Cap 12: Ma chi sei?

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Di nuovo..

La vocina di Denise non la sentì nessuno dei due.
Daryl era più veloce di Amanda a riempire i borsoni con le loro cose, comprese quelle di Denise, che aveva preso con sé solo il suo coniglietto, come se fosse stata l'unica cosa utile una volta usciti fuori di lì.
Perché?

Continuò a chiedere con la voce ancora più triste.
Perché così ha deciso tuo padre.
Rispose di botto Amanda, perdendo tempo a piegare delle magliette. L'arciere strappò  prepotentemente dalle mani di Amanda la maglia, e iniziò a prendere anche tutte quelle poste sul letto, buttandole a caso nel borsone. Lei si immobilizzò, guardandolo fare tutto da solo.

Le sue donne erano ferme a guardare come buttava al vento la loro possibilità di rinascita.
Tua madre crede che sia tutto un gioco. E' la solita bambina viziata, senza educazione e rispetto.
Ribatté stizzito l'arciere, e quando finalmente gli sembrò di aver preso tutto strappò anche la borsa dalle mani di Amanda, che glielo lasciò fare senza opporre resistenza e senza reagire ai suoi brutti modi.

Andiamo!
Ordinò poi alle due, ma Denise restò con gli occhi incollati alla mamma, immobile e silenziosa. Così Daryl si voltò ad assistere alla scena dalla porta.
Mamma..
Piagnucolò la piccola, tentando di afferrarle la mano per aiutarla a fermare il tremore dei sue pugni chiusi.
Mamma..
Continuò ancora, senza ricevere risposta. Fu in quel momento che Daryl fece cadere a terra i borsoni e allontanò Denise dalla mano di Amanda.
Vai in camera tua.
Ordinò con tono tranquillo, sapendo che Denise si sarebbe spaventata.
Mamma..

Continuò ancora e ancora Denise.
Vai!

Prese a gridare l'arciere e subito dopo; in lacrime Denise obbedì.

Daryl si pose davanti ad Amanda, afferrandole le mani. Gli occhi azzurri sembrarono diventare bianchi e il viso tremava impedendole di guardarlo dritto negli occhi. Così la strinse forte a sé, mentre quel corpo esile e perfetto tremava, tremava e ancora tremava.
Ora passa..
Sussurrò affannato Daryl al suo orecchio, mentre lei cercava di alzare le spalle e con affanno a bisbigliare qualcosa. Quell'omone appariva più spaventato che mai. Un branco assetato di putrefatti non gli avrebbe procurato la benché minima reazione, ma quando si trattava di lei, tutto si fermava, ancora un volta.

Respira!
Continuava a sussurrarle all'orecchio, tenendola ancora ferma.
Respira ti prego.
Sembrò poi scongiurarla, mentre lei portò la mano destra dietro la nuca, stringendo la presa per trovare sollievo.

Faremo come vuoi tu!
Passò poi a dire l'arciere, come se quello fosse il modo per farla stare meglio, come un padre farebbe con una figlia adolescente difficile da gestire.
Solo che Amanda non era più adolescente.

***


Alle tre di notte Amanda era distesa accanto a lui, aveva finalmente smesso di tremare e sembrava dormire tranquilla. Ma d'un tratto l'arciere si sentì sfiorare il piede e si voltò tirando sul lettone Denise.
Vieni qui..
Bisbigliò sottovoce, prendendola di peso e posizionandola tra sé e Amanda.
Sta bene?
Chiese la piccola, guardando il viso angelico della mamma.
Sí, sta bene.
Rispose l'arciere, per poi guardare i bagagli ormai abbandonati sul pavimento della camera. Aveva mentito. Amanda non stava bene, Amanda non era mai stata bene in quei cinque anni.

The Walking Dead - In Punta Di piedi SEQUELDove le storie prendono vita. Scoprilo ora