le mani mentre portava alle labbra una vecchia lattina arrugginita, riuscendo così a bere un po' d'acqua piovana. Dwight si era deciso a liberarle le mani, ma come avrebbe potuto non liberarla davanti ad un branco di vaganti desiderosi di carne fresca.
Valery non era più la donna ingenua e fragile di una volta e Tara lo aveva visto con i suoi occhi. Accanto a suo marito la vide afferrare una lama liberandosi di qualsiasi putrefatto.
Siamo troppo scoperti, non possiamo rischiare.
Ringhió ormai stanco faccia ustionata, osservando nella boscaglia qualsiasi piccolo movimento provocato dal vento.
Un posto in cui andare ci sarebbe.
Entrambi la guardarono con occhi spalancati e Tara sapeva di aver commesso un grande errore.

***


Ad Eric sembró essere cominciata una pessima giornata. I denti stretti e il volto dispiaciuto della sua spalla destra, William, fece calare il silenzio nel suo ufficio. Chaty era ancora ferma accanto la porta quando il biondone la trucidó con lo sguardo.
Le si avvicinò, a tal punto da preoccupare lo stesso Michael, fermo ma pronto ad intervenire se fosse stato necessario.
Il volto di Eric era a due centimetri da quello della donna che lo desiderava da troppo tempo.
Comportati bene. Non ho bisogno di una mocciosa gelosa al mio fianco.
William tiró finalmente un sospiro di sollievo, Eric sembrava avercela con lei per altro. D'altrone Chaty non aveva mai commesso passi falsi da quando Eric tiró su la sua comunità, ma sarebbe arrivato il giorno della verità e Chaty ne avrebbe pagate le conseguenze.

Eric si diresse in cucina mentre i due si scambiarono solo uno sguardo. Bastò quello a far fuggire Chaty da lì, vergognandosi, ma ancor di più risentendo di quelle parole.

***

Amanda si voltò dall'altro lato appena sentì Eric chiamarla dal piano di sotto.
È arrivato.
Ogni volta che Daryl passava a trovarla, circa una volta ogni tre settimane, Eric le ordinava di scendere prima di dileguarsi nel suo ufficio.

L'arciere poggió delicatamente le due ruote sul cavalletto, aprì la piccola sacca di cuoio che portava sempre con sè. Nuovi disegni e altri piccoli regali da parte di Denise attendevano Amanda.
Lei si strofinó l'occhio destro quando gli aprì la porta, incapace di nascondere quanto fosse stufa di accogliere.
Ciao.
Salutó serio lui, abituato ormai a quelle fredde caccoglienze.
Come sta?
Chiese invece lei, afferrando dalle sue mani i disegni.
Sta bene.
Rispose abbozzando un sorriso, vedendola studiare premurosamente ogni disegno.

Non mi lasci entrare?
L'arciere sembró quasi implorarla dopo gli occhi puntati di Michael, fermo accanto alla sua auto.
Non è necessario.
Rispose sbrigativa, scomparendo dalla porta prima di tirare dal cassetto del mobile all'ingresso una penna.
Daryl rimase a guardare. Amanda scriveva qualcosa con volto accigliato.
Dalle questo.
Gli ordinò ripassandogli due fogli mal piegati per la fretta.
Che succede?
Chiese preoccupato Daryl, aprendone uno col cuore che gli batteva forte.
Non aveva controllato quei maledetti fogli come aveva sempre fatto. Così socchiuse gli occhi per poi puntarli dritti verso la donna ormai diversa, ma che continuava ad amare.
Dille di completare tutta la parte finale e di ripetere gli esercizi.
Il tono di Amanda era deluso e colmo di ira. Daryl ormai serviva solo a farle da tramite. Lei si preoccupava di far studiare Denise e lui eseguiva gli ordini, per quel poco che ricordava dei suoi studi.

Non vuoi dirle nulla?
Domandò quasi rassegnato, sapendo che quella porta sarebbe stata sbattuta con forza contro il suo muso da un momento all'altro.
Che suo padre fa schifo.
Al suono di quelle parole Daryl non riuscì a restare muto, non questa volta. Con lo stivale bloccò la porta mentre Amanda indietreggió nel corridoio.
Vattene.
Gridó lei, divincolandosi fino a cercare di colpirlo con una mano, e fu in quell'istante che Eric uscì dall'ufficio.
Che diavolo succede?
D

omandò furibondo, ponendosi dinnanzi all'arciere facendo da scudo alla biondina ancora con il volto diretto dal lato opposto.
Ora esci e facciamo la nostra fottuta passeggiata.
Ringhió come un cane randagio Daryl.

