Cap 24: Il Peso Del Dolore

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Anche girarsi sul fianco le sembró la cosa più difficile da fare. Il colpo al petto le aveva sicuramente rotto delle costole, lo stesso che Daryl stava tentando di fare contro l'unico sopravvissuto degli aggressori.

Nel sottoscala della casa di Rick, un giovane uomo continuava a rimanere in silenzio, nonostante le minacce dello sceriffo e i pugni dell'arciere. Una luce soffusa illuminava quell'angusta cella e sul pavimento ricoperto di feci c'erano anche gli avanzi del suo pasto.
Non te lo ripeterò ancora...
Riprese a parlare Rick, ossevando il volto contratto di Daryl.
Parla o ti faremo fuori.
Ma questa volta l'arciere non aspettó risposta, con un pugno al centro del petto lo scagliò con le spalle al muro, facendolo gridare dal dolore. Per Daryl era ancora troppo poco dopo quello che avevano fatto ad Amanda.

***

Tara era ferma sulle scale di casa quando vide Daryl camminare verso casa ripulendosi le mani con un tovagliolo di stoffa.
Lui la salutó con un piccolo cenno del capo e la testa ancora in quella cella, mentre lei cercó di nascondere il volto nella penombra.
Ma Daryl tornó indietro con lo stesso passo spedito, cogliendola di sorpresa.
È tardi, va a dormire.
Le ordinó con fare brusco, ma affettuoso, come era solito fare con la sua biondina.
Non ho sonno.
Disse sottovoce lei, guardando furtivamente verso la sua camera da letto. Margareth aveva ancora la piccola e fioca luce accesa sul comodino.
Non dire str****te. Smettila di sentirti in colpa e vai a riposare. Domani ci servi sveglia.
L'arciere non le diede modo di formulare una risposta, riprese a camminare e raggiunse subito casa, quando Tara fece lo stesso. Quell'uomo burbero aveva la capacità di centrare i pensieri e le preoccupazioni di chiunque, cosa che sicuramente aveva imparato a fare da Amanda.

***

Socchiuse la porta e molló gli stivali all'ingresso. Silenziosamente si avvicinó al divano, notandola immobile. In un primo momento credette stesse dormendo, ma prima di raggiungere la cucina ci ripensó. Tornó indietro e si avvicinó ancora di più per capire se respirasse. La guardava col cuore in gola, immaginando di porre fine anche alla propria esistenza, quando fu costretto a rialzarsi socchiudendo gli occhi.

Blee.

Esclamó Amanda di botto, aprendo gli occhi e facendogli la linguaccia, ma l'arciere portò indietro il corpo ed entró in cucina blaterando e maledicendo quell'essere che ormai gli aveva completamente stravolto l'esistenza.
Pochi istanti e quando ritornó dalla cucina le poggió un bicchier d'acqua sul piccolo tavolino del soggiorno, su cui si mise seduto osservandola, incrociando tra loro le dite delle mani.
Sei arrabbiato?
Gli domandò con un sorriso sulle labbra misto ad un'espressione di dolore.
Sei impossibile.
Farfuglió lui con voce rauca.
Questo lo so...
Continuó lei cercando di apparire il più sensuale possibile, nonostante la t-shirt over size che fu costretta ad indossare per l'intero giorno.
Sii seria.
Sembró pregarla, ormai stanco e demoralizzato.
Sai che palle vivere con una persona sempre seria.
La voce di Amanda gli apparve meno provata o almeno lei tentó di sforzarsi per sembrare quella di una volta.
Non ti avrei mai sopportata.
Rispose ridacchiando lui, rubandole dell'acqua dal bicchiere, prima di alzarle di poco il collo per farla bere.
Grazie.
Gli sussurró, mentre Daryl rimase per un po' col capo chino.
Denise ti aspetta a letto.
Fu allora che lui riuscì a trovare la forza per tornare a vivere e sperare in meglio, in una merdosa soluzione.
Così la bació delicatamente sulle labbra, sfiorandole la guancia con la mano ormai ripulita, e si diresse verso le scale.
Salutami Abraham.
Le ordinó serio, mentre lei strinse le labbra in un sorriso e tentó di chiudere gli occhi almeno per un paio di ore.

