Cap 28: Datti Da Fare

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Un'altra giornata di sole regalava speranze per le piantagioni e i sorrisi dei bambini, pronti a correre verso l'unica scuola che Eric decise di far costruire per loro.

Il tepore lo scaldó fino a provocargli un sorriso, uno lungo e voluto per lei. Per quella biondina indisponente, ormai cresciuta, che giaceva distesa sulla pedana di legno che portava dritto ad un piccolo lago artificiale. Una settimana da quel giorno non sembró aver minimamente mutato il suo dolore. Un dolore muto e silenzioso, diverso dal suo solito modo di reagire.
La scarpetta di ginnastica penzolava al di là del ponte e lei mormoró stufa, lasciando gli occhi chiusi per evitare di vederlo.
Buongiorno anche a te.
Disse Eric, con un sorriso sarcastico, quasi pronto a distendersi sul suo corpo e smetterla con tutti quei giochetti.
Dopo due settimane di vacanza direi che è giunta l'ora di mettersi all'opera.
Proseguì guardandole i capelli mossi ricaderle lungo la pedana.
Fu allora che Amanda aprì un occhio stringendo con forza il sopracciglio opposto fino a formare una ruga, anche quella perfetta per lui.
Pensavi che ti tenessi qui a mie spese?
Questa volta il tono di Eric fu duro, ma non aspettó risposta. Si voltó e proseguì nella direzione opposta al suo corpo.
Alza il culo!
Le gridó da lontano, mentre lei battè il capo più volte contro la lastra di legno.

***

Jesus era impegnato a spostare un furgone, restando con un sorriso stampato sul volto. Erano pochissime le persone trovate ancora vive ad Alexandria ma molti, troppi per lui, mancavano all'appello. Quel giorno finalmente Maggie si era decisa ad aiutarlo e la fatica iniziava ad alleviarsi. L'assenza di Amanda e Tara e di tutti i bambini spinse Maggie a mettere da parte il rancore e iniziare le ricerche.
Non dirlo.
Maggie sembró voler anticipare la voce del suo giovane amante. Ma Jesus scosse il capo, sorridendo magnificamente, prima di mettere in moto e lasciare Hilltop.

***

Tara era chinata accanto ad un albero mentre il suo stomaco vuoto aveva deciso di ribellarsi. Non sapeva che fine avesse fatto la sua Margaret, ma le sue grida, strazianti e acute, non riusciva proprio a dimenticarle.
Va ad aiutarla.
Chiese ormai rassegnato Rick, ottenendo un cenno da Michonne prima che questa si decidesse ad avvicinarla.
Io non riesco...
Balbettó ormai sfinita e pallida l'amica, ripulendosi velocemente le labbra con la manica della camicia.
Ma Michonne non disse nulla. Era difficile ormai opporsi alla sua decisione, viste le condizioni in cui destava, e un peso in meno avrebbe reso il loro viaggio meno lento e faticoso.

***

Il volto cupo di Amanda fece cogliere ad Eric che cucire non le piaceva e che la sua lingua pungente gliene avrebbe cantate quattro se non fosse stato per la dolce e tenace Matilda, una donna anziana dai profondi occhi grigi. Ma Amanda avrebbe conficcato ago e filo nella mano di Eric con immenso piacere.
Perché?
Chiese stufa, cercando di rivolgere il rancore solo ad Eric ed evitare che Matilda se la prendesse.
Perché non ti concentri!
Rispose a tono lui, restando seduto sul tavolo difronte al suo, con le braccia conserte e il viso serio.
Perché devo farlo...?
Puntualizzó allora lei, sorridendo all'anziana, prima che questa si alzasse per riporre delle matasse di cotone in una scatola di legno rossa.
Devi saper fare qualcosa se vuoi restare qui.
La voce profonda di Eric riuscì a farla sentire inutile. Non capiva dove volesse arrivare, ma lo immaginava, e questo non poteva far altro che farglielo detestare.
Fot***i!
Bisbiglió rancorosa e furibonda, riprendendo a ricamare senza ascoltare le indicazioni impartite dalla donna.
Amanda!
I richiami di Eric divennero più prepotenti, capaci però di richiamare solo l'attenzione dell'anziana, i cui tristi occhi erano rivolti a quella giovane donna arrabbiata e caparbia.
Finchè la mano di Eric batté forte contro il tavolo, e solo in quel momento Amanda smise di infilare nervosamente l'ago in quel pezzo di stoffa macchiato di sangue.
Non si curava del dolore, l'ago entrava e usciva dalla sua pelle senza che lei nemmeno se ne accorgesse.
Maledizione!
Gridó a squarciagola Eric, strappangole dalle mani tutto ció che lui stesso l'aveva obbligata a fare.
Un attimo dopo Amanda si guardó la mano sinistra sanguinare, chiudendo il pugno per evitare che Matilda se ne accorgesse.
Mi perdoni.
Le mormoró, prima di uscire fuori di lì passando accanto al corpo fermo di Eric.

Vieni qui!
Continuó a gridarle una volta fuori dall'edificio.
-Amanda!
Continuó ad implorarla, prima che l'afferrasse con forza bloccando la sua corsa verso casa.
Cosa vuoi? Cosa diavolo pretendi da me?
Ribattè ad alta voce lei, mentre gli occhi di Eric cercarono di studiare ogni muscolo del suo viso, ogni angolo che gli sembrava non aver mai visto fino ad allora.




Saresti una pessima sarta.
Le rispose sorridendo, facendole crollare quel muro issato contro di lui con tanta forza e rancore.
Domani proverai altro..
Continuó tornando serio.
Io me ne vado.
La voce di Amanda non tremava e gli occhi azzurri sembrarono scurirsi, insieme al volto contratto di Eric.
E dove pensi di andare?
Chiese quasi ridacchiando lui, prima che il cancello alle spalle di Amanda si aprisse.
Gli occhi di Eric non riuscirono a reggere il confronto, così da concentrarsi sul nuovo arrivato.
Una manciata di secondi e Amanda fece lo stesso, il suo cuore inizió a battere in quel petto quasi pronto a squarciarle la pelle per poi morire nello stesso istante.
Il cancello si aprì dopo che Eric ebbe dato il via ai suoi uomini con un gesto della mano, facendo volare via ogni speranza per la sua biondina.

Le ginnocchia di Amanda crollarono sull'asfalto ed Eric chinó il capo socchiudendo gli occhi. Il peggio doveva ancora arrivare...

The Walking Dead - In Punta Di piedi SEQUELDove le storie prendono vita. Scoprilo ora