Sí, perché era quello il patto stretto con Eric, gli veniva concessa una passeggiata all'interno della comunità solo con Amanda.
No.
Gridó invece lei, stringendo le labbra per il rancore, come un'adolescente sconvolta. Ma l'arciere non si fece pregare. Così Eric si pose di lato e gli consentì di afferrarla per un polso, fino a trascinarla via da casa come un sacco di patate.

Il sole la costrinse a socchiudere gli occhi e le lacrime le si asciugarono così in fretta da renderle la pelle quasi screpolata.
Lo seguiva lentamente, mentre Daryl percorreva il viale con le spalle tese. Era arrabbiato, Amanda sapeva quanto fosse deluso da lei e arrabbiato con se stesso.
Ma lei continuò a seguirlo quando svoltó a destra verso il laghetto artificiale, uno dei posti più desolati della comunità. Canne di bambù venivano spinte dal vento, regalando un fruscio che in altre circostanze le avrebbero riportato in mente solo i bei ricordi delle vacanze estive.
Nessuno avrebbe potuto vederli lì, in quel vialetto con la ghiaia scura e l'erbaccia troppo alta.

Daryl si fermó e lei fece altrettanto.
Il cuore le pompava forte in petto. Solo in quel momento si rese conto di quanto fosse dimagrito. Il corpo possente di Daryl le apparve sciupato, per meglio dire trascurato.
Gli occhi, quegli occhi azzurri e sfuggenti, le apparvero spenti.

Mi manchi.
Le sussurró prima di tornare a guardare le punte fiorite delle canne dondolarsi tra loro come in una danza armoniosa.
Amanda non disse una parola e lui riprese a camminare. Venti metri e sarebbero ritornati al punto di partenza, lui sarebbe risalito in moto e lei gli avrebbe alzato il dito medio come saluto.

Non verrò più.
Questa volta la voce fu più alta e il passo di Amanda si fermó, facendo scivolare un po' di ghiaia sotto le scarpette.
Solo allora Daryl si voltó a guardarla.
Amanda gli apparve stanca. Lavorava duramente, eseguendo qualsiasi ordine che Eric le dettasse, mentre Daryl non era ancora stato in grado di trovare Negan per portarla dalla sua Denise.

a mia figlia che la amo e che verró a prenderla presto.
Ma nemmeno lei credeva più a quelle promesse, figuriamoci Denise.
Allora è finita?
Daryl portò entrambe le mani ai fianchi, esausto da tutta quella pressione. Iniziava anche lui a stufarsi di quegli incontri e mai pensava di arrivare a provare una cosa del genere.
Mi hai di nuovo abbandonata qui.
P

untualizzó lei, incrociando le braccia in attesa di una risposta.
L'ho fatto per il tuo bene.

Ma al suono di quelle parole Amanda sorrise nervosamente, facendo oscillare il capo per controllare la rabbia.
Ogni volta la stessa storia.
Questa volta la sua voce arrivò davvero stremata le orecchie dell'arciere.
È colpa mia anche questo?
Imploró portando le mani verso il petto coperto dal suo solito gilet.
Il medico ha detto che era un'intossicazione da farmaci.
Il verdetto non avrebbe cambiato le carte in tavola, perché senza Negan, Amanda non sarebbe mai tornata da Denise.
Quale farmaco?
Domandò stupito lui.
Tranquillanti, ma io ne ho mai presi.
Entrambi si guardarono, pensando a quanto fosse stupida l'idea del medico. Amanda non assumeva farmaci, figuriamoci tranquillanti.

Cerca quel maledetto e sta più attento con Denise.
Amanda si diresse verso casa mollandolo lì su due piedi.
Non mi saluti?
Le gridó, ponenedo una mano accanto la bocca per farle arrivare bene le sue parole.
Ma Amanda gli alzó in dito medio, prima di svoltare e scomparire dalla sua visuale.

Eccomi ritornata!

The Walking Dead - In Punta Di piedi SEQUELDove le storie prendono vita. Scoprilo ora