****

Tara era ferma accanto all'arco che dava nel salone. Daryl notó i suoi occhi spalancati, scendendo al piano di sotto dopo le sole tre ore di sonno concessegli.
La bocca dell'amica inizió a tremare, per poi cercare di farfugliare qualcosa. Amanda aveva le mani incronciate sul petto e gli occhi ben chiusi, mantenendo un'espressione rilassata e tetra.
Smettila..
Farfuglió l'arciere, passando accanto alle due per entrare in cucina. Amanda aprì gli occhi e Tara inizió a blaterare qualche maledizione.

Quando le raggiunse, Daryl addentó un vecchio e rinsecchito biscotto e Tara farfuglió ancora qualcosa, prima di dargli appuntamento al cancello, mentre la biondina era ancora costretta a stare distesa.
Dammi una mano.
Disse al suo arciere, allungando quel braccio esile e privo di forza.
Credo di farcela ad alzarmi.
Continuó cercando di nascondere la smorfia di dolore impressa sul volto.
Non ci penso nemmeno.
Rispose in modo secco e sgarbato l'arciere, divorando contro voglia il biscotto e raggiungendo la porta di casa infilandosi prima gli stivali.
Amanda si era già arresa, poggiando il capo sul cuscino quando risentì il rumore dei suoi stivali raggiungerla di nuovo.
Non fare l'idiota e resta sdraiata.
L'espressione sul volto di Amanda era un misto tra delusione e rassegnazione.
Peccato che io non abbia un catetere.
Daryl non riuscì a trattenersi: rise, prima di prenderla in braccio per accompagnarla in bagno.
Poi lei tornó a guardare dalla finestra e strinse le labbra in segno di resa.

Maledizione Amy..
La voce in pena dell'arciere la fece ritornare indietro nel tempo. Le apparve dinnanzi agli occhi Daryl che la portava sulle spalle, dopo che le furono rotti i piedi e la prigione fu data alle fiamme.
Sospiró appena ritornó in sé, perdendosi in quegli occhi azzurri e sfuggenti.
Mi hai resa una donna felice.
Sussurró facendogli inarcare di poco il capo verso destra. Daryl si sarebbe immaginato di tutto, una sfuriata, il solito silenzio, ma mai quello, mai con quella serietà.
Devo andare...
Sussurró invece lui, lasciandola sola e chiudendo delicatamente la porta di casa.

***

Jesus aveva il volto cupo e assorto in chissà quale altra sciagura quando raggiunse Alexandria con Maggie, la quale salutò in modo ancora freddo e risentito lo sceriffo, dinnanzi agli occhi di Daryl.
Dobbiamo attuare il piano.
La voce di Maggie sembró categorica, senza voler dare tregua a quel rancore nascosto, ma mai azzerato nei confronti di Rick.
È troppo rischioso.
Ribatté invece lo sceriffo, appoggiato dall'arciere come ai vecchi tempi.
Le comunità ormai riunite negli ultimi cinque anni, organizzavano ogni anno un'assemblea per discutere dei punti da affrontare durante l'anno, degli scambi e dei possibili piani di attacco da attuare in caso di nemici improvvisi. Maggie si mostrò sempre preparata e ben lucida ad ogni incontro. D'altronde Hilltop era la comunità che produceva di più, ma un velo di insicurezza trapelava sempre nei suoi occhi, perchè quella comunità aveva pochi uomini ed era quindi incapace di difendersi da sola.

Dobbiamo ancora sentire il Re, e Tara è appena partita per Ocean Side.

Daryl sembró voler riportare l'equilibrio tra i due leader, quando Carl fece cenno al padre dalla torretta. Eric era tornato a far loro visita.

***

Amanda si sentì strattonare nel sonno. Il dolore al petto le divenne soffocante e quando finalmente aprì gli occhi, Daryl la teneva in braccio e la piccola Denise terrorizzata seguiva tutte le indicazioni di suo padre.
Che succede?
Chiese stordita, stringendo forte le palpebre per il dolore alla testa.
Preso papà.
Gridó Denise, raggiungendoli nel salone con una busta colma di cose.
Forza, andiamo!
Ordinó con voce rauca lui, mentre Amanda continuó a combattere con il suo male, ponendo una mano alla tempia.
Non abbandonarmi proprio adesso. Le sussurrò già affannato l'arciere, camminando a passo svelto tenendola stretta a sè, e voltandosi di tanto in tanto per controllare che Denise lo seguisse.
Moriremo papà?


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